Autore: Dott. Francesco Falez

Man mano che la persona cresce, i benefici dello sport non sono solo osteoarticolari ma riguardano anche il funzionamento globale dell’organismo

Alla vigilia delle Olimpiadi tenute a Roma nel 1960 l’attività sportiva in Italia era praticata da poco più di 1 milione di persone e, dato molto importante, solo l’1% aveva meno di 14 anni (ISTAT).
Per fortuna oggi possiamo dire che il quadro complessivo è cambiato: oltre 15 milioni di italiani praticano sport a vari livelli e il 33% dei tesserati alla Federazioni del Coni è nella fascia di età tra gli 8 e i 13 anni di età. Questo netto miglioramento ha contribuito all’evidente incremento dell’aspettativa di vita.
La diffusione dello sport investe ormai anche fasce di età un tempo impensabili, si può quindi affermare che può esserci uno sport per ogni età.

Sport e apparato muscolo-scheletrico

Lo sport ha certamente un ruolo fondamentale nelle varie fasi evolutive della persona, da quella infantile fino all’età avanzata.  Da un punto di vista ortopedico il coinvolgimento nello sport dell’apparato muscoloscheletrico è fondamentale sia durante il suo sviluppo che nel mantenimento in età più avanzata.
Tuttavia il ruolo di noi ortopedici è anche quello di indirizzare i soggetti che sono in accrescimento verso uno sviluppo armonico. Man mano che la persona cresce, i benefici dello sport non sono solo osteoarticolari ma riguardano anche il corretto funzionamento globale dell’organismo.

A che età iniziare

Già dopo i tre anni di età i bambini possono cominciare un’attività sportiva, magari con aspetto prevalentemente ludico e iniziando con sport quali il nuoto che, in questa fascia di età, ha come principale finalità quella di imparare un’attività che sarà probabilmente utile per tutta la vita.

Dall’infanzia all’adolescenza

Per le fasce di età superiori e fino comunque all’adolescenza, o alla cosiddetta “maturazione scheletrica”, si può praticare ogni tipo di sport. Tuttavia è molto importante considerare i desideri del bambino e le sue attitudini fisiche verso un particolare tipo di sport.
Calcio, volley, basket, nuoto, atletica leggera, scherma, tennis, ginnastica e danza nei suoi vari aspetti sono tutti consigliabili e praticabili (ho elencato solo i più comuni e i più praticati).
Il periodo migliore per lo sviluppo delle capacità coordinatorie è compreso tra i 7 e i 12 anni circa; nei primi anni di vita si sviluppa soprattutto la capacità di apprendimento e controllo motorio e successivamente vi è un incremento delle capacità di adattamento, combinazione e soprattutto coordinazione dei movimenti, presupposto, nelle successive fasce di età, per associare un incremento della forza e velocità.
Tutti questi sport consigliati, ciascuno in vario modo, possono favorire la socializzazione e il rispetto di ruoli e regole (vedi gli sport di squadra) e inducono effetti positivi su concentrazione, riflessi e destrezza, oltre a offrire vantaggi a livello cardiovascolare, respiratorio e metabolico, migliorando velocità, potenza, equilibrio e coordinazione motoria e tonificando gruppi muscolari differenti, sia della parte superiore che inferiore del corpo.
Prima della pubertà non è consigliabile, in qualunque attività sportiva intrapresa dal bambino, impostare un allenamento con eccessivo sovraccarico funzionale, ossia con una reiterazione eccessiva dei medesimi gesti e costante sollecitazione di alcune parti del corpo, che potrebbe influenzare negativamente la corretta crescita e maturità scheletrica.
Infine, nella scelta dello sport più adatto al bambino, va considerata la presenza di problematiche scheletriche eventualmente accertate da visita ortopedica, quali ad esempio la Scoliosi; in tal caso i cosiddetti sport asimmetrici, come la scherma o il tennis, potrebbero non essere lo sport migliore da praticare o quanto meno da associare a programmi di ginnastica posturale.


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