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Tumore del Colon e Microbiota

Studi scientifici hanno dimostrato che le alterazioni della flora batterica, dovute ad abitudini alimentari scorrette, possono favorirne l’insorgenza 

Negli ultimi anni si è fatto molto per la comprensione della struttura e del ruolo della flora batterica intestinale: gli studi, infatti, ci hanno permesso di comprendere sempre meglio i complessi rapporti che esistono tra il Microbiota e il nostro organismo.
Con il termine di Microbiota si intende quell’insieme di batteri, virus e funghi che compongono la nostra flora intestinale: a sua volta, lo studio del Microbiota ha portato a scoprire la sua stessa capacità di influen-zare il nostro stato di salute, in quanto le alterazioni dovute a fattori esterni possono provocare o contribuire in maniera importante all’insorgenza di malattie come il Tumore del Colon; ciò potrebbe dipendere dal fatto che il Microbiota sia in grado di agire sul metabolismo e sulle funzioni immunitarie, detenendo a tutti gli effetti un ruolo attivo anche nelle azioni di prevenzione di questo tipo di Tumore.

Composizione del Microbiota

Gli studiosi hanno evidenziato notevoli differenze tra la composizione del Microbiota intestinale di persone affette da Tumore del Colon e quella di soggetti sani; inoltre ci sono evidenze che variazioni nel Microbiota che intervengono negli stadi iniziali della formazione del Tumore possono essere utilizzate per identificare le persone più a rischio di poterlo effettivamente sviluppare. Soggetti con lesioni precoci quali Adenomi del Colon, infatti, presentano una flora batterica diversa e particolarmente caratteristica; ma il ruolo decisivo del Microbiota è stato studiato anche in funzione della terapia, dal momento che il Microbiota intestinale può influenzare anche l’efficacia degli agenti terapeutici inclusa l’Immunoterapia.

Se viene meno l’equilibrio intestinale

Generalmente si stima che il numero di specie microbiche presenti nell’intestino superi le 2000 unità, tra le quali troviamo soprattutto “Firmicutes”, “Bacteroidetes”, “Actinobacteria” e “Proteobacteria”: questi microbi metabolizzano gli ingredienti derivanti dai cibi che ingeriamo e sintetizzano nutrienti come le vitamine, modulano la risposta immunitaria e forniscono segnali per le cellule di rivestimento dell’intestino oltre a contribuire al mantenimento dell’integrità della mucosa e a secernere sostanze antimicrobiche. Quando si verificano variazioni patologiche del profilo e delle funzioni del Microbiota intestinale, si parla di Disbiosi, una condizione di squilibrio che può interessare sia la quantità che il tipo di germi presenti, dando luogo a condizioni di infiammazione cronica che può portare alla formazione di un Tumore del Colon. Numerosi studi su soggetti umani e animali hanno evidenziato come il Paziente affetto da Tumore del Colon presenti una particolare abbondanza del germe “Fusobacterium nucleatum”; alla diagnosi, un’elevata presenza di questo batterio è associato solitamente ad uno stadio già avanzato della malattia, ad un elevato rischio di recidive e tempo di sopravvivenza ridotto. Sembra, d’altra parte, che questo batterio sia in grado di ridurre la risposta immunitaria anti-tumorale: in sua presenza, infatti, sono state evidenziate particolari caratteristiche cliniche e molecolari delle Neoplasie.

L’importanza di una Dieta corretta

Quello del Colon è uno dei Tumori più comuni: costituisce la quarta causa di morte per Cancro nel mondo e in Italia colpisce ogni anno quasi 50.000 persone. La Dieta, senza dubbio, ha un impatto significativo sul rischio di sviluppare questo tipo di Tumore: in questo senso, è stato ampiamente dimostrato lo stretto legame con il consumo di carni rosse o lavorate. Diversi studi, in particolare, hanno identificato interazioni dinamiche tra il sistema immunitario, il Microbiota e la Dieta nel processo di sviluppo del Tumore del Colon. In altre parole, componenti specifiche della Dieta possono svolgere un ruolo pro infiammatorio: è il caso, ad esempio, delle proteine, dei grassi, dei grassi trans, del colesterolo e degli acidi grassi saturi. Un ruolo di tipo antinfiammatorio, invece, viene svolto dai composti presenti negli alimenti di origine vegetale come le fibre, gli acidi grassi poliinsaturi, i minerali, le vitamine, gli antociani, gli isoflavoni e i beta-carotene.
Per questo motivo, negli anni, sono stati elaborati veri e propri indici di misurazione del potenziale infiammatorio delle Diete, che hanno via via evidenziato la forte correlazione tra stato di salute e grado di infiammazione.

Attenzione al potenziale infiammatorio

Gli approfonditi studi che sono seguiti alla creazione degli indici di misurazione del potenziale infiammatorio delle Diete hanno sottolineato, in particolare, come ad un maggiore indice infiammatorio della Dieta corrisponda un rischio più elevato di sviluppare una patologia a carico dell’intestino come ad esempio il Tumore del Colon; studi più recenti hanno poi rimarcato come un alto indice infiammatorio della Dieta aumenti il rischio di Tumore del Colon soprattutto in Pazienti con abbondante presenza di “Fusobacterium nucleatum”. In conclusione, quindi di, è stato possibile aggiungere un ulteriore tassello nella conoscenza del legame tra ambiente e Tumore, che in questo caso viene favorito dalla presenza o meno di un particolare batterio. Inoltre, quello che emerge dagli studi è che, a conferire protezione, o favorire l’aumento del fattore di rischio, sia l’insieme di tutti gli alimenti costituenti la Dieta più che il singolo alimento. È stato dimostrato, ad esempio, come Diete ricche di cereali integrali e fibre siano associate ad un rischio minore di sviluppare Tumore del Colon, contrariamente a regimi alimentari ricchi in grassi saturi, proteine e sale (le cosiddette “Diete occidentali” o “Western type”), ove questo rischio viene veicolato proprio dalle interazioni con il Microbiota intestinale.


