Il Reflusso Gastroesofageo è per definizione la risalita involontaria del materiale gastrico nell’esofago, il canale che collega lo stomaco alla bocca.
La causa di questo passaggio involontario è da ricondurre al rilassamento di un anello muscolare, che funge da valvola, detto sfintere esofageo inferiore (LES); in condizioni normali, si apre per consentire il passaggio del cibo dall’esofago allo stomaco e, richiudendosi, ostacola il percorso inverso.
L’alterata funzionalità dello sfintere esofageo permette invece la risalita del contenuto gastrico in esofago, irritandone la mucosa, e quindi provocando il Reflusso Gastroesofageo.
Il rigurgito
La caratteristica peculiare del Reflusso Gastroesofageo è il rigurgito. In presenza di questo sintomo è di fondamentale importanza l’età del bambino, poichè la stragrande maggioranza dei piccoli nei primi quattro mesi di vita rigurgitano abitualmente, soprattutto dopo i pasti. Al compimento dei dodici mesi il numero dei rigurgiti si riduce notevolmente e ai diciotto mesi nel 95% dei casi non è più presente.
La Malattia da Reflusso Gastroesofageo
L’incapacità funzionale dello sfintere esofageo inferiore ci porta a distinguere vari gradi di Reflusso: si distinguono forme modeste che in genere non interferiscono con la crescita del bambino e non necessitano di trattamento, e forme più severe, anche se poco frequenti, che possono ostacolare sensibilmente la crescita, e si manifestano con dolori e sintomi respiratori: in presenza di questo quadro clinico, si può parlare di Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE). Inoltre, gli episodi di Reflusso Gastroesofageo non sono più saltuari, ma molto frequenti nell’arco della giornata.
I sintomi
La Malattia da Reflusso Gastroesofageo si può presentare con sintomatologia varia e, tra i diversi sintomi, ricordiamo la perdita di peso, il rigurgito, il vomito, il pianto, l’irritabilità, i disturbi del sonno, il capo girato da un lato (Sindrome di Sandifer), l’inarcamento della schiena e il dolore localizzato alla parte alta dell’addome.
La sintomatologia tipica del Reflusso è di natura gastroenterologica con vomiti, rigurgiti e scarso accrescimento. È pertanto necessario prescrivere una terapia dietetica, posturale e/o farmacologica con lo scopo di migliorare l’apporto calorico e favorire l’accrescimento del bambino. La maggior parte dei bambini con Reflusso Gastroesofageo non necessitano di alcun trattamento.
Attenzione ai sintomi respiratori
Bisogna porre particolare attenzione a quella sintomatologia che non ci conduce a sospettare un problema gastroenterico, in quanto i sintomi prevalenti sono di carattere respiratorio, come l’Asma bronchiale e il Laringospasmo, disturbo delle vie aeree superiori dovuto alla contrazione spasmodica dei muscoli della laringe per cause diverse, che provoca un’ostruzione del flusso aereo con conseguente sensazione di soffocamento.
Quindi in caso di sintomatologia respiratoria non ben chiara e definita, è sempre utile pensare che l’apparato respiratorio sia “vittima” dell’apparato digerente. In questo caso parliamo di sintomatologia atipica del Reflusso Gastroesofageo che, in quanto tale, è molto insidiosa e fuorviante dal momento che l’apparato digerente non evidenzia quasi nulla che ci porti a porre la diagnosi di Reflusso Gastroesofageo.
Il bambino non allergico, con Asma bronchiale persistente non associata a catarro delle alte vie respiratorie, potrebbe essere affetto da Reflusso Gastroesofageo, e ne potrebbe soffrire anche il piccolo con Tosse persistente, Raucedine, Broncopolmonite ricorrente, Cianosi, Otite, Apnea, Faringite, Laringite e perdita di peso conseguente all’Anoressia per la sintomatologia dolorosa.
Diagnosi e terapia
La diagnosi va posta dopo un’accurata anamnesi e, nel caso di sospetto di Reflusso Gastroesofageo patologico, l’esame da richiedere è senza dubbio la Ph-metria e ancora di più la Ph-impedenziometria che ci permette di contestualizzare il numero, la durata e la correlazione dei sintomi con i Reflussi. Naturalmente questo esame va riservato ai Pazienti con sintomatologia atipica.
Altri esami utili sono l’Ecografia del piloro (la regione terminale dello stomaco) per escluderne un suo restringimento, l’Esofago-gastroscopia con Biopsie esofagee, la Biopsia Esofagea, che rappresenta un test estremamente sensibile per il Reflusso, e la Radiografia esofagea con mezzo di contrasto. Quest’ultima permette di evidenziare Stenosi Esofagea (restringimento del lume esofageo), Ernia Iatale (che si verifica quando la parte superiore dello stomaco risale all’interno del torace attraverso un’apertura presente nel diaframma), Pseudo Volvolo Gastrico (patologia caratterizzata dalla torsione dello stomaco su se stesso) e tempi di svuotamento esofageo e gastrico.
La terapia, per quanto detto sopra, deve essere valutata con molta attenzione dal Pediatra. La cura della Malattia da Reflusso Gastroesofageo si basa sulla correzione dello stile di vita e sulla terapia farmacologica. L’intervento chirurgico è riservato ai pochissimi casi affetti da anomalia anatomica ed è indicata nei casi di fallimento del trattamento farmacologico.
Consigli per i genitori
Innanzitutto mi corre l’obbligo di dire che l’uso molto diffuso di latte antireflussso (AR) pare che abbia più un effetto “cosmetico” che terapeutico.
Per il lattante che soffre di Reflusso è sicuramente indispensabile il “ruttino”, che permette la fuoriuscita dell’aria che potrebbe avere ingerito durante la poppata.
Invece, se il bambino è più grande, dai due anni in sù, è raccomandato di fare piccoli pasti frequenti nell’arco della giornata e di non cenare troppo tardi, poichè evitare di mangiare nelle due o tre ore che precedono il sonno può aiutare ad alleviare i disturbi; è inoltre opportuno evitare alcuni alimenti come il cioccolato, i cibi grassi e quelli acidi come il pomodoro e gli agrumi.
Quando arriva invece l’ora di dormire, la posizione da assumere è sul fianco sinistro, perché permette al vostro bambino di digerire meglio, limitando il Reflusso gastrico, e con il capo sollevato per contrastare la risalita dei succhi gastrici.