Autore: Dott. Tiziano Dall’Osso

 

Se lo sport stressa

Se ci domandiamo perché i nostri ragazzi si disamorano dello sport strutturato, una chiave di lettura può essere ricercata anche nella difficoltà di affrontare la gara, la partita o il saggio, tutti momenti che implicano una maturità psicologica che spesso non è ancora arrivata. Saper affrontare una sconfitta è un problema in età adulta, figuriamoci nella fase adolescenziale, soprattutto se poi noi genitori abbiamo la cattiva abitudine di trattare il figlio come il principe della casa, mostrandogli un mondo che non è quello reale, accontentando tutte le sue richieste, senza mai dire un no e facendogli credere che anche gli altri, gli estranei, si comporteranno così nei suoi confronti.
L’inadeguatezza con la quale i giovani si trovano a dover affrontare le difficoltà della vita, li costringe molte volte a deviare il problema, a evitare il momento della verifica del lavoro fatto, nel caso dello sport, appunto, la competizione finale, proprio per la paura di non essere all’altezza. È evidente che se l’impegno sportivo ha questi presupposti, prima o poi verrà abbandonato, rischiando così di vanificare il lavoro di prevenzione di cui accennavo poc’anzi.

Rafforzare l’autostima

Quale deve essere allora l’obiettivo di chi è più vicino al ragazzo nell’approccio all’attività sportiva, mi riferisco ai genitori e agli istruttori? Innanzitutto lavorare sull’autostima, che non significa convincere il giovane che è il migliore, ma che la sua presenza nel gruppo è importante e che ogni seduta di allenamento, ogni goccia di sudore, sono piccoli passi positivi per il raggiungimento di un obiettivo e che quest’ultimo non deve necessariamente coincidere con la vittoria o il successo sportivo ma con il concetto di miglioramento della performance. Il gol che il ragazzo è chiamato a perseguire non deve identificarsi nell’”eliminare un avversario”, ma nel rendere migliore la propria prestazione, ogni volta di più. Chiarendo subito questi aspetti, l’evento finale, la gara, non sarà più motivo di stress, ma verifica di un lavoro svolto.


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