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Obesità infantile, sotto accusa l’inquinamento

Autore: Dott. Agostino Di Ciaula

L’esposizione precoce ad alcuni agenti inquinanti presenti nell’ambiente può interferire con i processi metabolici e indurre Obesità nei bambini 

Secondo il sistema di sorveglianza in età pediatrica del Ministero della Salute un bambino italiano su tre ha un peso superiore a quello che dovrebbe avere per la sua età. La prevalenza di Obesità infantile nel nostro Paese è tra le più alte in Europa e resta elevata nonostante la grande attenzione rivolta alla promozione di stili di vita idonei a contenerla.
L’Obesità infantile dipende da alterazioni genetiche solo nell’1% circa dei casi. Dunque, quasi sempre dipende da cause evitabili o modificabili.

Esposizione precoce alle sostanze inquinanti

Tra queste cause, indipendentemente dal ruolo svolto da fattori socio-economici e culturali, un numero crescente di osservazioni scientifiche sottolinea l’importanza delle esposizioni precoci (durante la vita intrauterina e nei primi anni di vita) ad una serie di inquinanti presenti nell’ambiente, in grado di interferire con i processi metabolici e di indurre Obesità. L’esposizione ad alcune sostanze inquinanti è in grado di attivare meccanismi patologici (infiammazione sistemica cronica di basso grado, stress ossidativo, interferenze con il sistema immunitario e ormonale, alterazioni dei mitocondri, cioè delle “centrali energetiche” della cellula) che agiscono a vari livelli, da quello cellulare a quello sistemico, inducendo una crescita del numero e delle dimensioni delle cellule adipose e alterazione dei processi che regolano il metabolismo corporeo.

Ambiente e genoma

Oggi nasciamo e viviamo in un ambiente “obesogeno” che contribuisce in modo determinante, ormai senza alcun dubbio, all’incremento della vera e propria epidemia di Obesità che sta preoccupando da alcuni decenni molti Paesi del mondo (anche per le notevoli implicazioni economiche) e che interessa tutte le classi di età. Oltre alle rare malattie genetiche che determinano Obesità, vi sono un gran numero di genotipi predisponenti allo sviluppo di Sovrappeso e Obesità. Tuttavia anche in questo caso, ciò che determina chi realmente diventerà obeso, è l’interazione tra ambiente e genoma, che si esprime attraverso meccanismi ambiente-dipendenti capaci di modificare l’espressione genica.
L’esposizione materna ad alcuni tossici ambientali durante la gravidanza influenza le caratteristiche del metabolismo fetale attraverso meccanismi di vera e propria “programmazione” della comparsa di Sovrappeso od Obesità alcuni anni dopo la nascita.


Gli inquinanti atmosferici

Lo “U.S. National Institute of Environmental Health Sciences” (NIEHS) - “National Toxicology Program” (NTP) ha elencato, nel 2012, più di 200 studi condotti sull’uomo che hanno descritto specifiche relazioni causali tra inquinanti ambientali, Obesità e patologie ad essa correlate. Tra queste, a parte il nutrito elenco di sostanze chimiche introdotte con l’alimentazione (interferenti endocrini come, ad esempio, il BPA, gli ftalati, alcuni pesticidi, le diossine, i PCB) e in grado di alterare pesantemente, tra l’altro, i processi metabolici dell’organismo, spicca l’importanza di alcuni inquinanti atmosferici diffusamente presenti nelle nostre aree urbane, e prodotti prevalentemente dal traffico veicolare e da impianti industriali, che utilizzino processi di combustione di qualunque natura (combustibili fossili, rifiuti, biomasse).
L’esposizione ambientale a PM10 (insieme di sostanze inquinanti disperse nell’aria) e NO2 (biossido di azoto, un inquinante che viene normalmente generato a seguito di processi di combustione) è correlata alla presenza, in bambini in età scolare, di insulino-resistenza, una condizione fisiopatologica strettamente legata all’Obesità, anche in caso di concentrazioni atmosferiche di questi inquinanti di molto inferiori a quelle consentite dalla normativa vigente.
L’esposizione al particolato PM2.5, sia in epoca embriofetale che nei primi 2-3 anni di vita, aumenta il rischio di comparsa di Sovrappeso e Obesità nei bambini, mentre l’esposizione materna in gravidanza a idrocarburi policiclici aromatici (altre sostanze inquinanti derivanti da processi di combustione) può determinare, in modo crescente a seconda dell’esposizione prenatale, insorgenza di Obesità nei figli, rilevata all’età di 5-7 anni.

Il controllo degli inquinanti ambientali

Le evidenze scientifiche sino ad ora disponibili indicano, nel caso di Obesità e Malattie metaboliche come in quello di numerose altre patologie, che la gravidanza e il periodo perinatale sono periodi critici da tutelare e come l’inquinamento “qui e ora” sia in grado di determinare conseguenze sanitarie anche a basse concentrazioni e a distanza di anni dall’esposizione. Suggeriscono anche come le misure orientate a modificare dieta e stili di vita, per quanto importanti, non possano essere, da sole, in grado di controllare in maniera soddisfacente e stabile l’elevata prevalenza di Obesità infantile. Dovrebbero quindi essere affiancate da misure concrete di prevenzione primaria finalizzate al controllo degli inquinanti ambientali per i quali è stata dimostrata una relazione con l’aumentato rischio di Sovrappeso e Obesità, anche per concentrazioni di molto inferiori ai limiti prescritti dalla legge. 

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