Con un’incidenza in continuo e significativo aumento, il Melanoma e i Tumori della pelle (non melanocitari) sono le forme più frequenti di Tumore cutaneo. A livello mondiale, le forme epiteliali (in particolare il Carcinoma basocellulare e il Carcinoma squamocellulare) sono al primo posto in termini di frequenza; il Melanoma, invece, secondo l’OMS, è il 13° tumore più comune negli uomini e il 15° nelle donne. La “Skin Cancer Foundation” stima che ogni anno negli Stati Uniti vengano diagnosticati 3,6 milioni casi di Carcinoma basocellulare, 1,8 milioni di Carcinoma squamocellulare e circa 200.000 Melanomi.
I soggetti a rischio
Questi tumori sono in assoluto le neoplasie più frequenti nella razza caucasica, soprattutto in soggetti con carnagione chiara, e si sviluppano per lo più nelle sedi cutanee maggiormente esposte al sole. L’incidenza infatti è maggiore fra i soggetti che lavorano all’aperto, negli sportivi, nelle persone che si espongono abitualmente al sole per motivi ricreativi o utilizzano lampade abbronzanti.
L’insorgenza può dipendere da diversi elementi ma il principale fattore di rischio, come acclarato dalla Letteratura scientifica internazionale, è l’esposizione ai raggi ultravioletti presenti nella luce solare o a fonti artificiali come i lettini abbronzanti.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito la radiazione ultravioletta nel gruppo 1 dei cancerogeni, raccomandando di evitare l’eccessiva esposizione al sole e le esposizioni alle emissioni delle lampade solari.
Tuttavia, negli ultimi decenni, le modificate abitudini di vita, il mito dell’abbronzatura a fini estetici e l’aumento dei viaggi in paesi esotici hanno portato ad un importante incremento del carico totale di raggi ultravioletti tanto che il cosiddetto “capitale sole”, ossia la dose massima di raggi ultravioletti che una persona può tollerare nel corso della propria vita senza conseguenze nocive per la propria salute, viene solitamente consumato per un buon 50-80% entro i primi 20 anni di vita. Di recente però, grazie alle aumentate conoscenze scientifiche sul clima e sui rischi di una cattiva fotoenuova cultura volta a proteggere la pelle da un’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti.
Conoscere il proprio fototipo
Per poter adottare misure protettive adeguate è indispensabile valutare la qualità e la quantità di melanina presente in condizioni basali nella pelle. In base alle caratteristiche fenotipiche, la popolazione mondiale è stata suddivisa in sei “fototipi” indicati con numerazione romana da I a VI. I fototipi più bassi (I e II, chiari) si scottano rapidamente, si abbronzano poco e lentamente. I fototipi più alti (V e VI - scuri) si scottano solo dopo lunghe esposizioni al sole.
Durante l’esposizione al sole
Particolare attenzione deve essere riservata ai bambini che non dovrebbero essere esposti al sole nei primi 6 mesi, è sconsigliata inoltre anche l’esposizione indiretta soprattutto quando il riverbero solare è elevato. Massima attenzione nei primi anni di vita in quanto, a parità di esposizione solare, la cute di un bambino assorbe circa il triplo delle radiazioni UV di un adulto.
È importante limitare l’esposizione nelle prime giornate di vacanza ed evitare le ore centrali (11-16). Inoltre bisogna fare attenzione alle superfici riflettenti (neve, acqua, ecc.) e utilizzare attrezzature che schermano il sole (ombrelloni, teli, ecc.) Evitare infine l’applicazione di prodotti stimolatori dell’abbronzatura o l’utilizzo di cosmetici e/o farmaci fotosensibilizzanti.