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Metabolismo, dieta e cuore

Autore: Prof. Michele Massimo GuliziaDott. Maurizio Giuseppe AbrignaniDott. Furio ColivicchiDott. Domenico GabrielliDott. Daniele Grosseto

Attraverso una dieta equilibrata, che induce il riequilibrio dei parametri metabolici, è possibile ottenere un abbassamento del Rischio Cardiovascolare globale 

Parlando di salute vi sono una serie di termini, come metabolismo, glicemia, colesterolo, trigliceridi e uricemia, che sono entrati nell’uso comune delle persone anche “non addette ai lavori”; non sempre però il significato corretto di tali parole è veramente conosciuto. Vale la pena quindi di fare un po’ chiarezza.

Metabolismo e colesterolo

Con il termine metabolismo si intende l’insieme delle attività cellulari di costruzione e distruzione delle molecole del nostro organismo. Alcuni parametri metabolici, facilmente dosabili con un prelievo di sangue, sono di particolare importanza nelle Malattie cardiovascolari. Il più importante è il colesterolo, uno sterolo, quindi un alcol e non un grasso. È un costituente delle membrane cellulari e delle guaine dei nervi, oltre a essere un precursore della vitamina D e degli ormoni steroidei delle ghiandole surrenali e sessuali. La sua concentrazione nel sangue è detta colesterolemia. Per la sua insolubilità in acqua, circola nel sangue unicamente in associazione con le lipoproteine.
Negli esami di laboratorio si fa riferimento al colesterolo totale, a quello legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL), si tratta del cosiddetto “colesterolo cattivo” (causa della placca aterosclerotica) e ad alta densità (HDL), il “colesterolo buono” perché lo rimuove dalla stessa placca. Il Colesterolo LDL, di norma non viene riportato dagli esami del sangue, ma può essere ricavato attraverso una specifica formula.

Trigliceridi e glucosio

I trigliceridi sono una classe di lipidi che il corpo umano produce prevalentemente a partire dai grassi ingeriti attraverso l’alimentazione. I trigliceridi formano il grasso corporeo e rappresentano riserve energetiche, diffuse attraverso il sangue agli organi che devono utilizzarli, come i muscoli. Quando sono in eccesso, la quantità che abbonda si trasforma in colesterolo.
Un secondo importante prodotto del metabolismo è il glucosio, la cui concentrazione nel sangue è detta glicemia. Si tratta di un carboidrato semplice. Tutti i carboidrati vengono convertiti in glucosio, il composto organico più diffuso in natura come fonte energetica. Una glicemia elevata è espressione di Diabete mellito. L’acido urico, infine, è il prodotto finale della scissione delle purine (acidi nucleici); la sua concentrazione nel sangue è definita uricemia. Quando è in eccesso, si accumula nelle articolazioni causando la Gotta.

Alimentazione e metabolismo

Colesterolemia, glicemia ed uricemia sono influenzate dall’alimentazione. Quest’ultima dovrà pertanto privilegiare cereali integrali, legumi, frutta e verdura, alimenti caratterizzati da un basso contenuto di grassi e colesterolo.
Colesterolo e trigliceridi aumentano invece quando la dieta è troppo ricca di carboidrati (solo per i trigliceridi) e lipidi (grassi). Gli acidi grassi costituiscono quasi tutti i lipidi complessi vegetali e animali. Quelli saturi sono presenti prevalentemente nei grassi animali (carne, specie rossa, e derivati, insaccati, latte e derivati), ed inoltre in alcuni oli vegetali (cocco e palma); il loro consumo aumenta il colesterolo. Gli acidi grassi insaturi, contenuti soprattutto nei grassi vegetali (olio di oliva, arachidi, mais, girasole, soia) ma anche nel parmigiano, favoriscono l’azione delle HDL (colesterolo “buono”).
Gli acidi grassi insaturi si suddividono in monoinsaturi e polinsaturi. La frutta secca oleosa e il pesce azzurro sono ricchi di acidi grassi polinsaturi omega- 3, che riducono i trigliceridi. Nel processo industriale di idrogenazione si formano invece acidi grassi trans, potenzialmente dannosi.
A prescindere dal contenuto di grassi, alcune sostanze determinano effetti favorevoli, come il licopene del pomodoro e i polifenoli contenuti in frutta e verdura, che contrastano la pericolosa ossidazione delle LDL, e i fitosteroli dell’olio d’oliva e del riso e le fibre non digeribili contenute in cereali, legumi e frutta secca, che interferiscono con l’assorbimento del colesterolo.

