Nel linguaggio comune il termine Labirintite è associato all’idea di Vertigine, con perdita improvvisa dell’equilibrio e invalidante sensazione di vedere il mondo girare, spesso associata a sintomi come nausea, vomito, sudorazione, pallore. In realtà si tratta di una disfunzione a carico delle strutture dell’orecchio interno, il labirinto, dove hanno sede l’organo dell’udito nella chiocciola, e l’organo dell’equilibrio nel vestibolo.
Le cause di Vertigine acuta sono molteplici e oggi ben conosciute e definite in un campo della Medicina che si chiama Vestibologia. Il Vestibologo è un Otorinolaringoiatra che si dedica a questo settore, dispone delle conoscenze e dei mezzi diagnostici per inquadrare in maniera corretta i disturbi dell’equilibrio.
Le cause di Vertigine possono essere periferiche, quando il problema risiede nell’orecchio interno e quindi nel vestibolo, o centrali, quando sono coinvolti i centri nervosi (tronco encefalo e cervelletto) deputati all’elaborazione dei segnali provenienti dai due labirinti, che verranno poi integrati con altre informazioni sensoriali.
Vertigine periferica e manovre liberatorie
La causa in assoluto più frequente di Vertigine periferica è la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna (VPPB), dovuta ad un disturbo meccanico periferico del labirinto: piccoli cristalli di carbonato di calcio, gli otoliti, distaccatisi dalle macule vestibolari (formazioni in cui hanno sede i recettori sensoriali sensibili all’accelerazione di gravità), galleggiando nel liquido che riempie le cavità del labirinto, si impegnano nei canali semicircolari, rendendoli così sensibili alla gravità e generando vertigine, violenta e transitoria, ai cambiamenti di posizione del capo, appunto una Vertigine “parossistica posizionale”.
La Vertigine si accompagna, tipicamente, a movimenti automatici e involontari degli occhi definiti “nistagmo”, la cui interpretazione consente al Vestibologo di fare diagnosi di VPPB e di curare immediatamente il Paziente, sottoponendolo alle cosiddette “manovre liberatorie”. Queste ultime sono movimenti che lo Specialista fa compiere al Paziente sul lettino da visita, atti a guidare gli otoliti fuori dal canale semicircolare interessato, ottenendo così la risoluzione immediata della vertigine. Inoltre, l’utilizzo del Videonistagmoscopio, strumento che consente di guardare su di un monitor gli occhi ingranditi del Paziente, permette di ottenere elevatissime percentuali di risoluzione di questa frequente causa di Vertigine già dal primo trattamento.
L’interesse del mondo scientifico è oggi proiettato sulla prevenzione di questa diffusissima forma di Vertigine, e sui rapporti della sua ricorrenza con la carenza di vitamina D, importante nel fissare il calcio nelle ossa, ma probabilmente, anche negli otoliti costituiti da carbonato di calcio.
L’Emicrania vestibolare
Altra causa di Vertigine ricorrente, ancora non sufficientemente conosciuta, è l’Emicrania, cioè un disturbo neurologico complesso, attribuito ad un insieme di fattori ambientali e genetici, i cui due sintomi principali sono la Cefalea ricorrente e la Vertigine ricorrente. Quest’ultima è definita “Emicrania Vestibolare” ed ha caratteri clinici ben noti e riconoscibili dal Vestibologo.
La terapia è farmacologica ed è mirata sia alla prevenzione, per diradare la frequenza e l’intensità delle crisi, sia alla cura degli attacchi acuti.
Da studi recenti emerge che l’Emicrania vestibolare sia come frequenza la seconda causa di Vertigine; inoltre, nei soggetti emicranici la stessa Vertigine Parossistica Posizionale Benigna ha maggiore incidenza rispetto alla popolazione non emicranica.
La Malattia di Menière
La terza causa di Vertigine ricorrente è la Malattia di Menière. Quest’ultima associa nella crisi acuta, la cui durata varia dai 20 minuti alle 12-24 ore, altri due sintomi caratteristici: l’abbassamento transitorio dell’udito (Ipoacusia), che ritorna normale alla risoluzione della crisi, e l’Acufene, un forte ronzio nell’orecchio colpito. Il meccanismo causale è attribuito ad uno scompenso nel ricambio dei liquidi all’interno del labirinto con crisi che ne aumentano la pressione.
La Malattia di Menière purtroppo accompagna il Paziente a vita, presentando fasi diverse, con differente incidenza delle crisi. In fase attiva è altamente invalidante, per frequenza, intensità e imprevedibilità delle crisi. La terapia è farmacologica, ma la regolarità nello stile di vita e nelle norme dietetiche possono aiutare molto al controllo della sintomatologia. Infine, affinità rilevanti sono state sottolineate dai Ricercatori fra Malattia di Menière ed Emicrania.
