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Fitoterapia e difese immunitarie

Autore: Dott. Maurizio Diamante

Alcune piante medicinali rappresentano un valido aiuto per la prevenzione delle Malattie da raffreddamento

Il sistema immunitario è il più importante “network” funzionale del nostro organismo e si è evoluto negli animali superiori per proteggere da agenti patogeni come batteri, virus e funghi e più in generale da fonti di stress esterne al nostro organismo oppure interne.
Dare un quadro della fisiologia del sistema immunitario è un compito arduo, tanto che le acquisizioni sull’immunità innata e adattativa hanno consentito a Butler, Hoffman e Steinman di guadagnarsi nel 2011 il Premio Nobel per la Medicina e la Fisiologia.
Il sistema immunitario è composto da tessuti, come quello epiteliale (di rivestimento), che servono da barriera, strati cellulari molto adesi, cellule molto diverse tra loro, più di mille diverse proteine e piccole molecole che fungono da mediatori infiammatori. Il ruolo chiave nell’immunità, tuttavia, lo giocano gli anticorpi, i linfociti (T e B), e i monociti.
Quando un agente viene riconosciuto come estraneo (in Immunologia “non self”), i linfociti attivano una sofisticata e fine cascata di eventi che comporta il richiamo di cellule e mediatori che hanno il fine di uccidere ed eliminare l’agente causale.

Fitoterapia e difese immunitarie

La ricerca scientifica ha sempre considerato fondamentale l’individuazione e lo sviluppo di prodotti in grado di modulare le difese immunitarie, in particolare come ausilio in tutti i casi di aumentata esposizione agli eventi di stress metabolico. La brutta notizia è che nonostante gli enormi sforzi spesi, oggi la ricerca farmaceutica può vantare solo la creazione di analoghi biologici dei mediatori naturali, in particolare gli interferoni e pochissimi farmaci di sintesi. La bella notizia, invece, è che diversi prodotti naturali sono dotati di una consistente efficacia immunomodulante. La Fitoterapia può vantare in questo ambito un ruolo molto importante e oggi molta attenzione della ricerca scientifica più avanzata si sta rivolgendo proprio allo studio di estratti vegetali.
L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMeA), del resto, ha pubblicato dal 2006 ad oggi diversi documenti monografici individuando piante medicinali ufficialmente indicate come farmacologicamente attive nel trattare sintomatologicamente e preventivamente patologie da insufficienza immunitaria.
Tra queste specie monografate ufficialmente possono essere citate Echinacea, Andrographis paniculata e Uncaria tomentosa.

Echinacea

Con il nome Echinacea possiamo indicare in realtà tre specie diverse di Echinacea: purpurea, pallida e angustifolia; di tutte le specie vengono utilizzate le radici e gli organi sotterranei, ma di Echinacea purpurea viene utilizzata anche la pianta intera.
L’azione dell’Echinacea è soprattutto di tipo preventivo. Il fitocomplesso dell’Echinacea è uno dei più ricchi del mondo vegetale con tre classi diverse di principi attivi: alcamidi, derivati caffeici e polisaccaridi.  

Andrografis

Questa pianta è molto conosciuta in Oriente, utilizzata e apprezzata anche in Europa da oltre un ventennio per il trattamento delle comuni Malattie da raffreddamento, Laringotonsilliti e affezioni delle alte vie aeree. Le foglie rappresentano la droga della pianta e contengono lattoni diterpenici chiamati andrografolidi. 

Uncaria

È la risposta orientale all’”americana” Echinacea ed è una pianta a cui è dedicata una letteratura vastissima, con diversi studi clinici di buona qualità che ne denotano un interessante profilo di efficacia e sicurezza. La droga è rappresentata dalla corteccia della pianta che contiene alcaloidi ossindolici; le preparazioni di Uncaria permettono di evidenziare in vitro e in vivo una potente stimolazione dell’attività linfocitaria, di tipo B e T.


 

Associazioni di specie diverse

L’associazione di specie diverse ad attività immunomodulante è un campo di ricerca sperimentale ancora più nuovo e decisamente più interessante che comporta notevoli vantaggi come l’ampliamento dello spettro dei meccanismi d’azione e il sensibile abbassamento dei dosaggi efficaci con minimizzazione dei possibili effetti collaterali.
Altra interessante opportunità di ricerca è l’associazione tra specie ad attività immunomodulante e antiossidanti. Il mondo scientifico ha iniziato a considerare il ruolo nella induzione immunitaria dei prodotti vegetali ad attività antiossidante sulla base delle ricerche eseguite circa venti anni fa sulla Papaya fermentata, che oggi ha discreta letteratura di conforto e studi clinici di buona qualità in corso.
Studi circa l’assunzione di bioflavonoidi da frutta o verdura o da complementi nutraceutici, al pari della Papaya fermentata, confermano questa interessante attività biologica degli antiossidanti. 

Indicazioni terapeutiche

Piani di ricerca ben strutturati, il coinvolgimento scientifico delle Università e la possibilità di utilizzare estratti secchi titolati e standardizzati consentono di guardare al presente con fiducia e di avere già sul mercato nutraceutico prodotti di ottima qualità.
L’impiego degli induttori immunitari trova quindi ampio impiego nelle Malattie da raffreddamento come la comune Influenza, ma anche nel caso di infezioni ricorrenti, nel caso di stress psicofisico e, secondo le più recenti e ambiziose acquisizioni, in campo oncologico come trattamento complementare della Chemioterapia.

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