Autore: Dott. Federico Vigevano

 

Il Piccolo Male

Fortunatamente alcune forme di Epilessia legate a predisposizione genetica, con esordio per lo più in età pediatrica, hanno un andamento benigno, in quanto tendono a guarire spontaneamente. Ad esempio il cosìddetto “Piccolo Male”, chiamato scientificamente “Epilessia Assenza Infantile” esordisce nell’infanzia, intorno ai 4-6 anni, provocando le cosiddette “assenze”, molto numerose ogni giorno, che persistono per alcuni anni, per poi tendere a diradarsi fino a scomparire con l’avvicinarsi dello sviluppo puberale. In questi casi le terapie incidono poco sulla guarigione finale, mentre agiscono nel sopprimere le assenze nella fase in cui sarebbero particolarmente frequenti; è chiaro infatti che presentare 30-40 episodi di assenza al giorno disturba notevolmente il bambino nelle sue attività scolastiche, sportive e sociali. Con le varie terapie farmacologiche e nonostante una continua immissione sul mercato di nuovi farmaci, che per lo più hanno minori effetti collaterali rispetto ai vecchi, riusciamo ad ottenere un buon controllo delle crisi in circa il 65-70% dei casi. Queste terapie hanno però alcuni inevitabili effetti collaterali, primo fra tutti l’induzione di sonnolenza che nei bambini può venire ad incidere sull’attenzione e quindi sull’apprendimento scolastico. Come in ogni branca della Medicina, una corretta terapia deve perciò sempre valutare quali ne sono i benefici ed i rischi per il Paziente. Tra l’altro la terapia farmacologica dell’Epilessia è sempre prolungata, dura vari anni; basti pensare che per prendere in considerazione la sospensione della terapia occorre attendere almeno due anni dall’ultima crisi.

L’obiettivo della terapia

In sintesi, l’obiettivo del nostro intervento terapeutico deve tendere ad ottenere il massimo sollievo dalle crisi, tenendo sempre presente quale ne è il reale impatto sulla vita quotidiana del Paziente, minimizzando gli effetti collaterali a breve e lungo termine della terapia, non solo sulle condizioni di salute, ma anche sugli aspetti cognitivi e sociali, specie nell'età dello sviluppo.
I Pazienti resistenti al trattamento farmacologico tendono a concentrarsi nei centri di alto livello, che per fortuna in Italia non mancano. Per questi Pazienti si utilizzano trattamenti alternativi ai classici farmaci antiepilettici, quali possono essere in età pediatrica le terapie steroidee o la dieta chetogena, una particolare dieta a base di grassi.