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Dolori mestruali, come affrontarli?

Autore: Dott.ssa Cristina VezzaniDott. Gabriele Tridenti

Grazie a trattamenti farmacologici efficaci e ad una dieta bilanciata unita ad uno stile di vita sano, è possibile migliorare i sintomi di questo comune disturbo femminile 

I dolori legati al ciclo mestruale (il termine medico è Dismenorrea) rappresentano, per tutte le donne, uno dei disturbi ginecologici più comuni, nonché una delle cause principali di dolore pelvico; si stima, infatti, che ne soffra il 16-91% di quelle in età riproduttiva e che il 2-29% presenti una forma grave con impatto significativo sulla qualità di vita. L’insorgenza di tale disturbo in genere non è coincidente alla prima mestruazione (menarca) ma è associata, piuttosto, all’inizio dei cicli di ovulazione che si stabiliscono nei due o tre anni successivi. La sua frequenza aumenta via via verso la media-tarda adolescenza arrivando ad interessare l’80% delle ragazze in questa fascia di età. I sintomi possono migliorare con il passare degli anni e a seguito di una gravidanza.

La sintomatologia

La Dismenorrea è caratterizzata da crampi uterini che alternano momenti di maggiore o minor dolore; quest’ultimo può irradiarsi dalle pelvi all’addome, alla zona lombare o agli arti inferiori, ma possono manifestarsi anche sintomi concomitanti quali nausea, vomito, diarrea, cefalea, vertigini, stanchezza e intensa sudorazione. Di solito, in caso di Dismenorrea primaria, ovvero non associata ad alcuna patologia, i dolori iniziano in concomitanza con l’inizio delle mestruazioni o qualche ora prima e si protraggono per i primi due o tre giorni del ciclo. Al contrario, in caso di Dismenorrea secondaria, i disturbi si possono avvertire già parecchi giorni prima e proseguire poi più a lungo.

Le cause

Nella maggior parte dei casi questi disturbi sono i sintomi di una Dismenorrea primaria e la causa, infatti, è da ricercarsi nell’eccessivo rilascio, da parte delle cellule endometriali, di sostanze chimiche (prostaglandine) che inducono contrazioni dolorose e crampiformi alla muscolatura uterina (come accade in fase di travaglio del parto). In alcuni casi (circa il 10%), invece, possono essere la manifestazione di una malattia dell’apparato riproduttivo; tra le cause più frequenti troviamo l’Endometriosi, l’Adenomiosi, i Fibromi uterini, le Infezioni pelviche, le Malformazioni, le Cisti ovariche oppure gli esiti di mutilazioni genitali, ma anche i dispositivi intrauterini non medicati utilizzati per la contraccezione possono provocare un aumento del dolore. Raramente può succedere che una gravidanza ignorata possa presentarsi con perdite dolorose interpretate erroneamente come sintomi del ciclo. Il rischio di Dismenorrea è senza dubbio maggiore nelle donne fumatrici, che consumano alcolici, che si trovano in condizione di sovrappeso o sottopeso, che hanno avuto la loro prima mestruazione prima degli 11 anni, che hanno flussi mestruali abbondanti, che non hanno avuto figli, che soffrono di ansia o depressione, oppure ancora che hanno familiarità con questo tipo di disturbo.


Il percorso diagnostico

La diagnosi è rivolta soprattutto a stabilire se si tratti di Dismenorrea primaria o secondaria e può essere effettuata sottoponendosi ad un attenta valutazione specialistica. Il Medico, infatti, valuterà la storia clinica della Paziente, le caratteristiche del dolore (esordio, durata, associazione con altri sintomi) e, parallelamente, procederà ad un esame fisico e ad un’Ecografia pelvica. Per le donne sessualmente non attive, l’esame fisico consiste nell’esame obiettivo esterno dell’addome e nell’ispezione dei genitali esterni associati ad una Ecografia transaddominale; nelle Pazienti sessualmente attive, invece, può essere effettuata la visita ginecologica e l’Ecografia per via transvaginale. Come abbiamo detto, nella stragrande maggioranza dei casi si stratta di Dismenorrea primaria, quindi, l’esame fisico risulta normale; il Medico potrà richiedere la compilazione di un calendario mestruale dove annotare sintomi, impatto sulla vita quotidiana e risposta alla terapia proposta.

In caso di Dismenorrea secondaria

La Dismenorrea secondaria può essere sospettata quando vi sia una mancata risposta al trattamento farmacologico e sulla base di alcune caratteristiche del dolore (tempo di insorgenza e durata): l’esordio precoce della Dismenorrea in concomitanza con i primi cicli mestruali, l’insorgenza di un dolore nuovo e improvviso in una donna di 30-40 anni o l’associazione con febbre e perdite vaginali maleodoranti, ad esempio, possono indicare un disturbo legato ad altre Malattie dell’apparato riproduttivo. In questi casi potrebbe rendersi necessario effettuare ulteriori accertamenti come un Test di gravidanza, dei tamponi vagino-cervicali, una Risonanza magnetica delle pelvi, un’Isteroscopia oppure una Laparoscopia. Parallelamente, lo Specialista dovrà escludere la presenza di Patologie extra ginecologiche potenzialmente responsabili di dolore pelvico.

Le opzioni di trattamento

Il trattamento della Dismenorrea è importante per consentire alle donne una normale qualità di vita anche nel periodo del ciclo mestruale. Allo stesso tempo, uno stile di vita sano e attivo può aiutare ad alleviarne i sintomi: in particolare si consiglia un’alimentazione bilanciata, povera di grassi animali e ricca in vitamine e minerali, con astensione da fumo, alcol e caffè. Analgesici e antinfiammatori non steroidei rappresentano la prima scelta di farmaci per contenere il dolore (da assumere nell’immediato per potenziarne l’efficacia e sempre a stomaco pieno per un impatto minore sull’apparato gastrointestinale), poiché agiscono riducendo la produzione di prostaglandine, ma anche i farmaci ormonali ad azione contraccettiva (estroprogestinici, progestinici) sono di uso comune (assunti per vie di somministrazione differenti e secondo modalità cicliche o continuative). Altre misure suggerite per aiutare ad alleviare questi disturbi includono l’applicazione di un impacco caldo umido sulla regione pelvica/lombare, l’utilizzo di integratori alimentari (acidi grassi omega-3, semi di lino, magnesio, vitamina B6, antiossidanti e agnocasto) e l’Agopuntura. In caso di Dismenorrea secondaria, il trattamento è definito dalla patologia di base a cui si riferisce, poiché solo intervenendo su quest’ultima è possibile eliminare o diminuire il dolore.

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