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Equiseto, le proprietà benefiche per la salute

Autore: Prof.ssa Elisabetta Miraldi

Oltre ad avere proprietà antiritenzione e depurative, l’Equiseto rappresenta uno dei rimedi più adatti alla rimineralizzazione del sistema osteo-articolare

Con il termine “Equiseto” ci si riferisce in genere a “Equisetum arvense L.”, noto anche come Equiseto comune, Equiseto selvatico o coda di cavallo, specie appartenente alla famiglia delle Equisetaceae. Il nome della pianta deriva dal latino “Equisetum” e significa “coda o crine di cavallo”, mentre l’aggettivo specifico “arvense” fa riferimento al suo habitat tipico, i campi.

La pianta

L’Equiseto è una pianta perenne di piccole dimensioni ben radicata in tutta la zona mediterranea, nelle aree umide, vicino a corsi d’acqua, pozzanghere o piccoli ruscelli. La sua comparsa sulla terra è antichissima, ed è considerata l’unica discendente delle piante giganti simili alle felci che ricoprivano la terra nel Devoniano, più di 300 milioni di anni fa. Odiato dagli agricoltori perché infestante e difficile da estirpare, l’Equiseto è invece apprezzato dalla medicina popolare e trova un certo spazio anche tra gli scaffali delle moderne erboristerie.
La parte della pianta utilizzata a fini fitoterapeutici è costituita dai ramosi fusti sterili ed in particolare dai ramoscelli verdi, raccolti a luglio e fatti essiccare all’aria aperta; la pianta è facilmente riconoscibile e caratteristica perché i frammenti degli steli hanno sezione quadrata, “a croce”. Non ha particolare sapore ma, a causa dell’elevato contenuto di silice, masticandola si avverte stridere tra i denti.

La composizione chimica

Analizziamo ora i principali componenti dell’Equiseto, conosciuto anche come “argilla vegetale” per la sua elevata composizione minerale:

  • silicio: questa pianta è caratterizzata da un elevato contenuto in acido silicico. La biodisponibilità dei silicati in natura è molto limitata, prevalentemente a causa della loro difficile solubilizzazione, tuttavia alcune famiglie ne abbondano, ad esempio le Graminaceae. Gli Equiseti mostrano contenuti di silicati particolarmente elevati raggiungendo il 5-7% del peso secco della droga. Nella pianta i silicati sono presenti come sali insolubili ed infatti l’estrazione con acqua bollente (decotto) ne solubilizza solo circa il 20%.
  • flavonoidi: rappresentati soprattutto dai glicosidi della quercetina e del campferolo;
  • saponine: la cui presenza è stata in passato molto discussa (equisetonina);
  • sali minerali: rappresentati da potassio, calcio, magnesio e zinco;
  • vitamine;
  • acidi organici;
  • fitosteroli;
  • alcaloidi: presenti solo in tracce (nicotina, salustrina)


 

Proprietà rimineralizzanti

L’Equiseto è da sempre molto utilizzato nella tradizione erboristica popolare. Le sue proprietà ne suggeriscono l’impiego soprattutto come rimineralizzante dei tessuti e come diuretico. Nel mondo vegetale, l’Equiseto rappresenta infatti uno dei rimedi più adatti alla rimineralizzazione, dal momento che la sua quantità di silicio è molto più elevata di quella di altre piante. Per la presenza di questi sali minerali, in una forma molecolare sufficientemente disponibile per il nostro organismo, l’Equiseto contribuisce al “metabolismo dell’osso” e favorisce la rimineralizzazione del sistema osteo-articolare e dei tessuti duri, come unghie e capelli. La sua assunzione è quindi indicata in caso di fragilità delle unghie, perdita dei capelli, Alopecia, accrescimento scheletrico degli adolescenti, postumi di fratture, Artrosi (grazie all’azione che esercita sia sulla cartilagine articolare che sul tessuto osseo) e Tendiniti (migliora l’elasticità dei tendini). Recentemente sono stati svolti alcuni studi preliminari sull’uso dell’Equiseto nell’Osteoporosi, con risultati positivi, ma mancano comunque ulteriori approfondimenti.

