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Insonnia, cause e rimedi

Autore: Dott.ssa Luisa Merati

In molti casi le cause di questo disturbo sono rappresentate da aspetti della personalità che finiscono per costituire un ostacolo alla regolare e fisiologica alternanza sonno veglia

Il sonno è indispensabile alla vita, rappresenta una condizione fisiologica regolata da un suo ritmo specifico. Si può considerare come una spontanea, e necessaria, interruzione delle attività tipiche della veglia, cioè della vita cosciente e di relazione.
Il momento del sonno è accompagnato e caratterizzato da variazioni fisiologiche soprattutto metaboliche, dal rallentamento del battito cardiaco, da una diminuzione della frequenza degli atti respiratori e dall’abbassamento della temperatura corporea. 

Le fasi del sonno

Come si può vedere nel tracciato dell’Elettroencefalogramma, il sonno è caratterizzato da una fase (detta non REM) di sonno lento e sincronizzato ed una fase (REM) di sonno rapido, desincronizzato; REM, sta per “Rapid Eyes Mouvement” ossia movimenti rapidi oculari. Quest’ultima fase è caratterizzata da ritmi rapidi nell’Elettroencefalogramma, oltre che appunto dai movimenti rapidi oculari, tipici della fase dei sogni ed è accompagnato, a differenza del sonno lento, dalla perdita del tono posturale, l’innalzamento dei metabolismi (temperatura corporea, ritmo cardiaco e respiratorio, pressione arteriosa, ecc.). Il sonno rapido rimane costante e rappresenta un quinto del sonno totale, fase REM e non REM si susseguono 4-6 volte per notte ogni 1-2 ore.

Quando il sonno è alterato

L’alterazione di questa interazione determina una turba del sonno. In termini neurofisiologici si assiste ad una riduzione delle fasi di sonno lento con relativa maggior rapidità ad arrivare al sonno REM. Per quanto riguarda la fase REM i “buoni” dormitori si distinguono dai “cattivi” dormitori per una maggior quantità di sonno REM.
Tra gli ormoni che intervengono nell’induzione del sonno svolge un ruolo primario la serotonina mentre la noradrenalina svolgerebbe un ruolo essenziale nel sogno.
Da un altro punto di vista possiamo considerare la fase non REM come preparatoria ad una fase (esecutoria REM) di soddisfazione dell’istinto (sogni). I disturbi del sonno si possono considerare come disturbi di questo ritmico alternarsi di fasi preparatorie e consumatorie.

Il punto di vista psicoanalitico

Da un punto di vista psicoanalitico possiamo riferirci al senso che assume il sonno per l’individuo: predominano due elementi, il primo legato all’angoscia di morte legata al dormire (il sonno è stato paragonato ad una “piccola morte”), il secondo al desiderio di ritorno alla fusione con la madre, desiderio ambivalente di fusione con il seno materno. A questa stregua ci si potrebbe chiedere se il bicchiere di latte che favorisce il sonno è utile perché simbolizza il seno materno o perché contiene un alto contenuto di triptofano precursore della serotonina.


 

L’Insonnia non è un problema esclusivamente notturno 

Le ore di sonno necessarie sono dai 6 a 8 ma naturalmente è un range molto indicativo. La definizione di Insonnia è infatti legata a valutazioni soggettive: il vero punto è quanto il soggetto si sente stanco il giorno dopo.
La maggior parte delle classificazioni distinguono, accanto ad una Insonnia occasionale, le Insonnie “vere”, distinte in primitive, ossia prive di una relazione con altre cause, e secondarie cioè dipendenti da disturbi fisici o psichici. Il disturbo relativo al riposo notturno può inoltre riguardare sia la qualità che la quantità di sonno. I principali tipi di Insonnia sono:

  • difficoltà di addormentamento;
  • risvegli notturni frequenti e brevi;
  • uno o più risvegli prolungati;
  • risveglio mattutino precoce.

