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Bambini e animali, quali precauzioni?

Autore: Dott. Tiziano Dall’OssoMelissa Gullotta

Conoscere gli animali domestici e imparare a prendersene cura in modo corretto può prevenire nei bambini l’insorgere di fastidiose infezioni e malattie pericolose

Portare a casa un animale domestico non è un passo semplice e non deve essere una decisione superficiale. Troppe volte i nostri figli insistono per realizzare il sogno di poter avere un cane, un gatto o qualsiasi animale domestico ma noi adulti siamo consapevoli di quanto la presenza di un animale in casa possa comportare frequenti episodi negativi. È importante perciò condividere con il bambino un patto che tutti devono impegnarsi a rispettare che riguarda la gestione del nuovo arrivato. Inoltre, di fronte alla richiesta di adottare un cucciolo, spesso, i genitori temono che la presenza di un animale possa portare in casa germi o batteri, sempre pronti a trasmettere infezioni o fastidiose malattie.

I possibili rischi

Contrarre malattie o infezioni causate dalla presenza di un animale domestico è, in realtà, una possibilità molto remota e, se il bambino non ha un sistema immunitario depresso, basterà qualche piccola precauzione per scongiurare il pericolo. Vediamo quindi quali possono essere le patologie che gli animali, anche quelli domestici, possono veicolare all’uomo.
La Malattia da graffio di gatto è un’infezione batterica potenzialmente pericolosa per i bambini che si manifesta con ingrossamento dei linfonodi e febbre. È provocata dalla Bartonella, un batterio presente sotto le unghie del gatto soprattutto nei primi sei mesi di vita e che può aggredire l’organismo umano attraverso una soluzione di continuità (una ferita). Anche nella Toxoplasmosi il gatto è l’animale di riferimento: quando è portatore della malattia diventa l’ospite in cui il parassita si riproduce. L’uomo può infettarsi venendo a contatto con le feci contaminate (non quelle appena emesse, ma di 2/3 giorni), oltre che ingerendo ortaggi e frutta contaminati dagli escrementi del gatto. Possono essere trasmesse dal contatto con animali, provocando irritazione e prurito, anche alcune Dermatiti causate da funghi (Tigna) o acari (Scabbia). I parassiti come pulci e zecche (non i pidocchi poiché quelli degli animali non si trasmettono all’uomo) possono infestare la cute del bambino e, se infetti, oltre all’innocuo prurito, possono causare vere e proprie malattie (Malattia di Lyme ed altre). Infine anche i pennuti, in particolare il pappagallo, devono essere ben accuditi per evitare che, attraverso le loro feci o la polvere presente nella gabbia, possano veicolare malattie come la Psittacosi.
Questa breve carrellata di malattie trasmissibili non ha lo scopo di allarmare chi fosse in procinto di accogliere un animale domestico ma di rendere ancor più consapevoli ci permetteranno di godere della compagnia dei cuccioli senza rischi e pericoli.

Le precauzioni

Innanzitutto bisogna porre attenzione alla salute dell’animale, facendo visite periodiche ed effettuando le vaccinazioni consigliate, utilizzando antiparassitari in spray, che andranno applicati sul mantello del cane/gatto ma anche sui tappeti e sulla moquette di casa e tenendo ben pulite cucce e lettiere; queste ultime, in particolare, devono essere lavate con acqua calda (60°) per scongiurare l’effetto dei germi presenti nelle feci dei gatti. Non è igienico poi abituare il nostro amico a quattro zampe ad accoccolarsi sul letto in quanto il suo pelo può nascondere parassiti e bisogna evitare di venire a contatto con la saliva dell’animale domestico poiché essa è ricettacolo di virus e batteri. È importante, inoltre, spiegare ai nostri figli che il graffio del gattino che gioca allegramente con il gomitolo di lana può essere veicolo di malattie. Infine è buona norma abituare i bambini a lavare spesso le mani quando giocano sul pavimento o sul terreno ma anche dopo aver accarezzato il loro amico peloso. Questo gesto, apparentemente banale, lo preserverà anche dai tanti accidenti virali che accompagnano la stagione invernale.


 
Effetti sul sistema immunitario

Un’altra paura che rende a volte difficile l’adozione è il pensiero che, soprattutto gli animali a pelo lungo, possano, attraverso la polvere che si insinua nel pelo, scatenare fastidiose allergie. Tutto ciò non corrisponde a verità ed è provato da studi pubblicati su autorevoli riviste pediatriche che affermano che il contatto con animali domestici, fin dai primi mesi di vita del bambino, stimola il sistema immunitario a difendersi con risultati migliori nei confronti delle infezioni più frequenti; inoltre altri studi americani provano l’efficacia delle polveri presenti nel pelo del cane o del gatto nel combattere l’infezione da Virus Respiratorio Sinciziale (VRS), causa di Bronchiolite nel neonato.

Conoscere l’animale

Un ostacolo all’adozione di un cucciolo è rappresentato anche dal timore che si verifichino situazioni in cui gli animali si rivoltano al padrone improvvisamente e in modo violento, senza motivi apparenti. Stiamo parlando di casi estremamente rari che, se analizzati, ci dimostrano che, nella maggior parte delle circostanze, la violenza dell’animale è provocata, in maniera del tutto involontaria, dall’uomo stesso. Ad esempio il bambino che si avvicina all’animale che sta mangiando può essere un potenziale pericolo come anche l’abitudine di fare giochi “violenti” con l’animale che, anche se cucciolo, potrebbe avere reazioni imprevedibili. Inoltre, il senso di attaccamento nei confronti del padrone può scatenare reazioni aggressive: il bambino che corre incontro al papà può essere interpretato dall’animale come un potenziale pericolo per il padrone stesso. Sono situazioni estreme che possono essere ovviate insegnando a nostro figlio il giusto approccio nei confronti dell’animale.

Aspetti psicologici

Dopo aver parlato dei pericoli, credo sia utile sottolineare anche gli aspetti positivi dell’inserimento di un cucciolo nell’ambiente familiare. Ad esempio, osservare il rapporto che si instaura tra bambino e animale può esserci utile per comprendere la situazione emotiva di nostro figlio: il rapporto sbagliato del bambino con l’animale potrebbe rivelare, infatti, un eventuale disagio psicologico. Nei casi di bambini affetti da Autismo, ad esempio, la vicinanza di un animale domestico sarà in grado di migliorare l’autostima e la capacità di socializzazione, permettendo una più efficace interazione con le persone vicine. Che dire poi di quei bambini sempre in movimento, iperattivi o aggressivi che riescono a convogliare la loro energia, spesso incontrollabile, nella cura di un cucciolo di cane. Crescere insieme ad un animale domestico aiuta nostro figlio ad avere rispetto degli altri, a vincere la diffidenza nei confronti delle diversità e, quindi, a migliorare il suo equilibrio psico-fisico. Inoltre la presenza di un animale domestico può essere utile per alleviare l’ansia che il bambino prova per l’assenza di uno dei genitori nei casi di separazione e, pur non risolvendo il problema, permette al piccolo di trovare un’utile complicità.

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