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Acne, un disturbo multifattoriale

Autore: Dott. Claudio Bonifati

Problema tipico della pubertà, l’Acne può essere causata da fattori ormonali e genetici ma concorrono anche condizioni ambientali, alimentazione e stress 

Colpisce l’85% degli adolescenti, ma può presentarsi anche in età adulta; l’Acne è certamente uno dei maggiori motivi di richiesta di visita dermatologica.
Dal punto di vista clinico esistono varie forme di Acne ma per tutte la sede in cui si svolgono i processi patologici che ne determinano la comparsa è il “follicolo pilosebaceo”, una struttura che include il follicolo pilifero e la ghiandola sebacea, deputata appunto alla produzione del sebo. Quest’ultimo è un costituente fondamentale del film idrolipidico, che riveste gran parte della nostra pelle e che contribuisce alla sua salute. Le aree in cui si manifesta l’Acne, quindi, sono particolarmente ricche di follicoli pilosebacei e sono rappresentate da viso, collo, dorso e torace.
Le lesioni cutanee associate all’Acne possono manifestarsi con livelli di gravità diversi e, sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di forme non serie, a volte possono rendersi necessari trattamenti anche
complessi affidati allo Specialista Dermatologo.

Una patologia multifattoriale

Le possibili cause dell’Acne sono legate a svariati elementi, tra i più noti rientrano:

  • fattori ormonali: l’Acne infatti è una patologia tipica della pubertà;
  • fattori genetici: vale a dire una predisposizione familiare allo sviluppo della malattia;
  • inquinamento atmosferico;
  • particolari situazioni di stress;
  • alimentazione ipercalorica.

Come si manifesta

Lo sviluppo dell’Acne è principalmente determinato da tre fattori strettamente correlati tra loro:

  • alterazioni funzionali a livello dell’unità pilosebacea;
  • colonizzazione della pelle da parte di ceppi virulenti di un batterio noto come “Cutibacterium acnes”;
  • infiammazione.

In particolare a livello del follicolo pilosebaceo l’aumentata produzione di sebo, unitamente all’eccessiva proliferazione e ridotta desquamazione dei cheratinociti, determina la formazione di un tappo che porta alla formazione del comedone. Quest’ultimo rappresenta il terreno su cui il “Cutibacterium acnes” può svolgere la sua azione favorente l’infiammazione, che si concretizza con la formazione di lesioni di diverso aspetto e spesso coesistenti quali: papule, pustole e, nei casi più gravi noduli e cisti.

Il ruolo dell’alimentazione

Una delle domande più comuni poste dai Pazienti riguarda il possibile ruolo dell’alimentazione nell’insorgenza della malattia. Cominciamo precisando che, allo stato attuale delle evidenze scientifiche, non esistono prove certe sul reale coinvolgimento di specifici alimenti nella comparsa e nella successiva evoluzione dell’Acne; alcuni dati tuttavia, indicano come una dieta a basso apporto di carboidrati, che privilegi alimenti a basso indice glicemico come cereali integrali, legumi e ortaggi poveri di amidi, possa favorirne una riduzione del rischio di insorgenza. Al contrario, alimenti come il latte vaccino e in generale i prodotti lattiero-caseari, le carni rosse e i grassi saturi (condimenti di origine animale) andrebbero limitati a vantaggio di un maggior consumo di verdure, carni bianche e cibi ricchi di grassi insaturi come alcuni tipi di pesce (salmone, sgombro, aringa, sardina, alici, pesce spada, tonno), noci, mandorle e olio extra vergine di oliva.

Il fattore ormonale

Quando si verifica un’eccessiva produzione di sebo, un ruolo fondamentale è svolto dagli ormoni sessuali maschili e femminili: gli androgeni. Tali ormoni non solo stimolano la produzione di sebo, ma favoriscono anche la proliferazione e la differenziazione delle cellule che compongono la ghiandola sebacea (sebociti). Nell’uomo gli androgeni vengono sintetizzati dai testicoli e dal surrene, nella donna invece dal surrene e dall’ovaio.
Con l’inizio della pubertà, la produzione di questi ormoni aumenta in modo esponenziale, ciò spiega la così alta incisività dell’Acne in età adolescenziale e, poiché la produzione di androgeni è maggiore nei maschi rispetto alle femmine, questo comporterebbe anche, per i primi, una maggiore prevalenza e severità della malattia.Detto questo, è importante sottolineare che il ruolo degli ormoni nel processo di sviluppo patologico dell’Acne è molto complesso e non può essere ridotto semplicemente ad un aumento della produzione ormonale di androgeni: spesso e volentieri, infatti, quest’ultima risulta nella norma.
Un altro ruolo chiave nell’aumentata produzione di sebo è svolto dall’Insulin Growth Factor1 (IGF-1), un ormone sintetizzato nel fegato la cui produzione è massima proprio nel periodo della pubertà.


