Mobilità sostenibile e ambiente

Autore: Ing. Giovanni PedeAntonella Ciana

 

Eventuali limiti?

È sicuramente vero che la microvettura ha dei limiti di trasporto e il suo utilizzo è circoscritto all’ambito urbano, ma la scelta di un’auto elettrica di ridotte dimensioni al posto di un’auto convenzionale di piccola-media cilindrata non crea particolari modifiche agli stili di vita e alle abitudini degli automobilisti: il parco circolante italiano è costituito per la maggior parte da auto di piccola-media cilindrata, e circa il 70% degli spostamenti avvengono in ambito urbano con percorrenze perfettamente compatibili con l’autonomia garantita dalle citycar.

I centri storici delle città italiane ospitano un patrimonio storico e monumentale che non ha eguali nel mondo e sono tra i contesti meno adatti per l’uso dell’auto: l’Enea sta quindi contribuendo alla loro salvaguardia, oltre che alla nostra salute?

Sì, stiamo collaborando con l’industria nazionale e proponendole la possibilità di produrre veicoli da città di piccola taglia in configurazione elettrica ed elettrico-ibrida. Il Laboratorio UTTEI-VEBIM ha implementato, con l’Università di Pisa e quella di Padova, innovativi sistemi di accumulo elettrico con batterie Li-Io (agli ioni di litio) “autogestite” o che utilizzano insieme supercondensatori ed economiche batterie piomboacido; ha in corso la sperimentazione di un piccolo power-train (gruppo di componenti che generano potenza) ibrido-parallelo e di sistemi di ricarica “senza contatto” delle batterie; il tutto avvalendosi di attrezzature specialistiche, in particolare due banchi a rulli, sale prova motori, apparecchiature per la prova delle batterie. I veicoli elettrici e ibridi offrono i vantaggi di basse spese chilometriche, nessun inquinamento in città, limitate dimensioni e, quindi, fluidità nel traffico e facilità di parcheggio. In questo ambito, ma anche in quello dei veicoli con alimentazione a gas combustibili, abbiamo collaborato in passato e continuiamo a farlo con i produttori di autobus e di mezzi per il trasporto merci: ricordiamo ad esempio il progetto europeo Mhybus, con la regione Emilia-Romagna, recentemente inserito tra i miglior progetti sviluppati in ambito europeo.

Cosa manca ancora perché questi veicoli diventino una presenza familiare sulle nostre strade?

Oltre alle classiche colonnine, mancano stazioni di “rifornimento” sulle strade urbane ed extraurbane di potenza sufficiente perché si possa caricare la batteria del veicolo in tempi contenuti. Sono infatti noti progetti in USA, Giappone e alcuni Paesi europei per attrezzare nodi ad alta frequentazione in aree urbane o in strade veloci e autostrade. L’intermodalità tra trasporto pubblico, possibilmente elettrico, e trasporto individuale a basso impatto ambientale richiede poi interventi sulla struttura del trasporto urbano, con parcheggi di scambio attrezzati per la ricarica. In tal caso si può agevolmente ricaricare a potenza più bassa, e la ricarica “senza contatto”, più pratica e sicura, è sempre più richiesta dalle grandi Case automobilistiche. Premessa a tutto ciò è che i sistemi d’accumulo elettrico siano in grado di accettare correnti elevate senza danno. In questo ambito, il Laboratorio UTTEI-VEBIM già dispone di un laboratorio di prova batterie tra i più completi tra quelli disponibili in ambito nazionale e ha in corso una serie di attività teorico-sperimentali che si tradurranno nella disponibilità, presso i nostri laboratori della Casaccia, di una Stazione “Fast charge” per veicoli di taglia medio-bassa e di una stazione di ricarica “senza contatto” per microvetture. Inoltre, grazie a specifici finanziamenti, l’ENEA ha potuto svolgere specifiche attività di sperimentazione della ricarica rapida per le batterie Li-Io per lo studio del comportamento termico delle batterie e la definizione della modalità di raffreddamento, ad aria o ad acqua.


« Pagina precedente 3/3 Pagina successiva