Stampa questa pagina

Tetano, quale prevenzione?

Autore: Dott. Tiziano Dall’OssoMelissa Gullotta

La vaccinazione è il mezzo più efficace per prevenire questa malattia, causata dalla contaminazione di ferite da parte di un batterio che spesso si trova nel terreno 

Oggi il Tetano fa meno paura di un tempo, non va però sottovalutato il fatto che questa malattia sia ancora presente e in grado, se non prevenuta e non trattata, di causare notevoli disturbi.   
La tossina che causa la malattia è prodotta dal batterio Clostridium tetani, che si annida nelle ferite contaminate dal terriccio. Vive in ambiente privo di ossigeno (anaerobio) e per questo preferisce le ferite profonde, lacerate e soprattutto trascurate. Il Clostridium tetani è presente nel tratto gastroenterico di molti animali erbivori (soprattutto mucche, cavalli e pecore) e le sue spore vengono eliminate attraverso le feci di questi animali; sono quindi presenti nel terreno dei pascoli e, se in zone umide e argillose, sono in grado di rimanere in vita per molto tempo. Una ferita contaminata con questi terreni, può diventare ambiente ideale per la proliferazione delle spore del Tetano.   

Fonti di contaminazione  

È utile sapere che i ferri arrugginiti possono diventare fonte di infezione, non perché la ruggine sia di per sé inquinata, ma perché il ferro, che è aggredito dalla ruggine, è stato per molto tempo all’esterno e a causa di ciò le spore tetaniche vi hanno trovato un luogo accogliente per vivere.
Anche le spine delle rose possono essere veicolo di contaminazione, in quanto vi è spesso l’abitudine di trattare questi fiori con concimi contenenti escrementi di cavallo. Quando le spore penetrano nella ferita, non necessariamente provocano un’infezione immediata; se non trovano il terreno ideale, rimangono “dormienti”, per poi diventare aggressive anche a distanza di settimane. Non deve quindi illuderci una ferita pulita, in quanto il batterio non provoca ascessi o produzione di materiale purulento. Quando il Clostridium tetani trova il suo terreno ideale, comincia a produrre la tossina tetanica, responsabile dei sintomi neurologici. Se si arriva a questo punto, diventa difficile il controllo della malattia: la tossina ostacola la funzionalità del sistema nervoso, provocando contrazioni e paralisi.   

Prevenire con la vaccinazione  

In Italia, la vaccinazione contro il Tetano è obbligatoria dal 1963, quando si effettuava nel secondo anno di vita e dal 1968 dal primo anno e così succede anche adesso, secondo il calendario ministeriale. Il vaccino è costituito dall’anatossina, cioè la tossina tetanica trattata in modo da perdere la sua tossicità, ma in grado comunque di garantire la produzione di anticorpi che proteggono dalla malattia (con un’efficacia superiore al 95%).
Una volta completato il ciclo vaccinale di base, che in genere coincide con il periodo scolastico obbligatorio, sarà sufficiente, per mantenere la protezione, un richiamo ogni 10 anni.
Purtroppo, nel mondo, si registrano comunque circa 1 milione di casi all’anno di malattia, soprattutto nei continenti, come Asia e Africa, dove la vaccinazione non viene praticata con sufficiente determinazione e dove ad aggravare tale incidenza vi è anche il problema delle scarse misure igieniche.   


 

Cosa fare in caso di ferita  

Come dobbiamo dunque comportarci se ci si ferisce, cioè quando attraverso il sangue vi è la possibilità di un contatto con le spore tetaniche?
Cosa dobbiamo fare se il fatto succede, per esempio, dopo una caduta in un terreno nel quale siano presenti escrementi di animali come il cavallo, la mucca o la pecora, oppure quando ci si ferisce con un ferro arrugginito o una spina di rosa? La prima cosa è sicuramente la disinfezione della ferita con acqua ossigenata, un disinfettante che, a differenza di altri, crea uno stato di aerobiosi (presenza di ossigeno) sfavorevole alla crescita del Clostridium tetani. L’acqua ossigenata inoltre, con la sua effervescenza aiuta ad espellere i batteri e lo sporco dalla ferita stessa. Non dobbiamo fasciare stretta la cute insanguinata, per evitare che la sigillatura favorisca la mancanza di ossigeno che, come abbiamo detto, è il terreno di crescita migliore per il batterio. A questo punto, bisogna controllare lo stato vaccinale del soggetto, bambino o adulto e, nel caso in cui la profilassi sia ancora valida, non dobbiamo più preoccuparci e continueremo solo a disinfettare la ferita. Se invece sono passati più di 10 anni dall’ultima vaccinazione, è opportuno somministrare il prima possibile una immunoglobulina antitetanica, che ha un’efficacia più immediata rispetto al vaccino. In passato questa era ottenuta da siero animale e potevano esserci reazioni allergiche, ora si prepara con derivati di plasma umano e le reazioni sono praticamente inesistenti. Sarà inoltre utile, ma senza urgenza, fare anche una dose di richiamo del vaccino.   

Dalla diagnosi al trattamento  

La malattia, che non è contagiosa e non richiede quindi l’isolamento del Paziente, è tanto più grave quanto minore è il periodo di incubazione, che va da 3 a 21 giorni. La diagnosi è clinica, non vi sono test di laboratorio che la confermino; i sintomi comunque sono evidenti: contrazioni muscolari che, iniziando dal capo, si manifestano poi al tronco e agli arti; il primo segno è il “trisma” cioè la contrattura di un muscolo della faccia, il massetere, che dà al volto un aspetto caratteristico simile ad un sorriso forzato (risus sardonicus), quindi difficoltà di deglutizione, febbre e tachicardia. Il trattamento consiste nella somministrazione precoce di immunoglobuline specifiche; il Clostridium tetani è inoltre sensibile alla penicillina che va usata alla prima comparsa dei sintomi e sarà utile anche la somministrazione di benzodiazepine per controllare i sintomi neurologici.
Per concludere vorrei sottolineare ancora una volta la necessità di fare prevenzione! Il fatto che la diffusione del Tetano per lo più non riguardi il nostro territorio, non ci deve far abbassare la guardia. Non dovrebbe infatti essere messa in discussione l’importanza delle vaccinazioni, a dispetto di chi le osteggia e, sempre in tema di prevenzione, non va dimenticata l’igiene personale, più importante di quanto si pensi e non molto cara ai nostri piccoli Pazienti.   

Cron Job Starts