Autore: Dott.ssa Stefania Alfieri

Con l’uso di estratti naturali o di una terapia farmacologica personalizzata, è possibile ridurre i disturbi di questo periodo fisiologico 

La salute e la qualità della vita della donna dopo l’arrivo della Menopausa rappresenta un tema di attualità sempre più importante: oggi, infatti, più del 95% delle donne raggiunge questo momento delicato del proprio percorso con un’ulteriore aspettativa di vita superiore ai 30 anni. È chiaro, quindi, quanto sia necessario porre un’attenzione sempre maggiore alle esigenze delle Pazienti, analizzando i disturbi che avvertono in questo particolare periodo della vita che, seppur critico, è allo stesso tempo fisiologico. La Menopausa, infatti, non è una malattia, ma semplicemente un’altra fase della vita, una tappa obbligata come lo sono la pubertà e l’adolescenza, caratterizzata da cambiamenti anche molto importanti, che non derivano necessariamente da una condizione di malattia.

Cambiamenti fisiologici

I cambiamenti di cui parliamo sono innanzitutto di natura fisiologica e accompagnano la donna verso la fine del proprio ciclo riproduttivo, con mutamenti ormonali e ripercussioni anche significative sulla sfera intima ed emotiva.
I disturbi più comuni sono di tipo vasomotorio, le cosiddette “vampate di calore”, che colpiscono circa il 65% della popolazione femminile e sono caratterizzate da una sudorazione eccessiva soprattutto durante le ore notturne, arrecando disturbo ad un riposo sereno e provocando inevitabili ripercussioni sul tono dell’umore e della vita lavorativa e sociale. La Menopausa, d’altra parte, è caratterizzata dalla scomparsa di ormoni importantissimi per l’organismo femminile, che lo regolano a tutto tondo per la maggior parte della sua esistenza; estrogeni e progesterone sono normalmente prodotti dall’ovaio attraverso due piccole ghiandole; la durata della loro funzionalità è determinata da fattori ancora quasi completamente sconosciuti, anche se l’età media dell’insorgenza della Menopausa è la stessa per la maggior parte delle donne.

L’attività ormonale si ferma

In genere, tra i 48 e i 52 anni, la produzione ormonale dell’ovaio femminile si ferma.
Un esordio precoce sembra dipendere da fattori genetici, razziali, sociali e/o da cattive abitudini quali il fumo, un’alimentazione scorretta, l’abuso di alcool, un indice di massa corporea inferiore alla norma e, infine, un’attività fisica inadeguata.
Nella maggioranza delle donne in Menopausa, e a volte già in Premenopausa, questa carenza ormonale determina manifestazioni vasomotorie comunemente definite “scalmane”, che consistono in una sensazione di calore al viso spesso accompagnata da fenomeni di sudorazione anche importanti. Strettamente collegati alla presenza di vampate di calore si presentano altri sintomi quali stanchezza, nervosismo e alterazioni del tono dell’umore che possono anche sfociare in un profondo disagio fisico e psichico.
In alcuni casi, inoltre, è presente una drastica diminuzione della libido, che le donne riferiscono come qualcosa di particolarmente frustante e che, associata in alcuni casi a secchezza e prolasso vaginale, determina difficoltà anche gravi nei rapporti sessuali, provocando dolore, bruciore e prurito, compromettendo gravemente la sessualità della coppia. Ciò si spiega con una progressiva perdita del turgore e dell’elasticità delle mucose genitourinarie, nonché della loro capacità di contrazione: di conseguenza, si possono verificare anche fenomeni di incontinenza urinaria o di frequente minzione notturna, Cistiti ricorrenti o ancora il fastidioso problema di non riuscire a raggiungere il bagno in tempo.

Il ruolo dei recettori

I recettori per gli estrogeni sono presenti in molti distretti del corpo femminile, pertanto quando sopraggiunge la Menopausa, molti organi vengono interessati dalla carenza ormonale ad essa collegata, come ad esempio gli occhi, le ossa, i vasi sanguigni, la vagina, la vulva, l’uretra e la vescica; sulle mucose dell’occhio, in particolare, potrà insorgere la famosa Sindrome dell’occhio secco (con sensazione di sabbia nell’occhio), mentre il tessuto connettivo della pelle tenderà progressivamente ad assottigliarsi e tutte le articolazioni in generale ne risentiranno, soprattutto i dischi intervertebrali.
Grande importanza rivestono anche i recettori presenti sull’endotelio dei vasi sanguigni e a livello del tessuto osseo e cerebrale: con l’esaurimento dei cicli mestruali, infatti, si registrerà un possibile aumento del rischio di sviluppare patologie cardiovascolari e Osteoporosi post menopausale.

Il supporto dello Specialista

I Ginecologi, grazie ai mezzi a loro disposizione, hanno il dovere di aiutare le donne a recuperare un po’ della loro serenità, del loro benessere e della loro femminilità: quando non vi sono controindicazioni, la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS), rimane ad oggi il trattamento più efficace per correggere e trattare gli squilibri legati alla Menopausa e per il mantenimento degli organi e dei tessuti sensibili alla carenza ormonale indotta. Sempre più spesso i Medici si sentono chiedere dalle loro Pazienti se siano favorevoli o meno alla TOS; occorre precisare, in questo senso, che la Menopausa di per sé non è un’indicazione al trattamento farmacologico, ma i sintomi sì.


Pagina precedente 1/2 Pagina successiva »