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Internet, consigli per navigare in sicurezza

Autore: Dott.ssa Chiara Bastelli

Risulta sempre più evidente la necessità di accompagnare i più giovani ad un uso consapevole di internet che permetta di coglierne le potenzialità, evitando i possibili rischi

Internet è uno strumento affascinante che ha permesso di connettere l’umanità intera; tuttavia ha creato una differenziazione generazionale fra i cosiddetti “nativi digitali”, i ragazzi nati quando le nuove tecnologie erano già diffuse e fruibili a tutti, e i “migranti digitali”, rappresentati dalle generazioni dei genitori e nonni dei primi, coloro che si sono trovati in mezzo al passaggio dall’era caratterizzata dall’utilizzo di carta e penna a quella del computer. La sfida per i genitori è quindi doppia: da un lato c’è l’interesse a comprendere questo nuovo strumento, dall’altro c’è la necessità di accompagnare i propri figli alla scoperta delle nuove tecnologie, per educarli a un uso adeguato che permetta di coglierne le possibilità (educative, relazionali e ludiche) imparando a riconoscere i rischi espliciti e impliciti. È indispensabile che i genitori e gli educatori conoscano e si aggiornino sulle modalità per contenere e sostenere i ragazzi nell’utilizzo dei mezzi e delle regole che devono essere riconosciute, condivise e rispettate per fruire di internet in modo equilibrato, imparando a scoprirne le infinite possibilità e le numerose insidie.

I pericoli legati alla sfera sessuale...

Non è facile stilare un elenco completo ed esaustivo dei pericoli della rete, anche perché, trattandosi di un mondo in continua evoluzione, nascono sempre nuove insidie difficili da prevedere. Fra i pericoli legati alla sfera sessuale si va dall’adescamento alla possibile visione di materiale pornografico, fino al “sexting”, la pratica che consiste nello scambiarsi messaggi o immagini sessualmente esplicite, che si sta diffondendo anche fra i giovanissimi. Va ricordato che il materiale pubblicato su internet lascia tracce di sé anche per molto tempo e può raggiungere un numero di persone potenzialmente illimitato, rischiando di compromettere le relazioni sociali dei soggetti coinvolti.

... e agli stili di vita

Vanno poi ricordati i pericoli legati ai comportamenti e agli stili di vita; esistono infatti siti che inneggiano alle pratiche più svariate e quelli che, ad esempio, esaltano l’anoressia presentandola come una scelta e non come un disturbo del comportamento alimentare che può portare anche a gravissime conseguenze. C’è inoltre chi cade vittima della mania dei selfie, ossessionando la propria giornata alla ricerca dell’autoscatto perfetto. Si può arrivare fino ai paradossi più estremi: in Russia, ad esempio, l’anno scorso fu lanciata una campagna dallo slogan “Un selfie può costarvi la vita”, che invitava alla prudenza nella ricerca dell’autoscatto originale, dopo una serie di assurdi incidenti nel Paese.

La dipendenza da internet

Un utilizzo inadeguato della rete può portare anche a situazioni di dipendenza psicologica con conseguenti danni psichici e funzionali. Questa patologia, chiamata Internet Addiction Disorder, si manifesta sotto forma di sintomi astinenziali nei riguardi di particolari attività che si svolgono online, come chat, sesso, gioco o social network, ed è un disturbo legato alla difficoltà di controllare gli impulsi.
Nella dipendenza da internet si distinguono alcune fasi che vanno da quella iniziale o tossicofilica in cui le persone riportano attenzione ossessiva nel controllare la propria casella di posta elettronica, incremento del tempo di permanenza on-line, intensa partecipazione a chat, collegamenti notturni e perdita di sonno, per arrivare a una seconda fase in cui i collegamenti continui e prolungati compromettono la vita scolastica, lavorativa e sociale dei soggetti coinvolti.


 
Quali sono le cause

Il meccanismo alla base di questo comportamento è lo stesso che regola ogni dipendenza, ovvero la necessità di sopperire a un’esistenza che viene percepita come insoddisfacente. I motivi possono essere svariati, e sempre soggettivi. In ciascuno di noi coesistono cause molto diverse che possono portare alcuni soggetti a sviluppare dipendenze, con differenti gradi di intensità, anche non immediatamente riconoscibili: abbiamo tutti sotto gli occhi ogni giorno, ad esempio, gli effetti più visibili di un eccessivo attaccamento allo smartphone. Alcune ricerche hanno rivelato la possibile correlazione tra la dipendenza da smartphone e le caratteristiche della personalità: l’uso eccessivo del proprio cellulare andrebbe di pari passo con l’instabilità emotiva. Le persone che controllano il proprio telefono costantemente potrebbero stare in realtà cercando di tirarsi su, di correggere uno stato d’animo negativo; sarebbero quindi più inclini a sbalzi d’umore e comportamenti capricciosi, e meno in grado di concentrare la loro attenzione sui propri compiti.

