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Otite nei bambini, come trattarla?

Autore: Dott. Giuseppe GullottaDott.ssa Graziana GullottaDott.ssa Melissa Gullotta

Grazie all’uso di antidolorifici ed eventuali antibiotici, è possibile risolvere questa infiammazione tipica dell’età infantile 

L’Otite media acuta (OMA) è un’infezione dell’orecchio medio (ovvero la porzione di orecchio compresa tra timpano e orecchio interno) che, in età infantile, rappresenta, accompagnata da febbre, la causa più comune di mal d’orecchio; può manifestarsi, in particolare, nei primi tre anni di vita e, in generale, nella stagione autunno-invernale.
Il numero di bambini che ne soffre, infatti, è abbastanza significativo: si stima che circa l’80% dei bambini abbia almeno un episodio di Otite nel corso dei primi anni di vita e che, nel 50% dei casi, tale Otite sia ricorrente; per Otite media acuta ricorrente (OMAR), invece, si intende la ricorrenza di almeno quattro episodi all’anno, oppure, di tre episodi nell’arco di sei mesi. Vediamo meglio di cosa stiamo parlando.

Come riconoscerla

L’Otite media acuta interessa quella parte del sistema uditivo situata tra la membrana timpanica e l’orecchio interno, chiamata appunto orecchio medio, in cui sono situati la cassa timpanica e la cosiddetta “catena dei tre ossicini dell’udito” (martello, incudine e staffa) e che svolge il compito di trasmettere le vibrazioni sonore dalla membrana timpanica alle strutture dell’orecchio interno, dove gli impulsi vengono trasformati in segnali nervosi poi inviati al sistema nervoso centrale. Questo tipo di Otite si sviluppa generalmente in seguito ad un’infezione delle prime vie aeree e può essere di natura virale o batterica: per questo motivo un episodio di Otite è spesso preceduto da qualche giorno da Faringotonsillite, Rinosinusite o sintomi simil-influenzali e, nella maggior parte dei casi, viene trattata con antibiotici somministrati per bocca, al contrario dell’altro tipo di Otite più frequente nei bambini, ovvero l’Otite esterna (coinvolge la cute che riveste il condotto uditivo esterno), che invece viene curata tramite terapia locale con antibiotico in gocce.

Quali sono i sintomi

Il sintomo più caratteristico dell’Otite media acuta è un dolore all’orecchio molto spesso accompagnato da febbre; il dolore viene generalmente riferito all’orecchio interessato e alla regione circostante, ma può essere esteso anche alla regione mandibolare (mal di denti) e mascellare o, nei casi più severi, dare luogo ad un attacco di Emicrania nel lato colpito dall’infiammazione. L’Otite esordisce generalmente in modo brusco e improvviso, con dei picchi di dolore acuto alternati a momenti di fastidio sordo (il bambino percepisce la sensazione di peso o di un corpo estraneo all’interno dell’orecchio); la febbre è più spesso elevata, con picchi oltre i 38°C, ma può avere anche le caratteristiche di una febbricola persistente con temperature corporee che non superano i 38°C. Talvolta i bambini più grandicelli possono descrivere una riduzione della capacità uditiva (sentono i suoni più ovattati ed hanno la sensazione di un formicolio quando ascoltano i suoni più forti); al contrario nei più piccoli, dove la sintomatologia classica può essere del tutto assente, l’Otite può manifestarsi con inspiegabili crisi di pianto inconsolabile precedute da momenti di maggiore irritabilità, riduzione dell’appetito o da cambiamenti della consistenza delle feci e del ritmo evacuativo (anche se, nei casi in cui dovesse comparire vomito, il quadro può essere completamente sovrapponibile a quello di una Gastroenterite acuta): in questi casi il pianto evocato da una leggera pressione digitale sul trago (sporgenza triangolare che si trova davanti al padiglione auricolare) e il fatto che i piccoli tendano a portarsi continuamente la mano all’orecchio infiammato rappresentano due validi indizi per sospettare l’esistenza di un’Otite media acuta.

Cause e fattori di rischio

Le cause più frequenti di insorgenza di Otite media acuta, nell’80% dei casi di natura batterica, è da ricondurre all’azione di alcuni agenti patogeni come, ad esempio, “Streptococcus pneumoniae” (nel 30-40% dei casi), “Haemophilus influenzae” (nel 10-20% dei casi) e, meno frequentemente, “Streptococcus pyogenes/ Moraxella catarrhalis”.
L’introduzione della vaccinazione antipneumococcica ed antihaemophilus sta fortunatamente riducendo sia il numero di casi di Otite batterica (a favore di quelli di natura virale o da batteri meno invasivi), che le possibili complicanze (in termini di gravità e frequenza); nel restante 20% dei casi, l’Otite media acuta è invece legata a infezioni di natura virale. Alcuni bambini possono essere maggiormente predisposti e sviluppare episodi ripetuti di OMA, anche più di uno al mese; in questi casi i fattori di rischio più frequenti possono essere l’Ipertrofia adenotonsillare, l’esposizione al fumo di sigaretta, la scarsa attenzione all’igiene orale e nasale, l’uso prolungato del ciuccio e l’allattamento artificiale.


