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Melanoma, la prevenzione è possibile

Autore: Prof. Domenico Francesco Rivelli

I Tumori cutanei possono essere evitati limitando l’esposizione al sole e controllando forma, dimensioni e colore dei Nei

Il Melanoma è un tumore maligno che ha origine dai melanociti, le cellule della cute e delle mucose preposte alla produzione della melanina (la sostanza che determina il colore della pelle). In particolare, il Melanoma può originarsi dai melanociti che costituiscono i Nei (che di per sé sono tumori benigni della pelle) oppure dai melanociti posti in sedi extracutanee, come l’occhio, l’orecchio interno e le meningi. In generale, si tratta di una neoplasia complessivamente rara, ma in aumento progressivo durante gli ultimi 50 anni nelle popolazioni di pelle bianca. Il Melanoma rappresenta infatti circa il 2-3% di tutti i tumori maligni in Nord Europa e negli Stati Uniti. Recenti studi epidemiologici ci dicono, inoltre, che l’età media di insorgenza del Melanoma sta progressivamente diminuendo: circa la metà dei casi è diagnosticata in Pazienti con meno di 50 anni, il 30% prima dei 45 anni.

L’aumento dei casi

L’aumento dell’incidenza, registrato in tutto il mondo negli ultimi decenni, viene imputato in parte alla crescente ed eccessiva esposizione solare. In Italia l’incidenza è tendenzialmente più frequente al Nord; nel 2013, secondo le ultime stime, sono stati quasi 10.500 i nuovi casi di insorgenza del Melanoma, con una lieve preponderanza nei maschi. Nella graduatoria per mortalità da tumore, infine, il Melanoma è attualmente 13°, con 2 casi all’anno ogni 100.000 abitanti per le donne e 2,8 per i maschi. La probabilità di morire a causa di un Melanoma maligno cutaneo è piuttosto remota, visto che i decessi per Melanoma maligno costituiscono l’1% di tutta la mortalità per tumore (1,1% negli uomini; 0,9% nelle donne).

Il ruolo della prevenzione

La diagnosi precoce ha un ruolo fondamentale nella prevenzione del Melanoma: le campagne di informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei confronti delle lesioni pigmentate hanno spinto un numero sempre crescente di Pazienti a sottoporsi ad un accurato esame della cute. In ogni individuo, infatti, si osserva un numero variabile di Nei melanocitici benigni, prevalentemente acquisiti, di pochi millimetri di diametro, colore omogeneo, forma e contorni regolari. Accanto a questi possono essere presenti anche lesioni pigmentate atipiche per dimensioni, forma, contorni e distribuzione del colore. Si tratta dei cosiddetti Nei (o Nevi) “displastici” che, per i loro aspetti clinici ed istologici intermedi fra quelli dei comuni Nei e quelli del Melanoma, sono considerate lesioni a rischio per l’insorgenza di questo temibile tumore cutaneo. Da non sottovalutare, inoltre, sono i Nei melanocitici congeniti, spesso di imponenti dimensioni, anch’essi indicati come sedi elettive di insorgenza del Melanoma. Se, inoltre, consideriamo che anche i Nei più banali possono mostrare trasformazioni, e che il Melanoma può insorgere non solo su Nei preesistenti ma anche sulla cute indenne, è intuitiva l’importanza della prevenzione e dalla diagnosi precoce. Le cause dell’insorgenza del Melanoma purtroppo non sono state ancora identificate, ma al suo sviluppo concorrono sicuramente fattori genetico-familiari ed ambientali.


 

Fattori genetici

I principali fattori di rischio di tipo genetico-familiare sono:

  • familiarità per il Melanoma;
  • precedente Melanoma riscontrato nel soggetto;
  • fototipo del soggetto (ossia il tipo di carnagione, determinato dalla qualità e quantità di melanina presente nella pelle; le persone con la carnagione più chiara hanno una maggiore sensibilità ai raggi ultravioletti della luce solare);
  • numero di Nei comuni;
  • numero di Nei atipici;
  • eventuale presenza di Nei congeniti di grandi dimensioni;
  • eventuale assunzione di farmaci immunosoppressori (utilizzati per curare gravi patologie autoimmuni e, in caso di trapianto, per evitare il rigetto).

Fattori ambientali

Il più importante fattore di rischio per la popolazione di pelle bianca è l’eccessiva esposizione solare. Va sottolineato che il Melanoma, più che dall’esposizione cronica al sole, sembra condizionato da quella violenta ed intermittente. Sono, quindi, assolutamente da evitare le ustioni solari, soprattutto in età infantile, perché la cute dei bambini è più sottile e sensibile di quella degli adulti. Sono determinanti, quindi, proprio i primi anni di vita per stabilire quello che succederà alla pelle in età adulta. Occorre ricordare che l’intensità della radiazione solare non è costante ma varia a seconda delle fasce orarie (tra le 11 e le 16 si concentra il 95% di tutta l’irradiazione), della stagione, dell’altitudine (+4% ogni 300 metri) e della latitudine (aumenta all’avvicinarsi dell’equatore). Inoltre, giocano un ruolo importante le superfici riflettenti: l’acqua infatti aumenta l’intensità della radiazione del 10%; la sabbia tra il 10 e il 25%; la neve addirittura dell’80%. Altri fattori di rischio, infine, sono rappresentati dalle eventuali radiazioni ionizzanti o da alcuni composti chimici (arsenico, catrame e oli minerali) a cui si può essere esposti per motivi lavorativi.

