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Rieducazione vestibolare, un aiuto per l’equilibrio

Autore: Dott.ssa Rossana Santimone

Grazie a semplici esercizi quotidiani è possibile agire positivamente sui sistemi responsabili dell’equilibrio 

L’equilibrio si basa sull’interazione di tre diversi sistemi: visivo, vestibolare e propriocettivo, nonché sull’integrazione delle informazioni provenienti da tali sistemi a livello del cervello: un’asimmetria o il non corretto funzionamento di uno o più di questi sistemi dà come sintomo la vertigine che, in generale, interessa il 20-30% circa della popolazione. Nella maggior parte dei casi si riscontra una completa risoluzione dei sintomi, ma può capitare che persista un senso di instabilità residua, talvolta associata a manifestazioni collaterali quali nausea intensa, senso di testa vuota e oscillopsia (sensazione di costante movimento dell’ambiente circostante ai movimenti, anche minimi, del capo). Questa sintomatologia può essere trattata mediante la Rieducazione vestibolare: vediamo meglio di cosa si tratta.

Allenamento, costanza e controllo

La Rieducazione vestibolare consiste in una serie di esercizi utili all’allenamento dei vari sistemi coinvolti nel dare equilibrio e prevede l’utilizzo, combinato o meno, di tecniche strumentali e non strumentali con l’obiettivo di:

  • controllare la postura e la marcia;
  • controllare i movimenti oculari;
  • agire sulle funzioni cognitivo-comportamentali per un corretto orientamento spazio-temporale;
  • migliorare le risposte neurovegetative, in particolare nausea e vomito;
  • apportare benefici alla condizione psicologica. I principi sui quali si basa questo percorso rieducativo sono:
  • adattamento: prevede la ricalibrazione dei riflessi vestibolari, sfruttando un segnale di errore detto “retinal slip”;
  • sostituzione: impiega strategie alternative per compensare le funzioni vestibolari deficitarie;
  • abitudine: permette la riduzione della sintomatologia vertiginosa attraverso una riduzione dell’intensità della risposta, raggiunta mediante ripetizione degli esercizi scatenanti.

La prima valutazione del Medico

Lo Specialista Vestibologo seleziona i Pazienti attraverso l’Esame vestibolare condotto con l’aiuto di occhiali particolari, chiamati occhiali di Frenzel: questi occhiali agiscono riducendo la capacità visiva del Paziente e consentono al Medico di osservare la presenza e le caratteristiche del segno tipico delle patologie dell’equilibrio, ovvero il nistagmo, che è rappresentato da movimenti involontari degli occhi. Successivamente, se necessario, potranno essere eseguite prove termiche mediante l’irrigazione con acqua calda a 44° C continua e separata, dei due condotti uditivi esterni, ciascuno per 40 secondi, per provocare la vertigine ed evocare il nistagmo così da poter misurare singolarmente la funzione dei due labirinti e poi confrontarli tra loro.
Infine, per completare questa prima valutazione, ai candidati vengono proposti dei questionari per definire una stima del grado soggettivo di handicap, ansia e depressione.

A chi è rivolta

La Rieducazione vestibolare è indicata in caso di:

  • lesioni vestibolari periferiche come deficit vestibolare mono o bilaterale, qualora il compenso naturale non sia sufficiente;
  • lesioni centrali o miste;
  • traumi cranici che spesso, a quello vestibolare periferico, associano un coinvolgimento cognitivo e vestibolare centrale;
  • vertigini psicogene;
  • anziani con instabilità anche in assenza di evidente deficit vestibolare e, in tal caso, l’obiettivo è soprattutto quello di ridurre il rischio di cadute;
  • instabilità residua intervenuta dopo manovre liberatorie per Vertigine parossistica posizionale.

 

Un protocollo personalizzato

A questo punto, il Medico Vestibologo esegue un bilancio funzionale complessivo e, in caso di patologie concomitanti, come ad esempio difetti visivi, prima dell’inizio del ciclo rieducativo, indica la loro possibile risoluzione o miglioramento in collaborazione con altri Specialisti: una volta identificati, il Paziente seguirà un protocollo personalizzato che può prevedere differenti tecniche rieducative specifiche adatte alla sua situazione clinica: in generale, gli esercizi riabilitativi dovrebbero iniziare il prima possibile, tanto che nel Paziente con sintomi acuti, si consiglia di intraprendere un percorso riabilitativo già in corso di ricovero.
Il ciclo di Riabilitazione è costituito da una serie di sedute ambulatoriali (di solito 5) per una durata di 45-60 minuti ciascuna: agli esercizi ambulatoriali, quindi, si associano esercizi da eseguire autonomamente a casa, da compiere ciascuno per circa 1-2 minuti con un impegno complessivo di 15-20 minuti la mattina e 15-20 minuti la sera e da mantenere fintantoché Medico e Paziente non ne siano soddisfatti.

Esercizi strumentali e non

Gli esercizi proposti sono molto semplici e prevedono una difficoltà crescente in base ai progressi del Paziente: le tecniche utilizzate possono essere strumentali e non strumentali e, tra queste ultime, possono essere proposti, ad esempio, esercizi di inseguimento alla mira, mantenimento della postura e controllo della marcia. Inoltre si può agire sulle funzioni cognitivo-comportamentali con esercizi che prevedono la marcia su percorsi memorizzati e l’autoanalisi propriocettiva, una tecnica che utilizza le capacità di analisi, memorizzazione e ricostruzione dell’atteggiamento posturale. Tra gli ausili strumentali si possono utilizzare la pedana stabilometrica statica (il Paziente mantiene il baricentro mentre su un monitor vengono presentate immagini stabilizzanti e destabilizzanti, mire visive o stimoli visivi dinamici), la stabilometria dinamica e il tapis roulant.
Durante le sedute, Vestibologo e Terapista controllano l’andamento generale del Paziente e alla chiusura del ciclo eseguono una valutazione completa (comprensiva anche dei questionari DHI e HAD) per la stima dei risultati ottenuti. Il monitoraggio dei risultati nel tempo è fondamentale, poiché possono intervenire ricadute che potrebbero rendere necessaria l’esecuzione di un nuovo ciclo riabilitativo: a tal proposito si consigliano due cicli l’anno, preferibilmente in