Acne in età adulta

Sebbene l’Acne sia una malattia tipica dell’adolescenza, può capitare che persista o che si manifesti anche in età adulta, in genere dai 25 anni in poi.
Quando si manifesta in un soggetto già adulto, presenta alcune caratteristiche che in parte la differenziano da quella giovanile, prima fra tutte una maggiore incidenza nel sesso femminile. In questo senso, sebbene non tutti i dati disponibili concordino con tale osservazione, alcuni studi hanno evidenziato una maggiore frequenza di papule e pustole, che frequentemente con la guarigione esitano in macchie brunastre persistenti. Dal 20% al 50% dei casi, è inoltre possibile che si formino cicatrici. Sempre nella popolazione femminile con Acne dell’età adulta, è stata descritta anche una maggiore sensibilità della pelle del viso con ridotta tolleranza all’applicazione di farmaci anti-Acne. Un ultimo aspetto che contraddistingue la malattia dell’età post-puberale da quella giovanile, è una maggiore resistenza alle terapie. Le cause Il possibile sviluppo dell’Acne nella popolazione adulta, soprattutto femminile, può essere ricollegato a diversi fattori, tra i quali:

  • alterazioni nella composizione del sebo;
  • dieta;
  • stress;
  • uso di alcuni farmaci;
  • fumo;
  • malattie endocrine.

In caso di patologie endocrine in particolare, è sempre necessario che le Pazienti, soprattutto in età compresa tra i 20 ed i 40 anni, si sottopongano ad una valutazione dello Specialista che comprenda il dosaggio nel sangue degli ormoni androgeni, del cortisolo e della prolattina. Inoltre dovrà essere associata un’ecografia pelvica per evidenziare eventuali patologie a carico delle ovaie, come l’Ovaio policistico, l’Iperplasia corticosurrenale oppure un Tumore.

Quale terapia?

La cura dell’Acne consiste generalmente nell’applicazione di alcuni farmaci ad uso locale come ad esempio lozioni, gel e creme, oppure sistemico, in particolare farmaci assunti per via orale e indicati per i quadri clinici più impegnativi.
In ogni modo, la scelta dei trattamenti disponibili va effettuata tenendo sempre presente una serie di variabili legate al singolo Paziente come l’età, il sesso, l’eventuale coesistenza di altre malattie o di terapie già in atto. Nella scelta della terapia anti-Acne più adatta incide ovviamente anche il livello di gravità della malattia stessa, che può presentare differenze significative da soggetto a soggetto o, nello stesso soggetto, a seconda della fase attuale di sviluppo.
In accordo con le Linee Guida fissate dall’Accademia Americana di Dermatologia, si possono distinguere tre livelli di gravità dell’Acne:
forme lievi e moderate: si possono contrastare con l’uso spesso combinato di prodotti ad uso locale a base di retinoidi e/o benzoilperossido e antibiotici;
forme più gravi: insieme a quelle di Acne moderata che non abbiano risposto adeguatamente ad un trattamento locale, tali forme necessitano dell’aggiunta di terapie sistemiche come antibiotici (generalmente tetracicline), isotretinoina o, in casi specifici, spironolattone o pillola anticoncezionale.

Se la cicatrice lascia il segno

Un discorso a parte merita il trattamento degli esiti cicatriziali, che possono assumere aspetti diversi in base alla forma, al numero e alla gravità; sulla base di tali caratteristiche infatti si può procedere con modalità diverse, tra le più diffuse:

  • Peeling medicali a base di acido glicolico o tretinoina;
  • Radiofrequenza;
  • Laser resurfacing con tecnica frazionata.
  • Nel caso di cicatrici ipertrofiche e di grandi dimensioni, invece, spesso l’unica possibilità efficace è quella dell’intervento chirurgico.

Per concludere, indipendentemente dalla scelta di una delle molteplici terapie disponibili per la cura dell’Acne, valgono sempre alcune buone regole generali come l’uso di detergenti delicati per la pulizia del viso, evitare di schiacciare o spremere le lesioni e, nelle forme comedoniche, quelle caratterizzate da una prevalenza di punti bianchi e neri, affidarsi il prima possibile al personale specializzato per la loro rimozione.

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