Durante una passeggiata all’aria aperta non è difficile imbattersi in una pianta comune in tutta Italia, che cresce al margine dei campi, lungo le strade e le siepi, nei prati, nei luoghi erbosi dei boschi, dal mare alla regione montana, la Malva. Originaria dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa settentrionale, il suo nome scientifico è “Malva sylvestris L.”; si tratta di una delle specie più note e studiate in Fitoterapia. Il nome deriva dal greco “malátto” (io rammollisco) e “malákhe” (emolliente, benevola) in riferimento alle sue principali attività terapeutiche.
Una storia molto antica
Le prime testimonianze storiche dell’utilizzo di questa pianta sono state datate intorno al 3000 a. C., in Siria, successivamente al ritrovamento dei suoi semi tra i denti di un cranio umano fossilizzato. I romani la utilizzavano già nel 700 a.C. come alimento e soprattutto per le sue proprietà lassative.
In Italia, ma più in generale in gran parte della regione mediterranea, “Malva sylvestris L.” gode ancora di un larghissimo impiego popolare, in quanto tutt’oggi utilizzata come espettorante e come collutorio, in caso di gengiviti e di infiammazioni del cavo oro-faringeo.
Dalla pianta ai preparati
“Malva sylvestris L.” appartiene alla famiglia delle Malvaceae, è una specie perenne di aspetto erbaceo. I fiori sono formati rispettivamente da 5 sepali triangolari e da 5 petali bilobati di color rosa-violaceo. Generalmente raggiunge i 60 cm di altezza, ma talvolta può presentare steli che possono arrivare 1,5 m di lunghezza.
La parte essiccata della pianta che contiene i principi attivi e che viene utilizzata per realizzare i preparati fitoterapici, è rappresentata da foglie e fiori, in quanto in essi si riscontra la maggior concentrazione dei principi attivi di interesse fitoterapico, tra i quali spiccano mucillagini, flavonoidi e antociani (soprattutto nei fiori), complessi vitaminici A, B e C, carotene, ossalati di calcio e potassio.
Le mucillagini sono uno dei principali componenti responsabili degli effetti terapeutici della malva e se ne ritrovano elevate percentuali in foglie, fiori e radici. Queste sono costituite principalmente da acido glucuronico, galatturonico, uronico, ramnosio, galattosio, fruttosio, glucosio e saccarosio.
Proprietà emollienti e non solo
Un importantissimo parametro necessario per la determinazione della qualità della parte essiccata è rappresentato dall’indice di rigonfiamento: questo è definito da un valore che rappresenta la quantità di acqua che un campione di parte essiccata riesce ad assorbire nell’unità di tempo. In termini più semplici, il campione viene messo a contatto con acqua per un certo periodo; al termine del lasso temporale, viene calcolato l’aumento di volume della droga che sarà tanto maggiore quanto la sua capacità di assorbire l’acqua. A tal proposito la Farmacopea Europea prescrive un indice di rigonfiamento non inferiore a 7 per le foglie di Malva e non inferiore a 20 per i fiori. Quest’ultimo è un valore davvero elevato, a conferma delle ottime proprietà lassativo-emollienti di cui gode la specie e che ne testimonia il suo largo utilizzo. Tra le molteplici proprietà attribuite alle preparazioni a base di Malva, le principali sono la regolarizzazione del transito intestinale, la fluidificazione delle secrezioni bronchiali e gli effetti antinfiammatori che esercita sul cavo orofaringeo. Questi effetti sono prettamente dovuti all’abbondante presenza di mucillagini che, grazie alle loro proprietà idrofile e osmotiche, sono in grado di trasportare discreti volumi di acqua, determinando gli effetti emollienti e lenitivi.
Infusi e decotti
Le preparazioni autorizzate in campo medico prevedono l’utilizzo, sia per uso interno che per uso esterno, delle foglie e dei fiori e, a tal proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e la European Scientific Cooperative on Phytotherapy (ESCOP) descrivono soprattutto il loro utilizzo per l’allestimento di preparazioni acquose come, ad esempio, gli infusi.
Per uso interno, come infuso o decotto, la dose da assumere è una tazza per 2 o 3 volte al giorno. L’infuso viene preparato versando una tazza di acqua bollente su un cucchiaio da minestra abbondante di foglie e fiori in taglio tisana, lasciando in infusione qualche minuto (5-15 min) e poi filtrando con un colino. Il decotto si prepara invece facendo bollire la droga in acqua per 5- 20 minuti e poi filtrando, come appena descritto. Queste preparazioni sono utili in caso di Bronchite, Tosse, Infezioni della gola, catarro, Asma e Gastrite.
Depura il fegato e cura le gengiviti
Numerosi sono gli studi riguardanti l’utilizzo della Malva, che ne hanno confermato l’uso nella Medicina tradizionale. Impiegata come alimento, oltre ad agire da blando lassativo, è in grado di depurare il fegato, di stimolare la secrezione lattea e di alleviare il bruciore di stomaco.
Per uso esterno, invece, può essere usata come collutorio per gargarismi: le sue capacità antinfiammatorie fanno sì che alcune sue preparazioni vengano largamente utilizzate soprattutto per il trattamento di Gengiviti, Ascessi e Dolore dentale. Infatti, è possibile fare degli sciacqui con un infuso di fiori e foglie, oppure porre le foglie stesse direttamente sulla zona dolorante, avendo l’accortezza di schiacciarle leggermente prima dell’applicazione, soprattutto a livello del cavo orale.
L’azione antimicrobica
La Malva può essere utilizzata anche per il suo potere antimicrobico: l’estratto metanolico ottenuto dai fiori ha infatti dimostrato attività antibatterica nei confronti di alcuni ceppi quali Staphylococcus aureus, Streptococcus agalactiae ed Enterococcus faecalis.
Inoltre, impacchi dell’infuso di foglie e fiori possono essere utilizzati come rimedio a punture di insetti, scottature, foruncoli e piccole ferite e trovano indicazioni anche per il trattamento di Congiuntiviti, Ulcerazioni, Ascessi, Emorroidi, Infiammazioni vaginali e per alleviare l’infiammazione cutanea in caso di eritemi solari.
Ingrediente della cosmesi
Grazie alle sue ottime proprietà emollienti, anche il settore cosmetico utilizza questa pianta. Infatti, oltre ai già citati collutori, non è difficile rintracciare la sua presenza nella composizione di moltissimi prodotti venduti in tutta Europa, come dentifrici, colliri, creme per combattere le couperose, saponette, bagnoschiuma e shampoo, ma anche in prodotti di integrazione alimentare.
Gli studi incentrati sulla valutazione della sicurezza clinica di “Malva sylvestris L.”, rivelano che “Malva flos” e “Malva folium” sono droghe molto sicure, e non sono stati riscontrati effetti indesiderati, né segnalate particolari interazioni. Infine, non sono note controindicazioni. L’unica precauzione da osservare è legata alla presenza delle mucillagini e agli effetti lassativi da esse dipendenti.