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Biancospino, amico del cuore

Autore: Dott.ssa Maria Lombardi

L’Agenzia Europea dei Medicinali ne approva l’utilizzo per la cura della tachicardia dovuta ad ansia e dei sintomi da stress, oltre che per favorire il sonno 

Il Biancospino è una pianta da secoli conosciuta e utilizzata in tantissimi campi, dal “land scaping” (architettura del paesaggio) fino alla Fitoterapia. Rispondono a questo nome diverse tipologie appartenenti alla stessa famiglia delle Rosaceae ma, quando si parla di Biancospino in Fitoterapia, ci si riferisce al “Crataegus Oxyacantha”, un arbusto molto ramificato, contorto e spinoso.
Già dal nome italiano, Biancospino, intuiamo le sue caratteristiche: ha fiori bianchi e rami spinosi. Il nome latino invece (Crataegus) trae origine da parole greche: “Kràtos” significa forte e allude alla robustezza della corteccia. Oxyacantha deriva da “oxùs” che significa invece aguzzo e “àxantha” che significa spina.
È fin dall’antichità che si conosce e apprezza questa pianta, non solo per le sue proprietà terapeutiche ma anche per la caratteristica robustezza del suo legno, da sempre utilizzato nelle costruzioni e come combustibile. Fu proprio questa sua caratteristica e la fitta chioma spinosa, che la resero perfetta per le delimitazioni territoriali delle campagne.

Le sostanze contenute

La droga del Biancospino, ossia la parte utilizzata a fini terapeutici, è rappresentata dalle foglie e dalle sommità fiorite essiccate, le quali sono costituite da una composizione molto interessante. La droga medicinale deve contenere non meno dell’1,5% di flavonoidi espressi come iperoside, ma troviamo anche altre componenti molto interessanti ai fini terapeutici. Vitexina, rutina, quercetina e apigenina contribuiscono all’azione cardiotonica, mentre le proantocianidine, come catechine ed epigallocatechina, concorrono all’azione antiossidante e antinfiammatorie.

Benefico per il cuore

L’utilità e fama in ambito salutistico del Biancospino è dovuta alla sua attività sul cuore e sulla circolazione cardiaca. Fa inoltre parte della Medicina tradizionale di moltissimi paesi per le sue proprietà cardiotoniche, ipotensive, e per trattare lievi disturbi gastrointestinali. Viene utilizzato, sempre con le stesse indicazioni, anche da popoli di tutto il mondo, dal Messico alla Cina.
L’EMA (Agenzia Europea dei Medicinali) ne approva l’utilizzo tradizionale per il trattamento di lievi disturbi cardiaci (palpitazioni, tachicardia dovuta ad ansia) e per il trattamento di lievi sindromi da stress mentale, oltre che per favorire il sonno.

Pressione sotto controllo

Come già detto, il Biancospino ha un’azione moderatrice sul cuore, con attività cardioprotettiva avvalorata da studi in vitro, in vivo e negli ultimi anni anche clinici. Questi studi non hanno fatto altro che chiarire il meccanismo d’azione e avvalorare l’efficacia e la sicurezza dei preparati a base di Biancospino. Nella maggior parte dei casi, gli studi sono stati effettuati su un preparato brevettato (conosciuto come WS1442) per Pazienti con Scompenso cardiaco di classe II e III della classificazione NYHA (New York Heart Association).
L’attività farmacologica si esplica con azione di rallentamento della contrazione cardiaca, cosa che la rende particolarmente utile nel caso di pazienti con Scompenso cardiaco associato a Tachiaritmia.
Il Biancospino, incrementa il flusso coronarico e diminuisce le resistenze periferiche, andando ad avere anche un effetto ipotensivo simile a quello dei farmaci ACE-inibitori. Sembra inoltre possedere una blanda azione diuretica, per la quale però non sono ancora disponibili dati significativi. Per queste caratteristiche, risulta essere un ottimo aiuto per quelle cardiopatie in cui i farmaci digitalici non sono indicati.
Alcuni studi ne hanno valutato l’azione antipertensiva in Pazienti diabetici sotto trattamento farmacologico, per i quali si è rilevata, al termine del trial clinico, un abbassamento di 2.6mmHG della pressione diastolica rispetto al gruppo placebo, confermandone l’efficacia nel trattamento anche dell’ipertensione.
Infine, la presenza dei flavonoidi con effetti stabilizzanti del collagene, aiuta anche a mantenere l’integrità dei vasi sanguigni. Al momento attuale delle conoscenze, la principale indicazione all’uso del Biancospino resta il trattamento adiuvante nelle coronaropatie e insufficienze cardiache lievi (NYHA II).


