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Allergia alle arachidi, quali accorgimenti?

Autore: Dott.ssa Maddalena Parma

Seguire corrette indicazioni alimentari rappresenta il giusto approccio terapeutico e di prevenzione a questo frequente disturbo 

L’Allergia alle arachidi è una reazione molto comune che può colpire sia gli adulti che i bambini, essendo l’arachide fra i pochi alimenti che inducono Allergia fin dai primi anni di vita; è possibile, infatti, che si manifesti nei piccoli anche di età inferiore ai 3 anni e, contrariamente ad altre Allergie alimentari esordite in età infantile, tende a persistere per tutta la vita. Il bambino allergico alle arachidi (se soffre di Dermatite atopica ha maggiore probabilità di sensibilizzarsi), a differenza di quanto succede con altri alimenti, non riesce ad acquisire col tempo la giusta tolleranza verso questo frutto. Questo tipo di Allergia, quindi, rappresenta un grosso problema allergologico, potendo provocare sintomi molto gravi anche per l’ingestione di piccole quantità. Certamente i paesi più colpiti sono gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, consumatori per eccellenza, ma anche in Italia è possibile e per niente raro riscontrare Pazienti allergici alle arachidi.

Un allergene molto potente...

Per la frequenza nel provocare Allergia, l’arachide è stata inserita nel gruppo degli allergeni cosiddetti “big eigth”, comprendenti anche latte, grano, uova, soia, crostacei, pesce e noci, così denominati proprio perché sono i cibi che più di frequente causano reazioni allergiche.
L’arachide, in particolare, è da considerare un allergene potente e pericoloso anche perché, a differenza di altri alimenti, quando subisce il processo di tostatura ad alta temperatura, non riduce la propria allergenicità, come avviene di solito ma, al contrario, la esalta rendendola resistente e, quindi, inattivabile anche dalla digestione.
Altri metodi di cottura come la bollitura e la frittura, invece, quest’ultima molto praticata in Cina, non provocano tali effetti collaterali, motivo per cui in questo paese l’Allergia risulta meno frequente. Per quanto riguarda infine l’olio di arachidi, se prodotto correttamente, non dovrebbe contenere proteine del frutto e pertanto è un alimento che non dovrebbe provocare reazioni; è utile, comunque, adottare la massima cautela nei Pazienti allergici per la possibile contaminazione dell’olio con tracce di proteine di arachide.

... appartenente alle leguminose

Da un punto di vista botanico, le arachidi appartengono alla famiglia delle leguminose, anche se la crossreattività fra arachide e legumi, ossia la possibilità che il Paziente allergico alle arachidi reagisca anche ad altri alimenti della stessa famiglia, è in genere bassa; i Pazienti allergici, infatti, tollerano i legumi compresa la soia; l’unico legume che cross-reagisce in modo significativo con l’arachide sembra essere il lupino che può essere consumato come tale o, cosa sicuramente più pericolosa, può trovarsi come ingrediente nascosto all’interno di alcune farine come, ad esempio, quella di grano ma anche nelle pastelle per friggere.


Sintomi di diversa gravità

I sintomi dell’Allergia alle arachidi possono essere vari e con diversi livelli di gravità. Innanzitutto può trattarsi di Sindrome Orale Allergica (così denominata perché i sintomi sono limitati alla mucosa del cavo orale), che rappresenta sicuramente la forma più comune ma anche la meno grave; altri possibili sintomi, affatto infrequenti, possono essere vomito, diarrea, orticaria, edema e anafilassi.
Quest’ultima rappresenta la manifestazione allergica più grave in quanto coinvolge contemporaneamente più organi e apparati e, se non trattata in modo veloce e adeguato, può provocare, purtroppo, anche la morte del Paziente. L’intervallo di tempo fra ingestione e reazione è variabile da pochi minuti a qualche ora e, come per altri alimenti, quest’ultima può essere accelerata o peggiorata dall’assunzione contemporanea di aspirina e/o altri farmaci antiinfiammatori, bevande alcoliche, esercizio fisico e alte temperature dell’ambiente circostante.

Per una diagnosi corretta

Per la diagnosi allergica, l’esame principale e necessario rimane sempre il Test cutaneo (Prick test), mentre il corrispondente di tale test sul sangue, ovvero il dosaggio delle IgE specifiche o RAST eseguito con estratto completo di arachide, risulta scarsamente attendibile in quanto induce di frequente falsi positivi e negativi. Altrettanto importante e utile è conoscere, identificare e dosare i singoli e molteplici allergeni dell’Arachide, in quanto alla loro presenza sono associati sintomi di gravità diversa. Negli ultimi anni ciò è reso possibile grazie a nuove tecniche di laboratorio che consentono di misurare gli anticorpi IgE specifici per gli allergeni molecolari attualmente disponibili non solo per l’arachide e per le altre sostanze alimentari ma, ad esempio, anche per quelle inalanti e per il veleno degli insetti imenotteri (api, vespe, calabroni, ecc.). In questo modo gli allergeni dell’arachide sono stati classificati in allergeni termo-gastro stabili (resistenti a calore e digestione) e allergeni gastro e termo labili (resi inattivi dalla digestione e dal calore): mentre ai primi sono associate in genere reazioni gravi, ai secondi, invece, reazioni più lievi. Fra gli allergeni gastro e termostabili troviamo, in particolare, le proteine di deposito, le più pericolose, e le LTP, che possono indurre sintomi gravi; fra quelli gastro e termo labili troviamo, al contrario, le PRP-10 (proteine simili all’allergene principale della betulla) e la profilina che possono provocare sintomi lievi e non pericolosi per la salute del Paziente.

Divieto di assunzione

Una volta stabilita la diagnosi che, naturalmente, deve essere il più precisa e specifica possibile, sia per poter dare al Paziente le indicazioni di comportamento alimentare corrette sia per non imporgli limitazioni dietetiche inutili e talvolta addirittura dannose, l’unica terapia e/o strategia di prevenzione attualmente possibile ed efficace, a parte il trattamento farmacologico e, qualora necessario, rianimatorio delle reazioni acute, è il divieto permanente e assoluto di assunzione di questo alimento. Da alcuni anni, nei bambini, si può tentare di procedere ad una desensibilizzazione orale, somministrando dosi via via crescenti di arachidi, tuttavia queste procedure possono provocare effetti collaterali e, quindi, devono essere eseguite in ambienti protetti e specializzati necessitando, comunque, di studi e osservazioni ulteriori.

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