Le regole da seguire

La prevenzione primaria è rivolta ad evitare alcuni fattori di rischio come l’eccessiva esposizione solare. E’ importante seguire alcune regole pratiche:

  • evitare l’esposizione al sole nelle ore di massima irradiazione (11- 16);
  • scegliere la protezione più adeguata al proprio tipo di pelle (gli individui di fenotipo I e II, che hanno la carnagione più chiara, devono utilizzare prodotti con un fattore di protezione superiore a 50). In ogni caso, è opportuno non utilizzare creme con indice di protezione inferiore a 10, oltre ad applicare il prodotto in modo uniforme prima dell’esposizione. Non vanno dimenticati punti spesso trascurati come il dorso delle mani e dei piedi ed il padiglione auricolare, soprattutto nei bambini, e bisogna rinnovare l’applicazione ogni due ore, dopo il bagno o dopo una sudorazione eccessiva. Il fotoprotettore va utilizzato anche nelle giornate nuvolose, perché le radiazioni ultraviolette sono ugualmente presenti e dannose. Se ci si espone per lungo tempo è opportuno coprirsi con indumenti (se gli abiti sono bagnati l’effetto protettivo cala del 50%);
  • utilizzare sempre cappelli ed occhiali da sole con filtri UV prestare attenzione alle superfici rifrangenti: neve, acqua e sabbia riflettono i raggi solari aumentando il loro effetto sulla pelle, quindi è opportuno utilizzare la protezione solare anche sotto l’ombrellone;
  • nelle zone tropicali o in alta montagna, dove l’intensità dei raggi UV è più alta, utilizzare sempre prodotti con fattore di protezione superiore a 50;
  • limitare l’utilizzo di lettini a raggi UVA artificiali, che presentano gli stessi rischi della radiazione solare naturale;
  • non esporre neonati e bambini al di sotto dei 3 anni al sole diretto: è necessario proteggerli sempre con cappello, occhiali da sole, t-shirt e creme solari con indice di protezione molto alto.

Oltre a queste regole di base, è opportuno svolgere una prevenzione “secondaria”, che consiste nella diagnosi tempestiva con l’autoesame della cute e un primo controllo dei Nei da parte del Medico. Il Melanoma, insorgendo sulla cute, è facilmente visibile e pertanto può essere sospettato con un “semplice” autoesame.

L’autoesame della pelle

Anche se può insorgere su tutta la superficie cutanea, il Melanoma è più frequente sulle gambe nelle donne e sul dorso negli uomini. Per un corretto autoesame è necessario spogliarsi completamente ed osservare tutta la superficie cutanea, incluso il cuoio capelluto, le pieghe tra le dita e la pianta dei piedi, facendosi aiutare da un familiare o utilizzando due specchi per evidenziare le zone meno accessibili. Poiché non tutte le lesioni pigmentate della cute sono Nei, un metodo di autoesame di semplice esecuzione è il cosiddetto “sistema A B C D E”:
A = asimmetria della lesione;
● B = bordi irregolari, frastagliati;
● C = colore policromo e nero;
● D = dimensioni maggiori a 5 mm di diametro;
E = evoluzione: modificazioni della dimensione, forma e colore in un breve periodo di tempo (6-8 mesi) possono essere sospette, specie se le lesioni compaiono dopo i 40 anni.

Se un Neo sembra crescere rapidamente, oppure presenta bordi irregolari o asimmetrie, è bene effettuare un controllo più approfondito da uno Specialista. I parametri che identificano una lesione sospetta, riassumendo, sono le evidenti variazioni di forma, colore e dimensioni dei Nei, la loro recente comparsa e la loro eventuale colorazione policroma (più di 3 colori), oltre al prurito associato ad un particolare Neo.

Diagnosi tempestiva

Parlando in termini generali, la prevenzione e la diagnosi precoce guariscono il 54% di tutti i casi di cancro. Intensificando le campagne di sensibilizzazione si potrebbe arrivare fino all’80% di casi di guarigione. Questa certezza fa sì che la Lega Italiana per la Lotta ai Tumori sia sempre più attiva sul fronte della prevenzione, sia quella primaria (l’adozione di stili e comportamenti di vita salutari), sia quella secondaria (la diagnosi precoce dei tumori della mammella, del collo dell’utero, del colon-retto, della prostata, del cavo orale e della cute).