Indice glicemico, glicemia e uricemia

Il livello di glucosio presente nel sangue deriva dai carboidrati della dieta. L’influenza degli alimenti sulla risposta glicemica (velocità di assorbimento del glucosio) viene classificata attraverso l’indice glicemico. A seguito dell’assunzione di alimenti ad alto indice glicemico (biscotti, caramelle, dolciumi, marmellate, bibite gassate e molti cibi amidacei, come pane, patate, riso, mais) la glicemia si innalza.
I cibi con indice glicemico basso, in particolare frutta e frutta secca, riso e cereali integrali, verdura, latte e yogurt scremati, dolcificanti naturali, come fruttosio del miele e zucchero di canna, ed artificiali, vengono invece assorbiti più lentamente, con effetti positivi sulla glicemia.
Le fibre riducono anche la glicemia e i picchi glicemici ed insulinemici postprandiali. L’uricemia, infine, è aumentata da alimenti che apportano purine, come frattaglie, selvaggina, pesce azzurro, molluschi, carni e pollame, insaccati, crostacei, piselli, fagioli, lenticchie e formaggi stagionati.


Metabolismo e Malattie cardiovascolari

Una eccessiva concentrazione di colesterolo nel sangue è un disordine metabolico che non dà alcun sintomo evidente, ma può causare svariati processi morbosi; in particolare, quando perdura per anni, favorisce la formazione di depositi di grassi e altri tessuti (chiamati placche) sulle pareti interne delle arterie. Tali placche possono diminuire il flusso ematico, privando organi importanti, come il cuore ed il cervello, di un adeguato apporto di ossigeno e nutrienti. Concreto è anche il rischio che la placca aterosclerotica si rompa, coaguli e possa formare un trombo; la conseguente improvvisa ostruzione completa del flusso arterioso è causa di Infarto cardiaco o Ictus. Il rischio cardiovascolare aumenta fortemente per livelli di colesterolo e/o di trigliceridi particolarmente alti.
Anche il Diabete Mellito può determinare patologie sia dei piccoli vasi che di quelli più grandi ed è particolarmente pericoloso quanto più lunga è l’esposizione nel tempo agli alti valori glicemici, che possono determinare mediante infiammazione (e altre alterazioni del tessuto interno delle arterie) quanto detto prima; inoltre i diabetici presentano alterazioni del metabolismo cellulare che possono danneggiare il cuore anche a prescindere da alterazioni dei vasi arteriosi.
Negli ultimi anni anche l’iperuricemia sta emergendo come fattore di rischio cardiovascolare, sempre a causa dell’aumento della infiammazione del tessuto interno delle arterie. I livelli ematici dei parametri metabolici di cui ci stiamo occupando sono quindi importanti perché la loro determinazione consente la valutazione del Rischio Cardiovascolare globale, in aggiunta ad altri elementi come i valori di pressione arteriosa, la predisposizione familiare per patologie cardiovascolari, il peso corporeo, l’abitudine tabagica e la sedentarietà. Alcuni di questi fattori risultano modificabili (abitudine tabagica, pressione arteriosa, Diabete Mellito), mentre altri vengono definiti non modificabili (età, sesso, familiarità e fattori genetici).

Livelli ideali dei parametri metabolici

Come abbiamo visto, glicemia, colesterolo LDL e HDL, trigliceridi e acido urico sono marker di rischio. È pertanto fondamentale identificare correttamente i livelli di guardia di queste sostanze nel sangue, oltre i quali non è opportuno andare.
Tuttavia, alla luce delle considerazioni precedenti, la decisione di intraprendere un trattamento atto a riportare nella norma colesterolemia, glicemia e altri fattori di rischio non è dettata dal superamento di un particolare valore limite, ma dalla valutazione complessiva del profilo di Rischio Cardiovascolare del singolo individuo, che quindi si deve prima identificare per poter poi determinare i valori target dei parametri metabolici per ciascun Paziente.
Più in particolare, quando ci riferiamo alla glicemia, ricordiamoci che due valori consecutivi a digiuno superiori a 126 mg/dl portano alla diagnosi di Diabete. Tuttavia una volta posta la diagnosi, il parametro che consente di valutare la corretta gestione della malattia è l’emoglobina glicosilata, che deve mantenersi inferiore a 6,5-7 gr/dl.
Per quanto riguarda invece il colesterolo “cattivo” (LDL), sappiamo che più basso è, meglio è. Nella pratica clinica oggi il Medico di Medicina generale saprà identificare il vostro profilo di rischio e attribuirvi l’obiettivo da raggiungere.
Discorso opposto è rappresentato dai trigliceridi, che devono essere mantenuti sotto i 150 mg/dl, innanzitutto con un regime dietetico adeguato, con astensione dagli alcolici e, se non sufficiente, con farmaci specifici.
Infine, mantenere valori di acido urico inferiori a 7 gr/dl è un target da perseguire per la prevenzione cardiovascolare.

In conclusione, è scontato che l’alimentazione incida in modo determinante sui parametri metabolici. Un corretto regime alimentare non solo è fortemente consigliato, ma obbligatorio ogni volta che si vuole parlare di prevenzione cardiovascolare. Non ha senso perseguire un controllo dei parametri metabolici attraverso i farmaci, senza prendere seriamente in considerazione una dieta adeguata, che non deve essere solo un temporaneo modo per normalizzare il peso corporeo, ma un’abitudine di vita.

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