Le cause sono soprattutto psicologiche ma vi possono essere cause organiche come Ipertiroidismo, Disturbi del respiro, Cardiopatie e Insufficienza renale.
L’Insonnia iniziale è solitamente tipica delle sindromi ansiose, quella terminale della Depressione, quella intermedia può essere caratteristica di entrambe. L’ansia è infatti una forma di ipervigilanza e pertanto conduce ad una esasperazione dell’attenzione. Nel caso della Depressione invece, se si considera il sonno come un istinto, l’Insonnia potrebbe rientrare in quel quadro di globale perdita degli istinti caratteristica della persona depressa; se consideriamo il sonno come una funzione di recupero, potremmo vedere nell’Insonnia la prima e più importante delle somatizzazioni depressive, può essere l’espressione a livello somatico di un conflitto invece psichico.

Le caratteristiche di chi soffre di Insonnia

In generale le persone che soffrono abitualmente di Insonnia hanno alcune caratteristiche comuni e sono:

  • dominate da un desiderio di iperattività, insoddisfatte della propria vita e vorrebbero prolungarla anche nelle ore di sonno;
  • temono gli eventi improvvisi, non si lasciano andare alle emozioni;
  • ipercontrollate, timorose dei momenti di abbandono, preferiscono inconsciamente stare sveglie per una necessità di controllo della situazione;
  • temono l’istintualità, e spesso allontanano da sé la sessualità come momento in cui lasciarsi andare;
  • temono la passività;
  • temono la notte che è portatrice di fantasmi negativi e/o aggressivi;
  • temono la propria aggressività rimossa ed espressa a volte nei sogni e negli incubi;
  • attribuiscono un potere superiore alla mente rispetto al corpo.

Ogni tipo di Insonnia ha cause specifiche

Nel caso di difficoltà nell’addormentamento, la persona non riesce a fermare l’attività mentale e a mettere da parte gli eventi appena trascorsi e non riesce ad affidarsi alle capacità rigeneranti e ricostitutive della notte.
Nei casi invece di ripetuti risvegli notturni, i contenuti profondi emergono alla coscienza, ciò è molto spesso legato a pensieri e preoccupazioni carichi di ansia rispetto a importanti decisioni da prendere, conflitti da risolvere, oppure possono essere presenti bisogni di cambiamento, fantasie rimosse di tipo sessuale ma anche aggressivo.
Nei casi di risveglio mattutino precoce, molto spesso ciò è dovuto alla presenza di ansia per il dover affrontare una nuova giornata; la mente è più che mai attiva, focalizzata soprattutto sugli impegni programmati. In questo caso non si tratta dell’irrompere dell’inconscio nella coscienza come nei casi precedenti, bensì è la coscienza che irrompe nel sonno, nel tentativo di riprendere a controllare interamente la realtà e le situazioni.

Indicazioni utili e rimedi

Dopo aver escluso eventuali cause di tipo organico e preso coscienza dell’esistenza di una qualche difficoltà di natura psicologica, può risultare utile effettuare attività che facilitino il contatto con il proprio corpo e consentano di allentare al contrario il controllo e l’attività razionale. A tale scopo, oltre all’attività fisica, risultano utili le varie tecniche di rilassamento corporeo (per esempio, autoipnosi e training autogeno).
In altri casi, per esempio per chi si sveglia in modo ripetuto nel corso della notte, può essere utile un intervento di sostegno psicologico volto a incrementare la consapevolezza di tematiche irrisolte che possono riguardare eventi quotidiani o conflitti profondi.
Anche la pratica della Mindfulness può risultare efficace, soprattutto nei casi di risveglio anticipato, in quanto facilita la riorganizzazione del proprio tempo in modo meno stressante, contemplando pause e tempi dedicati ad attività rilassanti. Al contrario l’uso di ipnoinducenti è consigliabile solo sotto stretto controllo medico e per periodi di tempo limitati.   

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