Mal di testa, le componenti psicologiche

In un’ottica psicosomatica l’attacco emicranico rappresenta il momento acuto del conflitto tra le componenti istintuali che cercano di emergere e la coscienza che si oppone ad esse 

 La Cefalea essenziale, ossia quella che non deriva da altre condizioni mediche o patologie, è il tipo di Cefalea più diffuso e colpisce perlopiù il sesso femminile.
Il dolore tipico della Cefalea è di natura complessa. In particolare è emerso sempre più chiaramente come la Cefalea (essenziale) nasconda quasi sempre conflitti, in gran parte inconsci, legati prevalentemente alla gestione dell’aggressività a vari livelli di profondità, la gestione del dolore delle Cefalee richiede quindi non solo una gestione del sintomo ma anche del suo significato.

Alcuni aspetti importanti

Dai numerosi studi condotti da un punto di vista psicosomatico sugli aspetti psicodinamici delle Cefalee e delle Emicranie emergono tre dati fondamentali:

  • presenza di conflitti tra istinto e ragione;
  • la Cefalea rappresenta l’espressione del mondo istintuale in generale e delle sue valenze aggressive in particolare;
  • durante la Cefalea avviene una sorta di sopravvalutazione della funzione del pensiero e pertanto la sua inibizione.

L’Emicrania in Medicina psicosomatica è una “difesa di emergenza” verso un determinato contenuto, mentre nel caso delle Cefalee croniche persistenti l’intera funzione del pensiero risulta costantemente inibita. Il Paziente con Cefalea o Emicrania privilegia la dimensione intellettuale e razionale, e con essa cerca di controllare il mondo istintuale. Tale controllo finisce per inibire l’espressione delle pulsioni, soprattutto di quelle più “sanguigne”, calde, come l’aggressività e la sessualità. L’attacco emicranico rappresenta il momento acuto del conflitto tra le componenti istintuali che cercano di emergere e la coscienza che si oppone ad esse.

Cefalea e mito

Narra Esiodo: “...dopo aver detronizzato Cronos, Zeus si unì a Metis (la “Prudenza”), figlia di Oceano e Tethys. Quando Metis rimase incinta, Gea e Urano fecero sapere a Zeus che, dopo avergli dato una figlia, Metis avrebbe dato al mondo un figlio più forte del padre destinato a spodestarlo. Zeus allora ingoiò Metis, che divenne un tutt’uno con il corpo di Zeus, prendendo posto nel suo capo; al momento del parto Zeus avvertì un forte mal di testa e chiese ad Hefèsto, il fabbro divino, di spaccargli la fronte. Dalla grande ferita venne fuori una dea, armata di tutto punto, con l’elmo, la corazza, lo scudo e la lancia; era nata Pallade Atena che subito urlò un grido di vittoria e si mise a ballare una danza guerriera...” Per chi soffre di Cefalea, escludendo ovviamente le patologie organiche e neurologiche, c’è un conflitto intrapsichico, una sorta di “guerra” all’interno della propria testa. Esattamente come Zeus in bilico tra una sua vecchia identità, frutto di una famiglia invischiante e castrante e una nuova identità, generatrice del futuro, la persona che soffre di Cefalea non fa altro che riproporre attraverso il sintomo del mal di testa un dilemma che lo assilla: dare ascolto a se stesso e alle proprie sensazioni, e quindi effettuare un cambiamento verso ciò che lui desidera e ritiene emotivamente più adatto a sé, o dare ascolto ad una logica razionale, dove attraverso l’analisi dei pro e dei contro, emerge un’inconvenienza pratica nel cambiamento?

Il controllo delle emozioni

La Cefalea e l’Emicrania psicosomatica sono caratteristiche delle persone che possiamo definire come “cerebrali”, cioè che utilizzano meccanismi di difesa come l’intellettualizzazione e la razionalizzazione, ossia hanno una propensione a teorizzare le proprie esperienze emotive nel difficile tentativo di controllarle, mediante l’utilizzo del ragionamento adottato per bloccare un confronto con il conflitto inconscio e lo stress emozionale ad esso collegato. Chi soffre di Cefalea, essendo una persona tendenzialmente emotiva e sentimentale, crea una serie di strutture mentali razionali che lo possano tutelare dalle eccessive ferite psichiche. Il mal di testa diviene dunque il tentativo dell’inconscio e delle emozioni di emergere alla coscienza. Quest’ultima, dominata da un assetto razionale e logico, reprime tali spinte pulsionali e, quando fallisce nel teorizzare e intellettualizzare le emozioni, emerge l’Emicrania o la Cefalea come ultimo strumento per bloccare il pensiero creativo e le emozioni: il male alla testa rappresenta un nuovo modo di essere che cerca di essere preso in considerazione.

La Cefalea nei bambini

Per quanto riguarda i bambini, il piccolo Paziente diviene il portavoce della propria rete di appartenenza, di cui rappresenta il punto nodale più debole, il simbolo del malessere del gruppo e del sistema d’appartenenza.


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