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Sinusite, come riconoscerla e curarla

Autore: Dott.ssa Mona Rita Yacoub

È un disturbo molto diffuso a cui spesso si associano problemi di natura allergica che possono essere individuati con semplici test

All’inizio ha i sintomi di un comune raffreddore, da cui spesso trae origine, ma con in più un senso di pesantezza a livello della fronte, mal di testa, naso chiuso, dolore alla pressione in alcuni punti del viso e, talora, riduzione o assenza dell’olfatto e del gusto: stiamo parlando della Sinusite.
E’ una patologia caratterizzata da infiammazione della mucosa dei seni paranasali (le cavità scavate all’interno del cranio e comunicanti fra loro). Nella maggioranza dei casi la Sinusite deriva e si accompagna ad una Rinite, cioè da un’infiammazione della mucosa delle cavità nasali, in questo caso si parla quindi di Rinosinusite.

Le cause

Il processo infiammatorio può essere innescato da fattori infettivi: virus, batteri o funghi. L’infezione delle vie aeree superiori causa infiammazione delle cavità nasali con conseguente edema delle mucose e ostruzione dei fori di accesso ai seni paranasali. Con il ristagno delle secrezioni, i germi possono iniziare a proliferare determinando un’infezione a livello dei seni paranasali.
La Rinosinusite viene definita acuta quando il processo infiammatorio si risolve entro 12 settimane, mentre diventa cronica qualora, nonostante venga intrapresa un’adeguata terapia medica, essa perduri per più di 12 settimane.
In alcuni casi alla Rinosinusite si aggiunge la presenza di piccoli polipi nella mucosa nasale e nei seni paranasali.

Un problema diffuso

Nei paesi occidentali soffrono di questo disturbo un numero di persone che oscilla tra il 5 e il 15% e la sua rilevanza è correlata al fatto che comporta ripercussioni negative sulla qualità di vita dei Pazienti, anche per l’elevata frequenza di altri disturbi concomitanti. A questo proposito è importante sottolineare l’elevata prevalenza di associazione fra Rinite, Rinosinusite e Asma per la spiccata interazione fra i vari distretti dell’apparato respiratorio.

I fattori di rischio

Alcuni fattori predisponenti possono giocare un ruolo importante nel determinare l’instaurarsi e il cronicizzare dell’infiammazione a livello nasale e sinusale:

  • alterazioni strutturali del naso che alterano la normale meccanica respiratoria, come ad esempio la deviazione del setto nasale;
  • Allergia ad aeroallergeni con Rinite ed Asma: il ruolo dell’Allergia respiratoria come fattore di rischio della Rinosinusite cronica è sempre stato controverso, ma recenti studi suggeriscono che i Pazienti atopici, ossia sensibilizzati ad allergeni comunemente presenti nell’ambiente, presentano forme più gravi, con un maggior tasso di recidive dopo intervento chirurgico; è verosimile che l’Ipertrofia dei turbinati indotta dalla Rinite allergica alteri la meccanica respiratoria causando ristagno di muco e infiammazione cronica della mucosa respiratoria;
  • alcune persone possono produrre in modo eccessivo leucotrieni (molecole lipidiche che contribuiscono ai processi infiammatori) e solitamente presentano Rinosinusite cronica con Poliposi naso-sinusale, Asma ed Ipersensibilità all’acido acetilsalicilico (Sindrome di Samter-Widal);
  • in alcuni casi può essere presente un’Immunodeficienza (dalla nascita o acquisita successivamente);
  • Infezioni dentarie (tali disturbi possono favorire l’instaurarsi di infezioni);
  • presenza di alterazioni della mucosa nasale (apparato mucociliare), tale mucosa è soltamente deputata a filtrare l’aria che respiriamo intrappolando le eventuali particelle contaminanti. 

 

Esami e test

La diagnosi di Rinosinusite cronica viene ottenuta mediante esame endoscopico nasale con una strumentazione flessibile a fibre ottiche che consente di verificare lo stato delle fosse nasali e l’entità della Poliposi e attraverso Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) del massiccio facciale senza mezzo di contrasto.
Inoltre si deve proporre al Paziente l’esecuzione di Test allergologici per una poter realizzare un più accurato programma della terapia, iniziando dagli Skin Prick Test (SPT) o Test cutanei. Questi rappresentano la prima tappa del percorso diagnostico.
La lettura dei test avviene dopo 20 minuti dalla loro esecuzione e si effettuano ambulatorialmente in qualsiasi stagione dell’anno. Non ci sono controindicazioni alla loro esecuzione, bisogna solo sospendere l’eventuale antistaminico in corso nei 5 giorni precedenti.
Se sono presenti anche sintomi bronchiali (fatica nel respirare, tosse, respiro sibilante, senso di costrizione toracica) la persona interessata dovrà effettuare inoltre prove di funzionalità respiratoria per escludere un’Asma bronchiale. 

Quali terapie

La terapia della Rinosinusite cronica inizia con un approccio conservativo e quindi con l’impiego di lavaggi nasali (con soluzioni saline, steroidi topici o sistemici ed antibiotici). Nel caso in cui sia presente anche la Rinite allergica, si può associare un antistaminico e, soprattutto, si può ricorrere a norme di bonifica ambientale (in caso di Allergia ad acari e muffe) e all’Immunoterapia specifica (vaccino), che permette una desensibilizzazione specifica nei confronti di uno o due degli allergeni maggiormente coinvolti nella sintomatologia riportata dal Paziente.
L’Immunoterapia specifica, protratta per 3-5 anni porta a ridurre l’infiammazione indotta dall’esposizione ad un determinato allergene e a ridimensionare fino ad azzerare l’utilizzo dei farmaci utilizzati per controllare i sintomi allergici.
In caso di fallimento della terapia medica, è necessario passare alla Terapia chirurgica, che si avvale di moderne tecniche endoscopiche.

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