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Post-Infarto, quali consigli?

Autore: Dott. Maurizio Giuseppe Abrignani

Il periodo successivo all’Infarto è un momento delicato in cui è bene prestare attenzione all’alimentazione, seguire le terapie prescritte ed evitare lo stress 

In Italia, ogni anno, più di 100.000 persone sono colpite da Infarto miocardico acuto; è un numero elevato, che corrisponde a circa 98 casi su 10.000 uomini e circa 34 casi su 10.000 donne. Negli ultimi tempi il numero dei casi di Infarto è, però, diminuito soprattutto grazie alle migliori misure di prevenzione primaria, come la riduzione del fumo di sigaretta e l’uso estensivo di farmaci (antipertensivi e antidislipidemici) per combattere Ipertensione e colesterolo. Allo stesso modo si è drasticamente ridotta la mortalità ospedaliera: infatti oggi, grazie alle misure diagnostiche e terapeutiche che la Ricerca scientifica ha sviluppato e che noi Cardiologi ospedalieri abbiamo attuato, circa 96 Pazienti su 100 vengono dimessi vivi. Questi semplici dati evidenziano quanto la Cardiologia si sia sviluppata e quante vite abbia salvato.

Dopo la dimissione

Nonostante i dati confortanti, la strada per una gestione ottimale dell’Infarto miocardico è ancora lunga. Se prima molto accadeva all’interno delle mura ospedaliere, oggi tantissimo si gioca nel delicato periodo successivo alla dimissione e, in particolare, durante il primo anno. In questo periodo, infatti, si concentra la maggior parte delle complicanze e dei decessi e si manifesta una scarsa aderenza ai farmaci e ai consigli sullo stile di vita: entro sei mesi da un ricovero oltre il 30% dei Pazienti sospende le terapie prescritte e oltre il 60% di chi ha smesso di fumare riprende. Ed è proprio in questi casi che il Paziente, già vittima di Infarto, rischia nuovamente il manifestarsi di eventi negativi, vanificando le considerevoli risorse impegnate per il trattamento in acuto. In tal senso, il momento della dimissione è cruciale.

Il ruolo del Cardiologo

Noi Cardiologi ospedalieri, lottando contro aspetti organizzativi che impongono un rapido turn over dei Pazienti e con le criticità dell’attuale carenza di organico, abbiamo diverse responsabilità nei confronti del Paziente vittima di Infarto. È compito del Cardiologo, infatti, compilare un’esauriente lettera di dimissione che contenga tutte le informazioni utili sulla salute del Paziente, assicurando, così, una valida continuità assistenziale e migliorando la comunicazione tra Ospedale, Centri di Cardiologia Riabilitativa, territorio e Medico di Medicina Generale. Inoltre il Cardiologo organizza i percorsi post-ospedalieri secondo il profilo di rischio: i Pazienti ad alto rischio clinico, cioè quelli con Scompenso cardiaco, dovrebbero essere affidati a Strutture riabilitative di degenza; quelli a rischio di Trombosi dovrebbero essere seguiti da Strutture ambulatoriali di Cardiologia Riabilitativa o prevenzione secondaria, mentre quelli a basso rischio possono essere affidati al Medico di Medicina Generale. Infine, col supporto del personale infermieristico si può assicurare un’adeguata comunicazione col Paziente, informandolo sulle caratteristiche della sua malattia, sulle sue probabili cause, sui comportamenti da adottare e sui motivi per i quali i farmaci prescritti vengono utilizzati, favorendo la comprensione e il ricordo delle informazioni ricevute.


 

Buone regole per il post-Infarto

Vediamo quali sono i principali accorgimenti da adottare nel post-Infarto:

  • seguire la terapia prescritta: è fondamentale per evitare che si possa ripetere l’evento cardiaco. II Paziente deve seguire attentamente le indicazioni fornite, sia per il dosaggio sia per i tempi di assunzione: i farmaci, per agire, devono essere costantemente presenti nell’organismo alla concentrazione efficace e la loro sospensione comporta il mancato controllo della malattia;
  • dieta equilibrata: è bene privilegiare il consumo di grassi insaturi (presenti, ad esempio, nel pesce e nell’olio d’oliva), ridurre i grassi saturi (carne, insaccati, formaggi) ed attuare una dieta ricca di fibre, con un corretto apporto di frutta, verdura e cereali integrali, con l’obiettivo di ridurre la quantità di colesterolo nel sangue, ma anche l’aggregazione piastrinica e i fattori infiammatori; il rischio di Ipertensione arteriosa può essere ridotto usando moderate quantità di sale da cucina;
  • svolgere attività fisica: può agire come un farmaco che incide sui principali fattori di rischio cardiovascolare e, in particolare, aiuta nella diminuzione di peso corporeo, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, trigliceridi e glicemia; molte persone colpite da attacco cardiaco possono cominciare gradualmente a nuotare, camminare o svolgere esercizi di ginnastica dolce a corpo libero; si ricorda che ogni altra attività sportiva è consigliata solo dopo un’attenta visita medica;
  • smettere di fumare: continuare a fumare espone al rischio di nuovi problemi cardiaci, che potrebbero rendere necessario un nuovo ricovero o addirittura essere fatali; Quest’abitudine annulla o riduce in modo importante sia il beneficio di quanto fatto durante il ricovero sia l’azione dei farmaci; ridurre solamente il numero delle sigarette è poco utile, perché a poco a poco si tornerebbe alla quantità abituale;
  • attività sessuale: un normale rapporto col partner abituale implica uno sforzo pari a salire 1-2 piani di scale; se si è in grado di fare quest’attività, non ci sono controindicazioni; se invece crea ansia o se durante il rapporto si avverte dolore toracico o altri sintomi è bene parlarne con il proprio Medico;
  • lavoro: la maggior parte delle persone colpite da Infarto può ritornare al lavoro entro 2/3 mesi ma vanno considerati sia il danno cardiaco sia il tipo di lavoro; è opportuno programmare l’attività da svolgere valutando sempre il tempo a disposizione e prefissando un limite alla durata dell’impegno lavorativo, suddividere in piccole attività il compito da svolgere, effettuare brevi pause, applicare in caso di bisogno semplici tecniche di rilassamento, imparare a dire no a richieste impreviste o eccessive e a delegare parte delle responsabilità.

Aspetti psicologici

Lo stress è una reazione dell’organismo alle sollecitazioni ambientali e ha un ruolo importante nelle cardiopatie: aumenta frequenza cardiaca, pressione arteriosa e glicemia ed è responsabile dei danni alle pareti dei vasi. Tuttavia è possibile controllarlo: il segreto è riconoscere gli agenti stressanti, per poi cambiare le modalità di risposta (ad esempio modificando gli orari della propria giornata e rifiutando impegni non necessari). Se non modificabili, gli agenti stressanti possono però essere accettati. La respirazione profonda, applicata per pochi minuti al giorno, è la tecnica più comune per ridurre lo stress. Svolgere esercizio fisico quotidiano e dedicare al relax e al sonno un buon numero di ore sono altre misure efficaci. Un Infarto porta con sé notevoli conseguenze sull’umore; le sensazioni più comuni sono la paura che l’attacco possa ritornare, la collera e la depressione. Tutto è però superabile se si trova la giusta determinazione. L’Infarto può essere considerato come un’occasione per tornare a guardare alla vita con occhi diversi.

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