Situazioni che possono favorirne l’insorgenza

Per quanto riguarda la correlazione tra piscina e comparsa di Otite, è verosimile che, soprattutto nelle piscine di casa o comunque in quelle molto affollate, dove non è possibile svolgere un’adeguata disinfezione, il bagno in acque contaminate possa favorire lo sviluppo di un’infezione batterica dell’orecchio medio, oltre che Otiti esterne e Otomicosi (infezione fungina che colpisce soprattutto l’orecchio esterno). In queste situazioni si consiglia di fare particolare attenzione a mantenere ben asciutte le orecchie e i capelli nelle regioni della nuca, in quella retroauricolare e periauricolare (dopo aver scrupolosamente asciugato i capelli, ci si può aiutare anche utilizzando cappellini che coprano entrambe le orecchie): è importante, infatti, evitare che all’interno dell’orecchio medio si sviluppi un microambiente umido ideale per la proliferazione dei batteri e, quindi, per la possibile comparsa di Otite.

La diagnosi

Per definire una diagnosi di Otite media acuta, unitamente alla storia clinica e alla valutazione dei sintomi (esordio acuto, febbre, mal d’orecchio, Otorrea), è indispensabile eseguire un esame otoscopico al fine di individuare le caratteristiche alterazioni della membrana timpanica (aumento del flusso sanguigno, alterazione del colorito e della superficie dell’orecchio che da liscia diventa distrofica), oltre all’estroflessione (ripiegamento della membrana verso l’esterno) della stessa a testimonianza della presenza di liquido dietro al timpano (versamento endotimpanico).

Le possibili complicanze

Circa il 10-15% dei casi di Otite media acuta tende ad andare incontro a possibili complicanze: la più frequente è senza dubbio la perforazione della membrana timpanica, evento facilmente riconoscibile per la repentina scomparsa del dolore e per la fuoriuscita di secrezione purulenta visibile nel condotto uditivo esterno e nel padiglione auricolare (Otorrea); in questi casi la membrana timpanica si ricostituisce spontaneamente nel giro di 7–10 giorni ed è accompagnata da un deficit uditivo (generalmente di grado lieve) che si risolve un po’ più tardivamente, ovvero a seguito della completa guarigione del processo infiammatorio dell’orecchio. Più preoccupanti, invece, sono le possibili complicanze legate alla diffusione dell’infezione batterica nei tessuti circostanti l’orecchio (Mastoidite, Meningite, Ascessi parotidei o retrofaringei, Ascessi cerebrali, Paralisi del nervo facciale) che si riducono notevolmente in seguito all’introduzione della terapia antibiotica e che possono essere sospettate in caso di mancata scomparsa o riacutizzazione della febbre e/o del dolore stesso.

Quale terapia e per quanto tempo?

La terapia per l’Otite media acuta prevede generalmente l’impiego di farmaci antifebbrili (antipiretici), antidolorifici (analgesici) e antibiotici; in tutti i casi di Otite è sempre indicata la somministrazione di paracetamolo o ibuprofene, che svolgono una funzione sia antidolorifica che antipiretica e, nel caso del solo ibuprofene, una potente azione antinfiammatoria. A differenza di quanto succedeva fino a pochi anni fa, la terapia antibiotica viene oggi limitata a specifiche condizioni cliniche in base all’età del Paziente, in considerazione del fatto che, seppur di natura batterica, la stragrande maggioranza delle Otiti si risolva spontaneamente senza alcuna complicanza e al fine di ridurre l’impiego incondizionato di antibiotici (e pertanto dei possibili effetti collaterali, mai trascurabili); detto questo, l’antibiotico di prima scelta è rappresentato dall’amoxicillina, da somministrare nel dosaggio di 50 mg/kg al giorno per via orale (suddivisi in tre somministrazioni giornaliere) nei casi non complicati (e senza Otorrea), oppure nel dosaggio di 80-90 mg/kg al giorno per via orale (divisi in 2-3 somministrazioni al giorno), in associazione ad acido clavulanico, nei casi più complicati o in presenza di recidive. Relativamente all’età del piccolo Paziente, gli antibiotici sono da utilizzare:

  • sotto i due anni di età, in caso di Otite media acuta bilaterale e Otite media acuta monolaterale con sintomi gravi (febbre alta oltre i 39°C, Otorrea, dolore inconsolabile, riduzione della capacità di alimentarsi, vomito); in questa fascia d’età si tende a prolungare la terapia fino ad una durata totale di dieci giorni;
  • sopra i due anni di età, in caso di Otite media acuta, monolaterale o bilaterale, con sintomi gravi (febbre elevata, Otorrea, dolore inconsolabile, riduzione della capacità di alimentarsi, vomito); in questa fascia di età si tende, invece, a ridurre la durata della terapia per un totale di cinque giorni in assenza di fattori di rischio per insorgenza di complicanze.

In tutti gli altri casi è sufficiente attendere pazientemente, con il supporto valido e attento dei genitori, la spontanea guarigione dell’infiammazione, tamponando i sintomi con analgesici somministrati per via orale (sistemica).

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