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Raffreddore nei bambini, come affrontarlo?

Autore: Dott.ssa Manuela GasparriDott. Giuseppe Banderali

Nella maggior parte dei casi questo banale disturbo può essere gestito a casa in autonomia, tuttavia i genitori devono essere consapevoli delle possibili complicanze 

Il Raffreddore è una delle malattie più frequenti nell’uomo, è quindi normale che anche il neonato o il bambino debbano prima o poi vivere questa esperienza di malattia; in molti casi la situazione può trovare impreparati i genitori che tendono a preoccuparsi più del dovuto, soprattutto se si presenta nei primi mesi di vita.
Per “Raffreddore” o “Rinite” si intende comunemente una qualsiasi infiammazione della mucosa nasale, caratterizzata da congestione nasale e naso chiuso che “cola” (Rinorrea), alterazione della voce (Rinolalia) e starnuti ripetuti.

La possibile causa

La causa più comune di Rinite è un’infezione di natura virale sostenuta da numerosi virus (se ne conoscono più di 200), la cui replicazione è favorita dal freddo.
La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con secrezioni nasali infette oppure per aerosol attraverso le cosiddette “goccioline respiratorie di Flugge” (o droplets). Si tratta di microparticelle contenenti il virus che vengono prodotte con gli starnuti (o anche semplicemente parlando) e che possono rimanere in sospensione nell’aria anche per diverso tempo. La modalità di trasmissione giustifica la grande diffusione tra i bambini e all’interno dello stesso nucleo familiare.

Come si manifesta

In genere, la Rinite di origine virale è caratterizzata da secrezioni limpide e la durata è di pochi giorni. Meno frequente e più tipica del bambino grande è invece la Rinosinusite, in cui alla Rinite si associa un’infiammazione a carico dei seni paranasali. In questo caso, le secrezioni sono più dense, giallastre, a volte maleodoranti; possono associarsi febbre, cefalea e compromissione delle condizioni generali. La durata è maggiore e quasi sempre è necessaria una terapia antibiotica, essendo la causa un’infezione batterica.
Da distinguere dalla Rinite comune (che, come detto in precedenza, ha una durata limitata nel tempo) è la Rinite su base allergica. Il sospetto va posto in caso di Rinite cronica/persistente con secrezioni limpide, spesso associata ad altri sintomi suggestivi, quali ad esempio prurito o Congiuntivite. Spesso l’andamento è stagionale e vi è una familiarità per Allergia.

Il decorso

Nella maggior parte dei casi, soprattutto nel bambino più grande, il decorso è assolutamente benigno e la risoluzione avviene spontaneamente nell’arco di pochi giorni; in alcuni casi però, se non si interviene adeguatamente, può complicarsi in quadri respiratori anche gravi (ad esempio la Bronchiolite nel neonato/ lattante) oppure a causa di sovrainfezioni batteriche, con conseguente necessità di terapia antibiotica, ad esempio in caso di Adenoidite/Sinusite.


Come affrontare il primo Raffreddore?

Di qualsiasi natura sia il Raffreddore, il consiglio per la mamma che si trova ad affrontare il primo raffreddore del proprio bambino è quello di utilizzare il classico lavaggio nasale con soluzione fisiologica. Si tratta di una manovra di semplice apprendimento, che può essere gestita in autonomia fin dalle prime settimane di vita. Può essere effettuato con la siringa (naturalmente senza ago) oppure, per le mamme meno esperte, con spray che permettono una nebulizzazione più delicata (ma spesso anche meno efficace). Esistono dispositivi che, oltre al lavaggio del naso, permettono anche l’aspirazione delle secrezioni; l’azione meccanica del lavaggio stesso rimane tuttavia quella di maggior efficacia per la pulizia del naso.
Per il bambino più grande, accanto alla soluzione fisiologica esistono dei preparati a base di soluzione ipertonica (una soluzione fisiologica “concentrata”) o di soluzione fisiologica addizionata di minerali quali rame o manganese, con lo scopo di potenziare l’efficacia del lavaggio nasale stesso. Entrambi questi oligoelementi hanno infatti dimostrato di avere proprietà anti-infiammatorie e anti-batteriche.

No ai vasocostrittori

Non indicato in età pediatrica l’utilizzo di vasocostrittori come decongestionanti nasali: si tratta infatti spesso di farmaci di automedicazione, il cui utilizzo improprio può essere responsabile di reazioni avverse anche gravi, descritte in diversi report in letteratura.
In casi selezionati, e solo dopo valutazione medica, possono essere utilizzati spray nasali a base cortisonica, da utilizzare a cicli. Questi spray si sono dimostrati particolarmente efficaci nel bambino con Rinite su base allergica.

Quando contattare il Pediatra

Se è vero che nella maggior parte dei casi la Rinite può essere gestita in autonomia al domicilio, è altrettanto vero che i genitori devono essere istruiti dal Pediatra sulle possibili complicanze.
Tra le complicanze più comuni del Raffreddore vi è l’Otite, causata da una propagazione dell’infiammazione del rinofaringe alle strutture dell’orecchio medio, con conseguente accumulo di secrezioni e successiva sovrainfezione batterica.
Se in caso di Otite la comparsa del dolore, spesso associato a febbre, induce i genitori a contattare rapidamente il Curante, in altre situazioni il peggioramento del quadro di rinite può non essere così evidente.
La complicanza più temibile del Raffreddore nel neonato-lattante è infatti la Bronchiolite. Si tratta di una patologia infiammatoria che colpisce i polmoni a livello dei bronchioli che può necessitare di ospedalizzazione, Ossigenoterapia ed anche assistenza respiratoria, più o meno invasiva. Qualsiasi neonato o lattante che presenti difficoltà respiratoria o all’alimentazione (spesso primo segnale di malessere soprattutto nelle prime settimane di vita) deve essere tempestivamente valutato dal Pediatra, che valuterà la necessità di ulteriori terapie/accertamenti.
Il Pediatra deve sempre essere contattato prima di intraprendere provvedimenti differenti dal lavaggio nasale (quali ad esempio aerosol o, ancora più importante, somministrazione di antibiotici), in caso di Rinite persistente o associata ad altri sintomi quali febbre, tosse, cefalea, compromissione dello stato generale. Questo per evitare di sottoporre il proprio bambino a terapie inutili o non adeguate. 

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