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Immunoterapia e lotta al Cancro

Autore: Prof.ssa Concetta Quintarelli

Questo approccio terapeutico sfrutta l’attività innata e specifica del sistema immunitario per riconoscere ed eliminare le cellule tumorali

Nell’ambito della lotta al Cancro nell’ultimo decennio l’Immunoterapia ha sicuramente compiuto notevoli ed efficaci passi avanti. Essa comprende tutti quegli approcci terapeutici che mirano a sfruttare e rafforzare l’attività innata o specifica del sistema immunitario al fine di riconoscere ed eliminare le cellule neoplastiche in persone affette da tumori solidi o del sangue. Ciò è possibile perché le cellule neoplastiche presentano alcune caratteristiche che le differenziano dalle cellule normali dello stesso tessuto sano da cui derivano. Ad esempio, le cellule neoplastiche possono produrre gli antigeni (sostanze estranee all’organismo capaci di provocare la formazione di anticorpi) che normalmente invece sono assenti o poco espressi dalle cellule sane. Queste caratteristiche possono essere sufficienti ad attivare il sistema immunitario del Paziente al riconoscimento della cellula neoplastica come cellula estranea, attivando una serie di segnali tossici nelle cellule del sistema immunitario che portano a morte la cellula neoplastica. Quando invece il sistema immunitario da solo non è in grado di controllare l’espansione delle cellule neoplastiche, si rende necessario l’intervento terapeutico atto a rafforzare la sua normale attività.

Dalle Citochine agli anticorpi

In base al diverso approccio impiegato, gli interventi immunoterapeutici possono essere differenziati in: terapia con citochine, anticorpale o cellulare.
La Terapia con citochine è probabilmente da considerarsi la più aspecifica, e si è dimostrata largamente inefficace a fronte di un elevata tossicità. Gli altri due approcci, invece sono stati associati a risposte cliniche più promettenti. In particolare, gli anticorpi utilizzati nell’ambito clinico sono caratterizzati da elevata specificità per gli antigeni espressi dalla cellula tumorale: l’anticorpo agisce attivando alcune componenti del sistema immunitario innato oppure introducendo nella cellula malata sostanze per essa tossiche, come ad esempio tossine o molecole radioattive. Ampiamente utilizzata in numerosissimi studi clinici, l’Immunoterapia anticorpale ha rappresentato per lungo tempo l’approccio più promettente in questo settore.

Le terapie cellulari

Tuttavia la storia dei nostri Pazienti ci ha mostrato che queste strade non erano quelle risolutive per il Cancro. Ecco perché i centri di più elevata specializzazione nel campo, hanno cominciato a sviluppare le Terapie cellulari. Queste ultime si basano sulla generazione di farmaci cellulari “Paziente-specifici”, che vengono generati in officine farmaceutiche autorizzate dalle Agenzie regolative competenti (AIFA per l’Italia) per la produzione di farmaci biologici ad uso umano (come per esempio, nell’ambito accademico, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù). Tali farmaci cellulari, si basano su piattaforme che consentono di espandere in laboratori di alta specializzazione le cellule del sistema immunitario del Paziente stesso, come cellule T o NK. Tali cellule poi possono essere rinfuse tal quali al Paziente, oppure essere geneticamente modificate per aumentarne la specificità anti-tumorale.


Recettori come antenne

L’approccio più promettente nel campo oncologico dei farmaci avanzati di Terapia cellulare e genica è rappresentato dalla modifica genica delle cellule T con un “recettore chimerico” specifico per un antigene espresso dalla cellula neoplastica. I “recettori chimerici” possono essere paragonati a delle antenne che si montano (mediante modifica genetica) sulle cellule T del Paziente: tali antenne da una parte legano il tumore e dall’altra mediano il segnale attivatorio nella cellula T. Questi approcci, estremamente innovativi nel contesto di tumori solidi, sono oggi disponibili in Italia solo presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per bambini affetti da neuroblastoma (responsabile dello studio il Professor Franco Locatelli, Direttore del Dipartimento di Onco-ematologia pediatrica e Medicina trasfusionale del Bambino Gesù). L’auspicio è che possano garantire i benefici ottenuti nel contesto di terapie applicate attualmente (principalmente negli Stati Uniti) anche alle neoplasie ematologiche linfoidi.

“Alleanza contro il cancro”

Questa Associazione ha creato un gruppo di lavoro di esperti che persegue l’obiettivo di ottimizzare i trattamenti oncologici per migliorare la risposta nei Pazienti e minimizzare la tossicità della terapia.
Il gruppo si occupa dell’identificazione dei biomarcatori altamente predittivi di risposta ai nuovi approcci immunoterapici al fine di identificare in maniera precoce quei Pazienti che ne possono beneficiare, evitando di esporli ad effetti collaterali in assenza di beneficio clinico.
Il Working Group Immunoterapia comprende 20 differenti Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. Il gruppo di lavoro è estremamente attivo e si è focalizzato nel contesto di Pazienti affetti da Carcinoma polmonare.
L’obiettivo è una profonda caratterizzazione dei Pazienti inclusi nello studio clinico che partirà a breve nel contesto del Working Group sul polmone per individuare, laddove possibile, i Pazienti che potranno beneficiare dell’approccio immunoterapico. Il futuro prossimo vedrà realizzata la possibilità di terapie mirate e specifiche per ogni singolo Paziente ottenibili solo tramite un lavoro di rete che coagula specialità e ricercatori di ambiti differenti. La caratterizzazione approfondita di ogni singolo Paziente permetterà di impostare correttamente la terapia aumentandone il beneficio e riducendone al contempo la tossicità. Working Group è coordinato dalla Professoressa Concetta Quintarelli responsabile del Laboratorio di Terapia Genica dei Tumori presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, supportata da due coordinatori, Paola Nisticò dell’IRE di Roma e Vincenzo Russo dell’Ospedale San Raffaele di Milano.

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