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Cuore e intestino, un legame da studiare

Autore: Dott. Alberto FantinDott.ssa Ilenia Barbuscio

La flora batterica intestinale, in presenza di un eccessivo consumo di alimenti di origine animale, può mettere a rischio la salute del cuore

Le più frequenti Malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica, come Infarto miocardico e Ictus, rappresentano le principali cause di morte in molti Paesi e, come è stato dimostrato da numerosi studi epidemiologici, un’aumentata prevalenza di queste malattie è associata al consumo di alimenti di origine animale, come carne, latticini e uova. Come detto, queste patologie sono spesso la conseguenza del fenomeno noto con il termine di Aterosclerosi, una malattia caratterizzata dalla formazione di depositi (placche aterosclerotiche) di lipidi e colesterolo sulla superficie interna della parete arteriosa. Nello sviluppo delle placche aterosclerotiche sono coinvolti diversi meccanismi e tra questi i più importanti sono l’attivazione e l’aggregazione piastrinica e la formazione del trombo intrarterioso.

Flora intestinale e Aterosclerosi

Diversi studi hanno evidenziato come il tratto gastrointestinale, con il suo enorme quantitativo di microrganismi (indicato con il termine di “microbioma” e comunemente conosciuto come flora intestinale), dia un potente contributo nell’insorgenza di processi patologici sistemici, incluse le patologie cardio-metaboliche come Aterosclerosi, Diabete di tipo II e Obesità.
In particolare, studi condotti in modelli animali hanno evidenziato un ruolo attivo della flora intestinale nella patogenesi dell’Aterosclerosi, in presenza di una dieta ricca in fosfatidilcolina, colina e carnitina, le cui fonti principali sono le uova, la carne e il formaggio. Tali composti, una volta giunti al fegato attraverso il flusso sanguigno, vengono rapidamente convertiti da una famiglia di enzimi, le flavinomonossigenasi epatiche (FMOs), in trimetilammina- N-ossido (TMAO), enzima noto per contribuire allo sviluppo dell’Aterosclerosi, patologia che, come abbiamo visto, può mettere seriamente a rischio la salute del cuore.

Il rischio Trombosi

Evidenze scientifiche mostrano come i livelli circolanti di TMAO siano strettamente correlati con il rischio di Trombosi, conseguente alla rottura della placca aterosclerotica. L’enzima TMAO, infatti, potenzia l’attivazione piastrinica, facilitando la formazione di coaguli di sangue (trombi) all’interno dei vasi sanguigni che ostacolano o impediscono la normale circolazione del sangue.
L’influenza della flora intestinale sul rischio trombotico correlato alla produzione di TMAO si sviluppa, dunque, in presenza di un eccessivo consumo di alimenti di origine animale, i cui principali nutrienti sono la colina e la fosfatidilcolina, precursori di questo particolare enzima.


 

Alcuni studi effettuati

Il ruolo della flora intestinale nello sviluppo della Trombosi correlata alla dieta ad alto contenuto di colina è stato dimostrato da studi condotti su topi ai quali erano stati somministrati antibiotici orali ad ampio spettro in grado di modificare la flora intestinale, evidenziando come, nonostante l’assunzione di colina, questi non mostrassero elevati livelli circolanti di TMAO.
È stato inoltre dimostrato come il rischio di Trombosi, e quindi di Malattie cardiovascolari, sia un tratto trasmissibile mediante il trapianto di flora intestinale (Trapianto fecale).

Nuovi orizzonti terapeutici

Dagli studi si evince quindi una stretta correlazione tra dieta ricca di alimenti di origine animale, flora intestinale, attivazione piastrinica e rischio trombotico, e ciò apre le porte a nuovi orizzonti terapeutici. Valori elevati di TMAO predicono il rischio di Malattia cardiovascolare, quali Infarti e Ictus negli esseri umani.
A tale proposito, elevati livelli dell’enzima flavina monoossigenasi (FMO3), coinvolto nella produzione di TMAO, sono stati riscontrati in soggetti affetti da Obesità con insulino- resistenza (meccanismo coinvolto nella genesi del Diabete mellito).
Inoltre, ci sono evidenze che dimostrano come la riduzione dei livelli di FMO3 prevenga l’Iperglicemia, l’Iperlipidemia e l’Aterosclerosi nei topi. Pertanto, la riduzione dei livelli sierici di FMO3 e TMAO potrebbe rappresentare un ottimo target terapeutico.

Una corretta alimentazione

Sebbene non siano ancora disponibili specifici agenti terapeutici in grado di agire su queste molecole, è giustificato ipotizzare come il ricorso ad un’alimentazione che limiti gli alimenti di origine animale favorendo il consumo di frutta, verdura, legumi e cereali possa avere un ruolo preventivo nei confronti delle Malattie cardiovascolari di origine aterosclerotica che rappresentano la prima causa di mortalità nei Paesi sviluppati.