Stampa questa pagina

Chirurgia e innovazione

Autore: Prof. Francesco Corcione

L’utilizzo di tecniche sempre più sofisticate garantisce una maggiore sicurezza, limitando rischi, dolore e complicanze legati all’intervento

Grazie all’avvento della Chirurgia robotica, che rappresenta un ulteriore passo nell’ambito della Chirurgia mini-invasiva, oggi vengono messe a disposizione del Paziente metodiche avanzate che rendono l’intervento chirurgico sempre più sicuro. Allora facciamo finta di poter guardare attraverso un vetro che dà sul campo operatorio per scoprire quali tecniche sono in grado di limitare al massimo rischi, dolore, degenza e complicanze.

Tecniche innovative

Tra le complicanze, il sanguinamento e le emorragie durante e dopo l’intervento sono una delle criticità più frequenti. Quando questo accade è necessario intervenire tempestivamente per arrestare l’emorragia (processo di emostasi) e quindi salvare la vita del Paziente. Uno degli obiettivi più importanti per il Chirurgo è infatti quello di ridurre al massimo le perdite di sangue, e questo è reso possibile grazie alle numerose innovazioni in campo tecnologico, come ad esempio l’utilizzo di un innovativo cerotto a base di falde di collageno o di matrici emostatiche fluide. Associati ad una minuziosa tecnica chirurgica possono portare ad un’emostasi sicura ed efficace. A seguito di un intervento chirurgico, o anche di un trauma, può verificarsi una lesione di tessuti o di cellule. Fin dall’inizio degli anni ’80, si cominciò a capire che la riparazione tissutale con un materiale biologico, la colla di fibrina, è uno dei cardini fondamentali in numerosi campi di applicazione della Chirurgia generale tra cui anche la Neurochirurgia.

La “Chirurgia senza sangue”

Per quella categoria di Pazienti considerati a rischio, di cui fanno parte coloro che assumono farmaci anticoagulanti e antiaggreganti, che presentano più patologie e sono spesso anziani, sono necessarie Tecniche di emostasi più efficaci, poiché per questi Pazienti sono previsti interventi maggiori che interessano distretti complessi come ad esempio reni, colon, fegato e pancreas. In numerosi studi è stato osservato che le Tecniche di “Chirurgia senza sangue”, in cui si evita l’uso di trasfusioni e che predilige l’utilizzo di strumenti che limitano il rischio di emorragie intra e post-operatorie, permettono di diminuire la durata degli interventi, il dolore e la quantità di farmaci somministrati. Interventi eseguiti con strumenti di controllo delle principali complicanze hanno effetti diretti anche sui costi sanitari: si risparmia il 25% rispetto ad un intervento tradizionale e il 50% della degenza ospedaliera. Attualmente evitano il ricorso alle trasfusioni il 10% degli interventi, percentuale che potrebbe essere incrementata al 30-40%. Specialmente negli interventi di Chirurgia maggiore o post-trauma che pone i maggiori rischi nelle prime 24 ore dall’intervento.

 

 

Cron Job Starts