Peso, quando diventa ossessione

Autore: Dott.ssa Maria Teresa Merenda

Nello sviluppo dell’Anoressia nervosa la bassa stima di sé rappresenta un fattore di rischio rilevante

In Italia oltre 3 milioni di persone soffrono di Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione e, tra queste, più del 95% sono donne ma anche tra i maschi i casi sono in aumento. Nell’ambito di tali disturbi l’Anoressia Nervosa è forse la manifestazione patologica più complessa.
Il termine “Anoressia” deriva dal greco e significa “assenza o marcata riduzione dell’appetito”; mentre l’aggettivo “Nervosa” si riferisce alla natura psicologica del disturbo.

Come riconoscerla

Il quadro complessivo dei sintomi può variare da caso a caso ed è molto importante ricercarne la specificità individuale, tuttavia ai fini della diagnosi di Anoressia si valuta la presenza dei seguenti aspetti:

  • restrizione dell’assunzione di calorie in relazione alle necessità, che porta ad un peso corporeo significativamente basso relativamente all’età, al sesso, all’evoluzione dello sviluppo ed alla salute fisica; il peso corporeo significativamente basso è definito come un peso inferiore al minimo normale oppure, per bambini e adolescenti, inferiore a quello minimo atteso;
  • intensa paura di aumentare di peso o di ingrassare, o un comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, anche se quest’ultimo risulti significativamente basso;
  • alterazione del modo in cui la persona percepisce il peso o la forma del proprio corpo,  determinante influenza del peso o della forma del corpo sui livelli di autostima oppure persistente incapacità di riconoscere la gravità dell’attuale condizione di sottopeso.

Il Disturbo si può manifestare con restrizioni alimentari: in queste situazioni la perdita di peso è ottenuta principalmente attraverso la dieta, il digiuno e/o l’eccessivo esercizio fisico; oppure con ricorrenti episodi di abbuffate o condotte di eliminazione (vomito autoindotto o abuso/uso inappropriato di lassativi, diuretici o clisteri).

Aspetti psicologici

Chi soffre di Anoressia nervosa pensa continuamente e con forte preoccupazione al modo in cui tenere sotto controllo l’assunzione del cibo e il peso corporeo. Alimentazione e forma fisica diventano una vera ossessione.
Un’altra caratteristica psicologica, comune a tante persone e non associata a patologia, è il perfezionismo; nell’Anoressia Nervosa si manifesta come “perfezionismo clinico” con modalità di pensiero estremamente rigide ed inflessibili. Può interessare uno o più ambiti quali lo studio, il lavoro, lo sport, ecc. Tuttavia è soprattutto sul controllo dell’alimentazione, del peso e delle forme del corpo che, nel tentativo di raggiungere una perfezione irrealistica e quindi impossibile da ottenere, la persona anoressica concentra tutti i propri sforzi, sacrifici e sofferenza.

L’autostima

La bassa stima di sé rappresenta un fattore di rischio nello sviluppo dell’Anoressia nervosa e una componente significativa per il mantenimento del disturbo. Nella maggior parte dei casi, la fiducia in se stessi e la propria autovalutazione positiva dipendono fortemente dalla capacità di tenere sotto controllo lo stimolo della fame e la forma del corpo attraverso la gestione drasticamente riduttiva dell’assunzione delle calorie e del peso.

Alterazione dell’immagine corporea

Nonostante l’aspetto fisico e la bilancia evidenzino chiaramente una condizione di magrezza o ancor più di sottopeso, le persone che soffrono di questa patologia non riescono a vedersi obiettivamente, perché hanno una percezione alterata dell’immagine del proprio corpo. La forma fisica raggiunta non è mai sufficientemente magra, non è mai “sufficientemente perfetta”.

All’origine del disturbo

Le cause dell’Anoressia nervosa possono essere ricondotte ad un insieme di fattori fisici, ambientali e di personalità. Ecco un elenco dei possibili fattori:

  • Obesità nell’infanzia;
  • cambiamenti nel fisico durante l’adolescenza (che possono essere vissuti con disagio);
  • familiari con Disturbi dell’Alimentazione;
  • atteggiamento dei familiari critico sul peso e sull’alimentazione;
  • episodi nei quali si è stati vittima di derisione o esclusione sociale per il proprio peso o la forma fisica;
  • frequentazione di ambienti che richiedano un severo controllo del peso corporeo (sport, moda, danza, ecc.);
  • esaltazione (culturale) della magrezza e mito “magrezza uguale bellezza”;
  • bassa autostima e scarsa fiducia in se stessi;
  • perfezionismo clinico;
  • stile di pensiero rigido, poco flessibile e con tratti ossessivi;
  • difficoltà nel riconoscere ed esprimere i propri stati emotivi.

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