Come tutti sanno, il cuore è l’instancabile motore del nostro organismo, davvero instancabile visto che nel corso della vita si contrae circa 3 miliardi volte! Ogni contrazione spinge circa 70 cc di sangue nel nostro organismo, permettendo così una corretta irrorazione di tutti gli organi. Una complessa attività elettrica ccordina le contrazioni del nostro cuore.
Se la frequenza è ridotta
L’impulso elettrico è regolato dal “Nodo del seno” localizzato nella parte alta dell’atrio destro; una ridotta funzione di questo sistema, deputato alla genesi degli impulsi elettrici, determina una riduzione della frequenza cardiaca al di sotto di 60 battiti al minuto che viene definita Bradicardia sinusale. Situazioni patologiche che provocano questa condizione sono l’Ipotiroidismo, il Malassorbimento (come nel caso della Celiachia), la Fibrosi cardiaca, ecc. La Bradicardia sinusale, tuttavia, molto spesso non è associata ad una patologia, potendosi verificare anche in soggetti che praticano sport o che si sottopongono a diete eccessive. Il battito cardiaco può rallentare anche per l’uso di alcuni farmaci (beta-bloccanti, calcio-antagonisti, antiaritmici, ecc.).
Il numero di battiti cardiaci può ridursi, inoltre, a causa di una mancata trasmissione degli impulsi elettrici dagli atri ai ventricoli. Quando non tutti gli impulsi elettrici atriali raggiungono i ventricoli si parla di “blocco atrio-ventricolare di secondo grado”. Quando nessun impulso raggiunge i ventricoli si parla di “blocco atrioventricolare di terzo grado o completo”. Il blocco atrio-ventricolare di primo grado identifica invece un semplice rallentamento e non un blocco della conduzione degli impulsi.
Quando serve il pace-maker
La Bradicardia sinusale o il blocco atrio-ventricolare di secondo e terzo grado possono provocare sintomi quale una marcata stanchezza, episodi di perdita transitoria della coscienza o svenimento. Qualora si verifichino tali sintomi, è indicato l’impianto di un pace-maker che vicaria la ridotta funzione elettrica del cuore sia in termini di formazione che di conduzione degli impulsi. Il pacemaker è un generatore di impulsi elettrici che si collega al cuore tramite uno, due o tre elettrocateteri. Ogni elettrocatetere è in grado di sentire e/o di stimolare la camera in cui è posizionato. Recentemente è entrato nell’uso clinico un nuovo tipo di pace-maker privo di elettrodi, che si impianta direttamente nel ventricolo destro. Questo nuovo stimolatore cardiaco, di dimensioni estremamente ridotte, si introduce attraverso la vena femorale e raggiunge il ventricolo destro grazie ad un sistema di rilascio dedicato. Il fissaggio avviene grazie ad una vite che penetra nel tessuto cardiaco.
Il Cardiologo, in relazione al Paziente ed alla sua patologia, decide quale sia il sistema di stimolazione più indicato.
Se la frequenza è aumentata
Quando al contrario si riscontra un aumentato numero di battiti cardiaci siamo nell’ambito delle cosiddette Tachiaritmie, ciò avviene quando il sistema elettrico del nostro cuore genera un numero eccessivo di impulsi elettrici per proprie patologie o in quanto vittima di altri sistemi mal funzionanti. La Tachicardia sinusale, ad esempio, è quasi sempre causata da fattori extracardiaci. Essa è caratterizzata da impulsi elettrici che originano e seguono un percorso normale ma che superano la frequenza di 100 al minuto. Fattori fisiologici che possono determinare una frequenza superiore ai 100 battiti al minuto sono lo sforzo fisico, la digestione o un’emozione. Patologie extracardiache che causano questa condizione sono la febbre, l’Ipertiroidismo, l’ansia, l’attacco di panico, l’Anemia grave. Altri fattori che possono determinare un aumento della frequenza cardiaca sono il tabagismo, l’eccessiva assunzione di caffè, the o alcuni farmaci broncodilatatori.
L’importanza dell’attività fisica
Talora la Tachicardia sinusale può essere avvertita in modo accentuato e mal tollerata da chi ne soffre, in questo caso è necessario innanzitutto individuare la causa e rimuoverla ove possibile. Laddove non si individui alcuna patologia o l’assunzione di farmaci o sostanze alla base del problema si parla di Tachicardia sinusale inappropriata. In questo caso la migliore terapia è consigliare una attività fisica regolare a basso carico e lunga durata. In base all’età ed allo stato di salute del Paziente, si può consigliare una regolare attività sportiva di tipo aerobico (corsa di fondo, ciclismo, nuoto di fondo, ecc.). L’attività fisica infatti aiuta a ridurre il peso corporeo ed accentua il tono vagale. Quest’ultimo tende a rallentare il battito in opposizione al tono simpatico che invece lo accelera. L’insieme dei due sistemi vagale e simpatico costituisce il nostro sistema nervoso autonomo che regola il livello di attività del nostro organismo. In altri termini è come se il vago rappresentasse il freno ed il simpatico l’acceleratore dell’organismo.
