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Insonnia, il peggior nemico siamo noi

Autore: Dott.ssa Silvia Marinelli

La terapia cognitivo-comportamentale CBT-I, grazie a tecniche specifiche, migliora il sonno nell’80% dei casi e favorisce l’eliminazione dei farmaci 

Dopo due anni di pandemia ci ritroviamo ad affrontare conseguenze, ampiamente prevedibili che, tuttavia, non avevamo contemplato. Parliamo dell’impatto che questi due anni hanno avuto sulla nostra mente e sul nostro corpo e, in particolare, parliamo di Insonnia.

Cos’è l’Insonnia?

L’organizzazione Mondiale della Sanità definisce l’Insonnia come una condizione caratterizzata da una ripetuta difficoltà ad iniziare e/o a mantenere il sonno. Si manifesta per almeno tre notti la settimana ed è asso-ciata, durante il giorno, ad una sensazione di fatica, stanchezza o inefficienza. In Italia sono ben 12 milioni le persone che soffrono di Disturbi del sonno: secondo i dati dell’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (AIMS), infatti, circa un adulto su quattro soffre di Insonnia cronica o transitoria e la cifra, purtroppo, è in aumento. Nella maggior parte dei casi i Disturbi del sonno possono essere affrontati andando a modificare i comportamenti disfunzionali che per molti individui hanno innescato un circolo vizioso dal quale si fa fatica ad uscire.

Importante la qualità del sonno

Dormire è un’attività che mediamente occupa un terzo della nostra vita. La qualità dei restanti due terzi, infatti, dipende molto da quanto e come dormiamo. Durante il sonno si svolgono processi essenziali per il corretto funzionamento fisico e mentale del nostro organismo: vengono selezionate le informazioni recepite durante la veglia, si consolidano quelle utili e si apprende.
Il cervello viene “ripulito” dalle scorie tossiche accumulate; inoltre, la rigenerazione dei tessuti danneggiati è molto più efficace e rapida e le ferite chirurgiche tendono a guarire prima. Quando riposiamo, vengono prodotti anche ormoni indispensabili per lo sviluppo psico-fisico come, ad esempio, l’ormone della crescita GH e la leptina, regolatore del senso di sazietà. Se ciò non bastasse, si evidenzia una relazione diretta tra riduzione delle ore di sonno e Obesità, sia negli adulti che nei bambini. I dati a nostra disposizione indicano che l’Insonnia è un fattore di rischio non solo per patologie psichiatriche come Ansia e Depressione, ma anche per Malattie metaboliche, cardiovascolari e neurologiche. Infine, diminuisce le capacità di prestazione in ambito scolastico e lavorativo con ricadute negative sulla sfera familiare e relazionale.

Se l’Insonnia è passeggera...

Un’Insonnia di breve durata è generalmente definita acuta e transitoria ed è spesso associata a fattori esterni stressanti quali lutti, preoccupazioni, difficoltà lavorative e relazionali. ... oppure cronica Le condizioni che tendono a cronicizzare questo disturbo vanno ricercate dentro noi stessi, siamo noi, infatti, che spesso mettiamo in campo comportamenti disfunzionali per cercare di sconfiggerlo! Queste contromisure derivano da convinzioni errate a proposito del nostro sonno, ed è proprio su questi aspetti che interviene la Terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia CBT-I (Cognitive Behavior Therapy for Insomnia).


Quali sono le vere cause?

Una di queste è il cercare di auto-analizzarci, ciò infatti può indurre a mettere in campo comportamenti sbagliati. Possiamo, ad esempio, convincerci che la nostra Insonnia dipenda dai troppi impegni durante la giornata e questa convinzione può indurci ad evitare le attività sociali o ad alleggerire i nostri impegni. Un altro rischio sono le aspettative non realistiche rispetto alla necessità di sonno. Stimando la quantità di ore che secondo noi sono necessarie, automaticamente tenteremo di recuperare le ore mancanti. Anche in questo caso lo faremo con comportamenti protettivi che non necessariamente sono funzionali al raggiungimento del nostro obiettivo. Alcuni esempi sono il dormire fino a tardi, coricarsi troppo presto, effettuare dei sonnellini durante le ore diurne e pianificare la giornata in base alle ore di sonno. Al contrario, aspetti di vulnerabilità cognitiva e fisiologica quali un’eccessiva attivazione, stili cognitivi ansiosi ed inclini alla preoccupazione, la percezione dello stress e il modo in cui il Paziente reagisce rispetto ad esse, risultano essere tra gli elementi essenziali che possono portare all’insorgenza, allo sviluppo e, quindi, alla cronicizzazione dell’Insonnia.

La terapia CBT-I

Ad oggi, la cura dell’Insonnia prevede sia l’uso di farmaci ipnoinducenti, generalmente benzodiazepine, sia trattamenti non farmacologici. La Terapia cognitivo- comportamentale per l’Insonnia CBT-I (Cognitive Behavior Therapy for Insomnia) si configura come un protocollo strutturato e specifico per la cura dell’Insonnia cronica ed è la terapia non farmacolo-gica scientificamente riconosciuta come la più indicata nel favorirne la riduzione dei sintomi. I dati più recenti del National Istitute of Health (NIH) indicano che questo tipo di protocollo migliora il sonno nell’80% dei Pazienti che soffrono d’Insonnia e favorisce nel 90% la riduzione progressiva e l’eliminazione dei farmaci ipnoinducenti che, invece, se protratti per un lungo periodo possono causare dipendenza. Questo tipo di trattamento non ha effetti collaterali e favorisce il mantenimento dei risultati a lungo termine.
L’intervento è diretto principalmente a modificare le convinzioni e le abitudini disfunzionali relative al sonno.
La Terapia cognitivo-comportamentale, attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche, va a intervenire su questo circolo vizioso ripristinando un corretto ritmo sonno-veglia, favorendo una corretta igiene del sonno e la riduzione dei Disturbi dell’addormentamento e della continuità del sonno.

Per un trattamento farmacologico efficace

Dando per assodato che, in alcuni casi, il trattamento farmacologico si renda comunque necessario, occorre considerarne gli eventuali effetti collaterali ma, soprattutto, il grado di efficacia nel lungo periodo. Un trattamento farmacologico, infatti, può avere senso, ma deve avere un termine. Spesso tendiamo a cercare i nostri problemi all’esterno: per certi aspetti è più facile pensare che sia così, è un meccanismo di autodifesa naturale e ampiamente diffuso. Tuttavia, se ci fermiamo un attimo a riflettere, capiremo che molti dei problemi che ci affliggono, compresa l’Insonnia, dipendono proprio da noi. Questa è una buona notizia, perché se è vero che il nostro peggior nemico siamo noi stessi, è altrettanto vero che, se così fosse, con l’aiuto della terapia giusta, come ad esempio la CBT-I, saremo in grado di sconfiggere l’Insonnia una volta per tutte!

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