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Bruxismo, quale rimedio?

Autore: Dott. Aldo Nobili

Stringere i denti è un’abitudine che va corretta per evitare l’insorgenza di disturbi anche importanti

Il Bruxismo è l’abitudine involontaria, e spesso inavvertita, di serrare o digrignare tra loro i denti delle due arcate. Non si tratta di una malattia ma di una parafunzione, cioè tutto ciò che un sistema (in questo caso la bocca) è in grado di fare andando oltre le sue normali funzioni, quando la forza e il numero delle volte in cui stringiamo i denti nell’arco della giornata sono eccessivi.
Questo fenomeno si può presentare da solo o in associazione con altre abitudini viziate, come il mangiarsi le unghie, e altre posture non fisiologiche delle labbra e della mandibola. È probabilmente la più diffusa forma di parafunzione e la sua incidenza raggiunge i valori più elevati intorno ai cinquant’anni. Si può manifestare sia da svegli (Bruxismo diurno) che durante il sonno (Bruxismo notturno) allorchè lo sfregamento dei denti può produrre rumori anche molto forti.
È importante sapere che alcuni bambini  e adolescenti possono manifestare un Bruxismo del tutto fisiologico. Se non trattato adeguatamente il Bruxismo finisce col tempo per danneggiare le strutture orali e questi danni sono direttamente proporzionali alla durata e all’intensità. Possono insorgere problemi muscolari, quali crampi o, a volte, limitazioni di movimenti anche importanti e vere e proprie disfunzioni. Compaiono poi segnali di usura dentaria che possono raggiungere anche livelli molto gravi, senza che necessariamente siano accompagnati da dolori altrettanto importanti. Viceversa in altri casi, insorgono sintomi quali Emicranie o Cefalee, rumori e limitazioni correlati a movimenti articolari, dolori diffusi anche a viso, collo spalle e torace, talora in assenza di segni di usura dentaria eccessiva.
Il Bruxismo, per il quale è assolutamente fondamentale sottolineare il ruolo dello stress come fattore scatenante, deve essere trattato nel momento in cui diventa un reale problema per la salute orale del Paziente; a tal fine è necessario rivolgersi al proprio Dentista di fiducia, per programmare un iter terapeutico che può avvalersi di vari interventi quali l’utilizzo di una placca occlusale, denominata Bite, fra le arcate dentarie che consente una “deprogrammazione” dei movimenti anomali, con conseguente ritorno ad uno stato di normalità articolare e muscolare. Il Bite, che viene realizzato su misura per ogni Paziente, consente di modificare il combaciamento tra le arcate dentali, evitare l’abrasione tra le superfici dei denti ed alleviare eventuali dolori come Cefalee o Cervicalgie.
Nei casi più gravi può essere necessario ricorrere ad una terapia farmacologica attraverso l’utilizzo di analgesici, antireumatici, miorilassanti o anche antidepressivi. A volte il trattamento del Bruxismo si esaurisce in alcuni mesi, in altri casi può essere necessario un prolungamento a vita dell’uso della placca occlusale o ricorrere a terapie che tendono a ricreare una postura armonica dei denti e della mascella.

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