I vari tipi di dipendenze

Quando i tempi e i modi con cui ci si approccia al web non svolgono più funzioni di complemento, ma diventano il fine stesso dell’attività quotidiana e dei pensieri delle persone che li utilizzano, quello che era destinato a essere un mezzo diventa un fine. Attualmente sono stati riconosciuti cinque tipi di dipendenza, legate alle nuove tecnologie, riconducibili a una ossessiva e reiterata esposizione a: siti pornografici, siti legati al gioco d’azzardo online, siti in cui si praticano giochi di ruolo, social network, chat che diventano il principale interesse della giornata per quanti non riescono a staccarsi dal computer navigando all’infinito, a volte senza scopo, come succede a chi soffre di sovraccarico cognitivo caratterizzato dalla ricerca ossessiva di informazioni sul web, la quinta forma di dipendenza.

L’isolamento sociale

Il principale sintomo clinico di questa errata relazione col web è il ritiro sociale di chi arriva a interrompere le proprie relazioni “reali”: niente più sport, scuola e uscite con amici; questo isolamento è spesso accompagnato da vere e proprie crisi di rabbia e aggressività. Occorre ricordare che la maggior parte di situazioni di dipendenza da comportamento in adolescenza, attualmente, riguardano i giochi di guerra online, e che questi sono ad alto contenuto di aggressività.


 
Come affrontare il problema

Il web è uno strumento altamente pervasivo, e questa è un’ulteriore difficoltà per chi sviluppa una dipendenza nei suoi confronti. Mentre con l’alcol e le droghe si può arrivare ad astenersi completamente, non è ormai quasi più possibile escludere il computer dalle nostre vite. Non resta, dunque, che sforzarsi di riequilibrare i tempi e i modi d’accesso.
Quando un familiare nota segnali che possono destare preoccupazione, è bene parlare con il diretto interessato in modo chiaro e aperto, evitando di giudicare o stigmatizzare, o addirittura proibire l’uso del computer. Un semplice esercizio potrebbe essere quello di scrivere su un foglio il numero di ore che ogni giorno si dedicano a scuola, studio, uscite con gli amici, attività sportive, e confrontarle con il tempo trascorso guardando la televisione e navigando. Se le ore trascorse su internet risultano eccessive, occorre avviare una riflessione sulle cause che spingono a questi comportamenti, ragionando sulla necessità di darsi dei tempi e di imparare a disconnettersi quando si studia, si legge o si guarda un film.
Il passo più difficile, ma necessario, è poi quello di interpellare Psicoterapeuti o Centri che curano le dipendenze perché solo Specialisti preparati possono aiutare i diretti interessati e le loro famiglie a riconoscere e lavorare sulle cause che hanno portato a trovare nella dipendenza un palliativo, una risposta autocurativa in realtà disfunzionale, poiché si rivela essa stessa un problema.

Il Cyberbullismo

Un altro uso distorto della rete, che purtroppo pare essere sempre più diffuso, è legato al Cyberbullismo, caratterizzato dall’uso delle nuove tecnologie per intimorire, molestare, mettere in imbarazzo, escludere uno o più ragazzini che diventano vittime del bullo tecnologico. Queste reiterate umiliazioni e molestie possono avere effetti psicologici molto dannosi sulle vittime che, sentendosi sole, esposte e sfiduciate, possono maturare disturbi depressivi. L’illusione dell’anonimato e la mancanza di feedback emotivo (il cyberbullo spesso agisce dietro una maschera virtuale e non percepisce nel momento in cui attua le sue vessazioni il dolore che provoca alla vittima perchè questa non è fisicamente presente) abbassa i livelli di autocontrollo e rende i vessatori più disinibiti. Spesso cyberbulli e vittime sono più simili di quanto si possa immaginare, perché in buona parte dei casi partono da storie simili di disagio familiare, di attaccamento insicuro che limita la capacità di sentirsi compresi e ascoltati, di entrare in rapporto con gli altri in modo empatico. Alle volte gli stessi cyberbulli sono stati oggetto di atti di bullismo e hanno incamerato rabbia e impotenza che continuano a riproporre sfruttando sempre lo stesso modello interiorizzato.

Il dialogo come migliore prevenzione

Occorre sempre tenere presente che la prevenzione maggiore è costituita dalla relazione di fiducia che i genitori hanno instaurato con i figli, che si basa sulla loro capacità di ascoltare i ragazzi, comprendere le loro esperienze, cogliere i bisogni e i desideri aiutandoli a riconoscerli, anche quando è necessario che loro accettino di rimandarne la realizzazione ad altri momenti. Dare limiti e regole è dunque importante, ma ancor prima è necessario curare il dialogo, conoscere gli amici dei figli, agevolarli nello sviluppare interessi in attività extracurricolari, mantenere legami forti con le istituzioni (come associazioni culturali, sportive o ricreative), fornire ai più giovani un’educazione, compresa quella sessuale, quanto più completa possibile, perché il rischio maggiore è che la rete si sostituisca alla famiglia nel veicolare convinzioni e comportamenti non sempre corretti.

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