La Labirintite
La perdita improvvisa della funzione di un labirinto scatena la più intensa Vertigine che si possa mai provare: la Labirintite, definita anche “Neuronite vestibolare”. È più corretto, in effetti, parlare di Deficit Vestibolare Acuto (DVA) che può essere causato da un problema circolatorio acuto oppure da un danno virale a carico del vestibolo. La diagnosi differenziale tra queste due cause è quasi sempre impossibile, ma la terapia non cambia.
Alla terapia farmacologica il Vestibologo associa sempre, e quanto prima possibile, una terapia riabilitativa, con esercizi mirati a ristabilire nel più breve tempo possibile il cosiddetto “compenso vestibolare”, cioè la capacità dei centri nervosi deputati alla gestione dell’equilibrio di “riequilibrare” un messaggio non più bilanciato proveniente dai due labirinti. Il recupero pieno delle attività richiede, soprattutto negli anziani, alcune settimane. Ma la vertigine acuta associata a nistagmo intenso deve essere sempre differenziata da cause centrali (quando cioè sono coinvolti i centri nervosi). Ecco quindi che la clinica permette di rilevare segnali specifici di risposta del labirinto e del sistema vestibolare con l’esecuzione di test diagnostici da eseguire sul Paziente in fase acuta. Tali test consentono di far sospettare un possibile danno circolatorio ischemico a carico del sistema nervoso centrale. A questo scopo sono stati messi a punto protocolli diagnostici accurati ed efficienti per dirimere la diagnosi in fase acuta fra cause periferiche e centrali. Ad esempio, l’associazione di Vertigine violenta e improvvisa alla repentina perdita dell’udito monolaterale viene spesso imputata ad una Labirintite, ma la clinica deve in questi casi escludere un possibile danno centrale.
Cosa fare in caso di Vertigine
In caso di Vertigine, è necessario consultare quanto prima possibile, entro 24/72 ore, un esperto Vestibologo. I segni clinici, e tra questi, primo tra tutti, il nistagmo, vanno infatti esaminati in fase acuta, quando il sintomo vertigine è ancora presente. Talvolta, invece, viene impropriamente consigliato di attendere a letto la risoluzione della fase acuta, per poi arrivare alla valutazione dello Specialista dopo settimane o addirittura mesi, avendo segni clinici ormai attenuati e modificati.
Occorre inoltre ridurre al minimo indispensabile e per il minor tempo necessario, l’utilizzo di farmaci sedativi, cosiddetti “vestibulo-soppressori” che, se pure attenuano il disturbo soggettivo legato al disequilibrio e alla sintomatologia associata, quali nausea e vomito, sono spesso gravati da effetti collaterali (stordimento, sonnolenza) e rallentano i tempi del normale recupero. Utile, invece, sotto la guida del Vestibologo, riprendere quanto prima una regolare attività fisica, integrata, ove indicato, da un programma personalizzato di riabilitazione vestibolare.
Se la Vertigine colpisce le persone anziane
Discorso a parte merita il Paziente anziano, in cui il disturbo di equilibrio e la Vertigine acuta, in particolare durante il lungo periodo di convalescenza che ne segue, aumenta enormemente il rischio caduta. Circa un quinto degli anziani riferisce Vertigini. Quest’ultimo punto ha assunto oggi una importanza rilevante poiché la Vertigine acuta viene annoverata tra le più frequenti cause di aumentato rischio di caduta del Paziente anziano.
Estrema cura, quindi, bisognerà rivolgere al Paziente anziano in fase di convalescenza da un episodio di Labirintite, cercando di ridurre al minimo il ruolo della terapia farmacologica, sia per non gravare sul già ampio ventaglio terapeutico delle patologie senili, sia per evitare il rischio di eventuali interazioni farmacologiche, ed associando programmi mirati di riabilitazione ed esercizi da eseguire a casa con l’aiuto dei familiari. Ecco alcuni consigli pratici, utili soprattutto per le persone più anziane:
- se ci si sente instabili o se si avverte girare la testa, consultare il Medico di famiglia
- richiedere il consulto di un Vestibologo prima di eseguire esami potenzialmente inutili quali ad esempio Radiografia della colonna cervicale o TAC
- razionalizzare i farmaci, soprattutto per le interazioni con le terapie croniche (con l’aiuto dello Specialista)
- correggere eventuali deficit visivi e uditivi, e migliorare la motilità articolare e le performance motorie quando possibile
- modificare lo stile di vita, incrementando l’attività fisica moderata
- ridurre al minimo l’allettamento
- creare percorsi domestici sicuri per ridurre il rischio di cadute