Azione sedativa

Oltre alla sua azione cardiotonica, il Biancospino è conosciuto e utilizzato anche per la sua azione sedativa e pertanto si trova in moltissimi preparati per indurre il sonno o alleviare la tensione mentale dovuta a stress e ansia.
In realtà, questa azione sedativa sembra solo parzialmente dovuta ad un’attività diretta sul Sistema Nervoso Centrale (probabilmente mediata dall’apigenina con azione simil benzodiazepinica). Si pensa infatti che l’azione sedativa possa essere dovuta ad un blanda attività miorilassante e come conseguenza dell’azione sul cuore.

Azione antiossidante e antinfiammatoria

Grazie alla presenza delle proantocianidine, il Biancospino vanta anche una notevole attività antiossidante per azione scavenger (spazzino) sui radicali liberi.
In vitro, si stanno anche studiando gli effetti antinfiammatori della pianta. Sono stati infatti trovate evidenze sperimentali di inibizione del trombossano A2 e della fosfolipasi A2, entrambi coinvolti nei processi di infiammazione, ma il meccanismo d’azione per queste attività biologiche non è ancora ben chiaro.

Riduce il colesterolo

Un’interessante attività su cui si stanno concentrando soprattutto i Ricercatori cinesi per la specie “Crataegus Pinnatifida” riguarda l’efficacia di estratti di Biancospino cinese nella terapia delle sindromi metaboliche.
Pur non trattandosi della specie comunemente utilizzata in Europa, è comunque interessante vedere fin dove si ampliano le applicazioni delle piante appartenenti alla specie Crataegus. Dagli studi effettuati, risulta che i flavonoidi presenti nelle foglie del Biancospino possono ridurre le lesioni aterosclerotiche, mentre la presenza di due acidi tripterpenici (l’acido oleanolico e l’acido ursolico) sembrerebbe ridurre i livelli del colesterolo LDL e VLDL. Infine, sembra esserci anche un’azione anti diabetica mediata dall’azione inibitoria dei flavonoidi su enzimi come l’α-glucosidasi, andando così a diminuire i livelli di glucosio nel sangue.

Modalità d’uso

Esistono varie forme di somministrazione sia liquide che solide (estratti secchi titolati) Normalmente si prescrive per via orale, come Tintura Madre, Macerato Glicerico, Estratto fluido ed Estratto secco, ma può essere prescritto anche come taglio-tisana per infusi (in genere per le indicazioni sedative, non per quelle cardioattive in cui il dosaggio deve essere preciso e massimale).
Le dosi raccomandate sono di 160-900 mg di estratto secco idroalcolico.  
Schulz e collaboratori consigliano una dose quotidiana di estratto a doppia titolazione che permetta l’assunzione di 4-20 mg di flavonoidi totali e 30-160 mg di procianidine titolate come epicatechina.
Dovendo influenzare meccanismi di regolazione molto fini, gli effetti del Biancospino si instaurano nel tempo, per cui si consiglia l’utilizzo, dietro prescrizione medica, per un periodo di ameno 6 settimane.

Associata ad altre piante

Pianta maneggevole e che non richiede particolari precauzioni di somministrazione, il Biancospino ho numerose possibilità di associazione e lo si ritrova quindi in moltissime composizioni e preparati sedativi e cardiotonici.
In vari preparati indicati per la cura dei disturbi del sonno o dell’umore si trova associata a Passiflora e Iperico, Tiglio, Passiflora, oppure a Valeriana, Melissa, Escolzia e Luppolo. Possiamo trovarlo sotto forma di tisana sedativa associato a Tiglio ed Arancio.
Nell’Ipertensione associata a Dislipidemia può essere utile associarla a Olea Europaea, mentre nell’Ipertensione con ipertono simpatico, ovvero con pressione alta e contrazioni della muscolatura liscia delle arterie dovute a iperattività del sistema nervoso, lo troviamo insieme ad estratti secchi di Valeriana e oli essenziali di Lavanda e Ginepro.
Pur trattandosi di una pianta la cui sicurezza è ampiamente dimostrata, il Biancospino può interagire con la Digitale (“Digitalis purpurea”) pertanto non andrebbe prescritto a chi già assume digitalici o altri farmaci che aumentano la forza contrattile del cuore.

Minime le reazioni avverse

La pianta risulta maneggevole e non tossica. Solitamente, le reazioni avverse riportate sono lievi e transitori: si risolvono infatti all’interruzione del trattamento.
Le reazioni riportate comprendono mal di testa, disturbi gastrointestinali, vertigini e vampate di calore.

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