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Invecchiare in salute

Autore: Dott.ssa Chiara CecchinatoDott. Adalberto Bordin

Una serie di trattamenti non farmacologici possono essere estremamente utili per prevenire e curare le possibili malattie della terza età 

Per mantenersi in salute anche nella terza età, tutti i Professionisti della salute suggeriscono di seguire un‘alimentazione corretta, praticare sport e mantenere la mente allenata, tuttavia sappiamo bene che, purtroppo, non sempre questi comportamenti sono facili da osservare.
Pur seguendo questi semplici consigli, infatti, soprattutto col passare degli anni, possono sopraggiungere eventi patologici o traumatici improvvisi e inaspettati che possono vanificare gli sforzi più virtuosi: pensiamo, ad esempio, a patologie come la Demenza oppure a traumi per incidenti stradali o cadute accidentali, tanto frequenti nelle persone più anziane. Proprio per questi motivi alcune di loro invecchiano meglio ed altre no: cerchiamo allora di scoprire alcune caratteristiche importanti di queste due diverse possibili evoluzioni.

Quando la vecchiaia è serena

Nel normale processo di invecchiamento si rendono via via evidenti alcuni cambiamenti legati al naturale passaggio del tempo: così possiamo notare un progressivo rallentamento dei movimenti, della rapidità nell’esprimersi a parole, una riduzione benigna della memoria a breve termine e una maggiore difficoltà nell‘apprendere nuovi lavori o nel ricordare lavori appresi precedentemente, soprattutto se riguardanti la tecnologia; ma ci sono anche altri segni tipici della vecchiaia fisiologica che saltano subito all‘occhio se si osserva una persona anziana: ad esempio le rughe, i capelli bianchi e radi oppure le mani secche e nodose. Questo rallentamento generale, tuttavia, in molti casi non provoca automaticamente un quadro di non autosufficienza, consentendo di mantenere ugualmente una certa autonomia nelle attività fondamentali della vita quotidiana. La persona anziana, infatti, riesce ancora a vivere da sola, a fare la spesa, a pagare le bollette, a gestire i nipotini e magari ad essere di aiuto anche economico...

Se intervengono malattie

In molti casi, accanto ai normali cambiamenti appena descritti, compaiono altre manifestazioni di natura patologica, alterazioni rispetto alla norma che si esprimono con evidenti difficoltà, interessando l’aspetto cognitivo o quello motorio, oppure entrambi; di questa categoria fanno parte le persone anziane colpite da una o più malattie croniche contemporaneamente, come ad esempio la Demenza, che è senza dubbio la più temuta.
In questo particolare frangente la persona ha sempre più bisogno di aiuti esterni, sia da parte dei propri familiari che da parte di altre figure che li assistono (badanti), fino a quando può rendersi necessaria anche un’assistenza istituzionale multiprofessionale; significa che questa persona non è più in grado di svolgere in autonomia le azioni più semplici che diamo sempre per scontate, come ad esempio mangiare, vestirsi, svestirsi, lavarsi e mantenere la propria igiene intima. A fronte di un’eventuale situazione di grande o totale dipendenza, può quindi rivelarsi estremamente utile allenare la mente e il corpo a cercare di rimanere il più possibile autosufficienti e consapevoli: ciò comporta la necessità di mantenere sia un’autonomia mentale che fisica. A questo scopo possiamo rivolgerci a Medici, Psicologi, Fisioterapisti ed Educatori professionali oppure ancora possono venire in nostro aiuto alcune attività da svolgere a casa che non richiedono l’uso di attrezzature specialistiche o di medicinali: si tratta dei cosiddetti trattamenti non farmacologici.

Attività anti-invecchiamento

I trattamenti non farmacologici consistono in attività pratiche che possono essere svolte anche all’interno delle mura domestiche e che vengono utilizzate per migliorare capacità come la memoria, l’attenzione o l’orientamento, oppure per rendere più sicuri la camminata e il movimento sia del corpo che delle mani. Queste attività non servono solo a chi vive un invecchiamento patologico, ma anche a tutti quegli anziani che stanno invecchiando normalmente o senza troppi problemi e, perché no, anche per chi è ancora giovane ma vuole comunque mantenersi in forma: molte di queste attività, infatti, possono essere svolte anche a solo scopo preventivo, per contrastare l’invecchiamento generale ed essere pronti per il futuro.

Allenare la memoria...

Per mantenere in allenamento la memoria noi tutti, sia anziani che più giovani, oltre alle famose parole crociate possiamo utilizzare rebus o indovinelli di logica, oppure allenarci completando i proverbi. Un’altra attività interessante potrebbe essere quella di scegliere una propria fotografia, oppure quella di una rivista che troviamo interessante e provare a descriverne nei minimi dettagli i colori e gli oggetti presenti, avendo cura di annotare le emozioni che ci suscitano; un passo in più, poi, potrebbe essere quello di inventare una storia su ciò che vediamo nella foto, oppure ancora, dopo aver osservato l’immagine per un po’ di tempo, coprirla e cercare di ricordarne a memoria il maggior numero di elementi possibile. Infine, possiamo anche ritagliare la foto nei suoi particolari e tentare di ricomporla.