Proprietà diuretiche e depurative

Le proprietà diuretiche dell’Equiseto, dimostrate da buone evidenze scientifiche, sono innanzitutto da attribuire al buon contenuto di potassio e di flavonoidi che sono responsabili dell’incremento della diuresi. Il potassio combatte l’eccesso di sodio, che può manifestarsi con ritenzione di liquidi e Ipertensione; è importante infatti per il benessere del nostro organismo rispettare il rapporto tra potassio e sodio che dovrebbe essere 5:1. L’azione diuretica dell’Equiseto risulta pertanto utile nel trattamento degli edemi e della ritenzione idrica. Secondo la Farmacopea Tedesca, testo base della moderna Fitoterapia, l’azione diuretica favorirebbe prevalentemente l’eliminazione di acqua e non di sali ed infatti l’assunzione di Equiseto non altera l’equilibrio elettrolitico delle soluzioni.
Inoltre, la Fitoterapia propone l’uso di Equiseto in tutte le necessità di drenaggio depurativo per soggetti poco vitali e astenici. A differenza che con altri diuretici naturali, con l’Equiseto è infatti possibile eliminare tossine, in particolare acidi urici, e nel contempo rimineralizzare, ovvero procedere a una depurazione dell’organismo senza provocarne un’ulteriore devitalizzazione.
Il decotto di Equiseto è inoltre indicato in presenza di edema postraumatico (gonfiore dopo Uretriti, Prostatiti), facilita l’espulsione di Calcoli renali piccoli di consistenza sabbiosa ed è indicato per “sgonfiare” gambe e caviglie pesanti.


 

Altre benefiche proprietà

L’Equiseto ha anche vari utilizzi per via esterna, come rimedio locale, e considerate le proprietà astringenti, può essere utilizzato come base per lavaggi per palpebre arrossate, colliri per le congiuntive infiammate, sciacqui e gargarismi per le mucose della bocca e della gola.
A questa pianta vengono inoltre riconosciute proprietà cicatrizzanti, utili per favorire la guarigione di piaghe o ulcere cutanee. In questo caso, però, è indicato l’uso sottoforma di semicupi caldi o lavaggi col decotto. Risciacqui orali sono poi utili in presenza di afte ed i gargarismi aiutano nell’alleviare il mal di gola.

Attenzione alle controindicazioni

Non sono molte le ricerche condotte sugli effetti collaterali dell’Equiseto. L’impiego tradizionale suggerisce che questa pianta sia sicura se assunta ai dosaggi appropriati. Tuttavia, anche se la monografia dedicata all’Equiseto dalla Farmacopea Tedesca non accenna ad alcuna tossicità dell’Equiseto, tradizionalmente sappiamo che le specie del genere Equisetum possono dare qualche problema. Nell’uomo l’uso prolungato di Equiseto può provocare carenze di vitamina B1 e quindi un’integrazione contemporanea di vitamine del gruppo B è sicuramente utile, soprattutto in quei soggetti a rischio di carenza di vitamina B1 (tra cui coloro che eccedono nel consumo di alcolici).
L’Equiseto è inoltre controindicato per chi soffre di Malattie renali, e coloro che presentano disturbi del ritmo cardiaco o sono in cura con farmaci digitalici dovrebbero valutare con attenzione l’assunzione di questa pianta. Inoltre, dal momento che contiene nicotina, l’Equiseto deve essere evitato dalle persone allergiche a questo alcaloide.
L’Equiseto è sconsigliato sia in gravidanza che durante l’allattamento, poichè sono ben poche le informazioni disponibili sulla sua sicurezza in gravidanza. In particolare, suggeriscono cautela gli effetti dell’Equiseto nella carenza di vitamina B1, la sua possibile alterazione dei livelli ematici di potassio e il suo contenuto di nicotina.
Inoltre l’uso di Equiseto nei bambini è controindicato.
La Farmacopea Tedesca non riporta interazioni con altre sostanze, ma è bene usare cautela se si utilizzano medicinali diuretici perché l’Equiseto può enfatizzarne gli effetti, con rischio di disidratazione e perdita di potassio. Altre specie di Equiseto hanno inoltre dimostrato di provocare Ipoglicemia e potrebbero quindi rafforzare l’azione dei farmaci per il Diabete.