Prevenire con la Dieta

Quello della misurazione degli indici della Dieta per valutarne la potenziale attività pro-infiammatoria è un concetto piuttosto recente, che però ha catalizzato grande attenzione poiché fornisce uno strumento abbastanza pratico per definire la qualità della nostra alimentazione e che, senza dubbio, potrebbe svolgere un ruolo decisivo per esempio nel personalizzare il regime alimentare nell’ambito di un programma di prevenzione specifico.
Rispetto alla relazione tra Dieta e risultati clinici dei Pazienti affetti da Cancro, è sicuramente necessario che gli studi proseguano, prendendo in considerazione una casistica sempre più ampia e di lunga durata (studi prospettici), poiché sulla base di alcune analisi recenti che hanno valutato il risultato di ben 21 studi prospettici, emerge un effetto protettivo delle fibre che presenta, tuttavia, una discreta eterogeneità: i risultati degli studi europei, infatti, sono diversi da quelli americani (molto probabilmente perché Americani ed Europei introducono fibre attraverso fonti diverse e perché, in linea di massima, gli Americani introducono molte meno fibre rispetto agli Europei).

Sì a fibre e cereali integrali

Su questa linea, alcuni studi hanno già evidenziato come aumentando di circa 90 g l’apporto di cereali integrali in un giorno, si possa ottenere una riduzione del rischio di sviluppare il Tumore del Colon del 17%, e questo effetto benefico delle fibre potrebbe essere legato all’azione che svolgono sul Microbiota intestinale: le fibre, infatti, vengono fermentate dai batteri per produrre grassi a catena corta (SCFA), preziose sostanze in grado di regolare il sistema immunitario,il metabolismo e, quindi, di ridurre anche il rischio di Tumore del Colon. Alcuni studi controllati randomizzati hanno poi studiato l’effetto della supplementazione con fibre, o particolari prebiotici, sul Microbiota intestinale: l’aggiunta di fibre alla Dieta, infatti, ha permesso di rilevare un arricchimento di alcune specie di batteri buoni, in particolare Bifidobatteri e Lattobacilli, presenti in minor concentrazione nei Pazienti affetti da Tumore del Colon; i Bifidobatteri e il Lattobacilli producono a loro volta Lattati, Acetati ma anche il Butirrato, che si ipotizza possa avere anch’esso un effetto protettivo. Sempre a proposito di fibre, anche un maggior consumo di cereali integrali si associa ad una maggior presenza di batteri in grado di produrre sostanze protettive per il Colon (acidi grassi a catena corta): i cereali integrali, inoltre, contengono altri nutrienti benefici come i polifenoli e i flavonoidi, importanti modulatori del Microbioma intestinale.

No alle carni rosse e lavorate

Per contro, un elevato consumo di carne rossa e/o carne lavorata si associa ad aumentata incidenza del Tumore al Colon: tuttavia, è molto probabile che l’effetto carcinogenico mediato da questi alimenti possa essere attribuito alle sostanze utilizzate per la loro conservazione, come ad esempio nitrati, nitriti e altri additivi come gli emulsionanti, oppure ancora prodotti chimici che si formano durante la cottura (amine eterocicliche, idrocarburi aromatici policiclici) e, infine, altre sostanze come ferro eme, composti solforati e colina, questi ultimi presenti in alta concentrazione soprattutto nella carne rossa e precursori di una sostanza elaborata dal Microbiota intestinale chiamata trimetilammina-N-ossido (TMAO). Alti livelli di TMAO si associano ad un aumento del rischio di patologie cardiache e più in generale di mortalità, ma diversi studi indicano che il TMAO sia implicato anche nella genesi del Tumore dell Colon: Pazienti affetti da questo tipo di tumore, infatti, mostrano nelle feci un’alta concentrazione di batteri in grado di trasformare la colina (proveniente da cibi di origine animale) in TMAO, il cui consumo in elevate quantità, quindi, comportando una potenziale concentrazione di TMAO maggiore, aumenta di conseguenza anche il rischio di sviluppare un Tumore del Colon.

Microbiota, “regista” del benessere

Oltre alle azioni che favoriscono lo sviluppo di questo genere di Tumore, Il Microbiota intestinale è in grado di modulare anche la risposta alla terapia anti-tumorale, nonché la predisposizione agli effetti avversi indotti dalla Chemioterapia. Recentemente, infatti, alcuni studi hanno riportato come alterazioni del Microbiota intestinale siano in grado di influenzare l’efficacia dell’Immunoterapia e della Chemioterapia per i Pazienti affetti da Tumore del Colon, ma non solo; altri, invece, hanno evidenziato come il “Fusobacterium nucleatum” sia in grado di accrescere la resistenza delle cellule tumorali alla Chemioterapia; i Pazienti con recidive insorte dopo il trattamento di Chemioterapia ne mostrano, nel tessuto tumorale, una maggior concentrazione. Queste ed altre ricerche, quindi, confermano ancora una volta, il ruolo importantissimo del Microbiota intestinale rispetto all’efficacia delle terapie anti-tumorali. Infine, interventi dietetici utilizzati per modulare il Microbiota intestinale nei Pazienti affetti da un Tumore e sottoposti a Chemioterapia, quali ad esempio maggior apporto di fibre, acidi grassi omega-3, vitamina D, calcio, caffè, e più in generale una Dieta vegetariana, si sono associati ad esiti migliori anche in Pazienti affetti da Tu

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