... e le abilità affettive

Altra modalità è il racconto: il racconto è molto importante, soprattutto quando si invecchia. Se parliamo con una persona anziana, infatti, possiamo notare quanto ami raccontare episodi della sua vita passata ed è perciò che non dobbiamo mai bloccare il flusso di questi pensieri perché potrebbero essere una grande opportunità per risvegliare la sua memoria; molti Professionisti utilizzano proprio questo procedimento, basato sul flusso libero dei ricordi, chiamato tecnicamente Reminiscenza, per aiutare l’anziano a migliorare l’umore, la memoria autobiografica nonché favorire un aumento delle relazioni sociali. Questa attività è praticabile anche autonomamente da ciascuno di noi in qualunque momento della vita, per esempio tenendo un diario in cui scrivere ciò che accade giorno per giorno: senza dubbio è un grande impegno, ma può avere numerosi effetti benefici per esempio contro l’ansia e lo stress.


Orientarsi nel tempo

Le persone anziane, magari in pensione da lungo tempo, possono fare fatica anche a seguire il reale passaggio del tempo: con l’inattività professionale, infatti, i giorni e le settimane tendono a diventare tutti uguali. Ne deriva, quindi, la necessità di una diversa modalità di riferimento per avere consapevolezza del tempo che scorre: ma come fare?
In realtà non serve ricorrere a grandi stratagemmi, basta porre alcune semplici domande come ad esempio in che anno siamo, in quale mese, in che giorno della settimana e in quale stagione. Queste domande vanno riproposte tutti i giorni anche più volte durante la giornata e nel caso l’anziano non desse risposte precise non è opportuno farlo notare ma piuttosto fornirgli degli indizi che lo aiutino a rispondere correttamente da solo. Risulta molto utile, in questo senso, lasciare sempre a sua disposizione un calendario ben visibile e non più alto di un metro e mezzo da terra (se più alto la visione potrebbe essere incerta), da aggiornare quotidianamente. Teniamo presente, però, che sbagliare giorno può succedere anche ai più giovani! Pensiamo ad esempio al periodo in cui siamo in ferie, quando ci accorgiamo di non ricordare se è mercoledì o giovedì: ciò accade perché in quel momento non abbiamo particolari scadenze da rispettare.

Leggere insieme

Un altro modo per aiutare le persone anziane ad orientarsi nel tempo, ma anche nello spazio, è la lettura del giornale. Leggendo insieme quotidianamente e commentando le notizie, infatti, si può allenare contemporaneamente la memoria, l‘orientamento temporale e quello spaziale. Questo, d’altra parte, è un consiglio utile per tutti: confrontarsi con gli altri e scoprire punti di vista diversi, ci mantiene attivi e informati, ampliando le nostre conoscenze e migliorando potenzialmente anche le nostre relazioni sociali.

In caso di Demenza avanzata

Quando è impossibile, per anziani affetti da Demenza grave, svolgere gli esercizi indicati, occorre predisporre tipologie di attività più semplici e facili da comprendere ed eseguire: ciò, anche per evitare che la persona in questione, rendendosi conto di non riuscire a svolgere le attività richieste, si demoralizzi e si rifiuti di collaborare.
Colorare disegni prestampati, ad esempio, può essere una buona idea: è importante, tuttavia, evitare soggetti per bambini come orsetti e cartoni animati, optando invece per figure che riguardano le stagioni, le festività o gli eventi imminenti, ad esempio i fiori in primavera o la spiaggia d‘estate, oppure ancora i mandala (disegni geometrici).
Questa attività è utilissima non solo per tenere viva la manualità, ma anche per mantenere vigile l’orientamento nel tempo.
Altri esercizi utili potrebbero essere quelli consistenti in attività pratiche come piegare tovaglioli di carta, ritagliare immagini, fare piccoli lavori di casa e ascoltare musica, garantendo la supervisione costante di un familiare o di una persona di fiducia; è comunque fondamentale proporre attività gradite.

Attività fisica, possibile anche in casa

Un’indicazione generale altrettanto importante, rivolta ai familiari, è quella di cercare di coinvolgere i propri cari anche nelle attività familiari quotidiane, per cercare di mantenere allenate le capacità il più a lungo possibile: per esempio apparecchiando o sparecchiando la tavola, piegando i vestiti oppure spazzando il pavimento, tutti movimenti semplici ma che aiutano a mantenersi attivi. Non è necessario infatti andare in palestra, si può camminare in casa o passeggiare in giardino e per strada: la palestra e il Fisioterapista servono per riabilitare dopo eventi neurologici acuti oppure eventi tramatici, non per il tipo di movimento che consigliamo qui e che, anche se è lento e impreciso, deve sempre essere eseguito. Durante la deambulazione, tuttavia, sarà necessario che l’anziano venga sorvegliato e monitorato senza che gli sia negata la possibilità di un cammino autonomo, seppur modificato: spesso, infatti, si nota da parte dei familiari un eccesso di protezione potenzialmente dannoso per la loro autostima e quindi per la loro reale capacità di muoversi da soli.
Per concludere, la parola d’ordine per combattere e rallentare l’involuzione fisiologica dell’invecchiamento è, per tutti, il movimento che però, per essere davvero efficace e terapeutico, deve includere contemporaneamente corpo e mente.

Per approfondire: Busato, Cecchinato, Girardello - E ora che faccio? Attività da svolgere con l’anziano in RSA o a domicilio - Editrice Dapero - Piacenza 2020 

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