È molto importante che i due sistemi siano in corretto equilibrio tra loro, pena l’insorgenza di altri tipi di tachiaritmie.
Se il battito arriva in anticipo
Le Extrasistoli ventricolari sono battiti anticipati che originano da un punto localizzato nei ventricoli. Questa zona, che normalmente dovrebbe essere attivata solo dal normale impulso elettrico originato dal sistema che regola l’attività elettrica del cuore, diventa elettricamente instabile ed inizia ad attivarsi in anticipo. La sua attivazione si propaga nel resto dei ventricoli, dando appunto origine ad un battito ventricolare prematuro detto Extrasistole. Qualora le Extrasistoli diventino ripetitive vengono definite coppie (due battiti consecutivi), triplette (tre battiti consecutivi). Più battiti consecutivi generano una Tachicardia ventricolare.
Le Extrasistoli ventricolari sono molto frequenti nella popolazione generale, si pensi che una registrazione elettrocardiografica delle 24 ore rileva Extrasistoli ventricolari in un soggetto su due circa. Quasi sempre rappresentano il riscontro occasionale di un’aritmia asintomatica e priva di rischio. Raramente, invece, possono aumentare il rischio di morte improvvisa.
Indici di aumentato rischio aritmico di questo tipo sono: la presenza di una grave cardiopatia sottostante, Extrasistoli molto precoci rispetto al battito precedente, forme ripetitive, sintomi quali la sincope o la pre-sincope, la familiarità positiva per morte improvvisa. In presenza di fattori di aumentato rischio il Cardiologo indicherà il corretto iter diagnostico e terapeutico da intraprendere.
Come affrontare le Extrasistoli
Il primo approccio deve essere riservato alla individuazione della patologia responsabile. È degno di nota, tuttavia, che i farmaci antiaritmici sono spesso inefficaci, se non dannosi. L’unica classe di farmaci che ha dimostrato di ridurre il rischio di morte improvvisa, in alcune categorie di Pazienti, sono i beta-bloccanti. Un farmaco molto usato ma che comporta un elevato rischio di complicanze tiroidee, più raramente epatiche e polmonari, è l’amiodarone.
Anche per le Extrasistoli ventricolari, tuttavia, un corretto stile di vita ed un corretto regime alimentare può aiutare a prevenire e talora a risolvere il problema. Dal punto di vista alimentare è opportuno ridurre le bevande ricche di caffeina e le bevande che determinano una distensione gastrica. Quest’ultima potrebbe, infatti, stimolare l’insorgenza di Extrasistoli. In caso di sintomi accentuati e di fallimento della terapia farmacologica, è possibile ricorrere all’ablazione transcatetere: un catetere, introdotto dalla vena o dall’arteria femorale, raggiunge i ventricoli rispettivamente destro o sinistro. Anche la Tachicardia ventricolare si può giovare dell’ablazione qualora i farmaci antiaritmici abbiano fallito.
Il Defibrillatore automatico
In caso di aritmia a rischio di vita e/o di Paziente affetto da una grave cardiopatia, si ricorre all’impianto del Defibrillatore automatico. Quest’apparecchio è simile ai pace-makers ma, oltre a stimolare il cuore quando necessario, è anche in grado di riconoscere le Tachicaritmie a rischio di vita e di interromperle mediante una stimolazione molto rapida o l’erogazione di uno shock elettrico. Il Defibrillatore si impianta nel sottocute inferiormente alla clavicola sinistra e si collega al cuore mediante elettrocateteri.
Da circa un anno è disponibile un nuovo Defibrillatore che non utilizza elettrocateteri all’interno del cuore bensì un elettrocatetere posizionato sottocute sul lato destro dello sterno. In quest’ultimo caso il Defibrillatore si impianta al di sotto del cavo ascellare e non più al di sotto della clavicola. Il defibrillatore automatico è anche la terapia di prima scelta nella prevenzione della morte improvvisa causata da patologie genetiche. Questi eventi, sempre drammatici in quanto inattesi e spesso a carico di giovani soggetti, possono essere prevenuti con un semplice elettrocardiogramma. Tutti i soggetti affetti da sincope inspiegata o con storia famigliare di morte improvvisa giovanile, dovrebbero eseguire un elettrocardiogramma.