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Caduta dei capelli, dalla causa alla terapia

Autore: Dott.ssa Fiorella Bini

Le possibili cause della caduta comprendono numerose situazioni di stress fisico ma possono entrare in gioco anche fattori psicologici 

Oltre a svolgere un’importante funzione protettiva a livello fisico, i capelli svolgono un ruolo fondamentale nell’immagine di noi stessi e rappresentano da sempre un importante connotato della personalità. Una capigliatura sana è espressione di bellezza e benessere ed è uno degli elementi più rilevanti nell’aspetto fisico e conseguentemente nelle relazioni sociali. È quindi naturale che la perdita dei capelli sia vissuta con preoccupazione e angoscia dalla maggior parte delle persone, sia uomini che donne. I disturbi e le patologie dei capelli e del cuoio capelluto rappresentano un capitolo importante della Medicina e spesso costituiscono un indicatore di patologie sistemiche o disagi psicologici, talvolta non ancora clinicamente evidenti.

Le fasi della crescita

I capelli sono caratterizzati da una crescita a cicli in cui si riconoscono diverse fasi: un periodo di normale crescita attiva (anagen) della durata di circa 3-7 anni, una fase transitoria di 2 settimane di arresto della crescita (catagen), una fase di riposo (telogen) della durata di circa 3 mesi seguita da una fase di caduta (exogen). Lo stadio in cui i capelli cadono è importante e può già dare indicazioni sulla causa dell’Alopecia. Infatti a ciascuna patologia corrisponde una particolare fase del ciclo pilare: la caduta in fase di crescita, piuttosto che in fase di arresto o riposo, indirizza la diagnosi verso precise malattie. Il tipo di caduta più comune è senz’altro quella denominata “Telogen Effluvium”: ad ognuno di noi, almeno una volta nella vita, è capitato di perdere ogni giorno un numero considerevole di capelli: durante il lavaggio, la pettinatura o sul cuscino. Possono cadere anche 300 capelli al giorno, per il brusco passaggio di un significativo numero di follicoli dalla fase di crescita attiva alla fase di riposo.   

Le cause della caduta

Le possibili cause della caduta (Telogen Effluvium) sono numerose e comprendono situazioni di stress fisico per infezioni, interventi chirurgici, febbre (superiore a 39°C), lievi intossicazioni, malattie croniche sistemiche, diete dimagranti e malnutrizione, carenza di zinco, biotina, acidi grassi essenziali, vitamina D, ferro, emorragie, Ipo e Ipertiroidismo, periodo post partum, farmaci, ecc.
La perdita dei capelli può essere determinata anche da un evento connotato da stress psicologico, come un esame o un lavoro particolarmente impegnativo. I capelli iniziano a cadere dopo circa 2-3 mesi dall’evento scatenante, per poi ricrescere dopo qualche mese dalla risoluzione dello stesso. La durata della perdita è condizionata dal persistere della causa: possiamo avere un periodo acuto di caduta, se l’evento scatenante è di breve durata, se invece persiste, l’effluvio durerà svariati mesi (oltre sei) e sarà cronico.
La terapia è relativamente semplice e non può prescindere dalla eliminazione della causa scatenante. Lo Specialista tricologo, dopo una visita accurata, richiederà alcuni esami di laboratorio e prescriverà una terapia mirata, ad esempio a base di integratori e lozioni da applicare localmente.  


 

In caso di Alopecia Areata

Talvolta sul cuoio capelluto possono comparire improvvisamente chiazze totalmente prive di peli e lisce: ai margini si rilevano alcuni capelli tronchi. Questa affezione prende il nome di Alopecia Areata. Anche la zona della barba, delle ciglia e sopracciglia, e quella pubica possono esserne colpite. La causa è ignota, si è sempre attribuito un ruolo a fattori emotivi e caratteriali, ma ciò è tuttora in discussione: probabilmente nei soggetti colpiti c’è una predisposizione genetica alla malattia. Qualunque ne sia la causa, si sviluppa con meccanismo autoimmunitario e spesso si associa ad altre patologie autoimmuni (come la Tiroidite o la Celiachia) quindi è opportuno eseguire tutti gli esami del sangue generali e mirati ad individuare eventuali patologie collegate. In molti casi è opportuno eseguire anche test cognitivi e di personalità. La terapia si basa sui cortisonici per via sistemica e locale, antiossidanti, Mesoterapia e Fototerapia LED (“Llight Emitting Diode”). L’evoluzione del problema è varia: ci può essere il totale recupero nel corso di poche settimane, con guarigione stabile, oppure le lesioni possono persistere per molto tempo (anche anni) con parziali e temporanee guarigioni. 

La Calvizie

La caduta di capelli per eccellenza, che affligge la maggior parte degli uomini e, in minima parte, anche le donne è l’Alopecia Androgenetica, detta anche “Calvizie comune”: si tratta di una patologia cronica, geneticamente determinata, e caratterizzata da una progressiva involuzione (miniaturizzazione) dei follicoli piliferi del cuoio capelluto e dei capelli che ne derivano, ad opera degli ormoni androgeni (testosterone) ed in particolare del diidrotestosterone (DHT). I bulbi capilliferi per l’influenza negativa del diidrotestosterone cessano progressivamente la produzione dei capelli, portando ad una Calvizie progressiva che inizia nell’area anteriore del cuoio capelluto, la classica stempiatura, e procede con il diradamento del vertice fino ad esitare, nei casi più gravi, in una coroncina residua a livello delle zone laterali e posteriori della testa. Nella donna l’Alopecia Androgenetica è meno frequente; il quadro clinico è molto diverso e si manifesta con un diradamento sempre più evidente dell’area centrale del cuoio capelluto. Una visita specialistica tricologica seguita da una terapia medica mirata è in grado di controllare l’evoluzione della patologia e, in un’elevata percentuale di casi, consente di ritornare a una condizione soddisfacente. È possibile intervenire in ogni fase del disturbo, comunque è intuitivo che la qualità dei risultati dipende dalla precocità con cui si instaura la terapia.

Quale terapia

Attualmente la terapia della Calvizie si avvale di farmaci specifici, da applicare localmente sotto forma di lozioni: il Minoxidil rappresenta un presidio fondamentale che tuttavia deve essere accompagnato ad altre sostanze per potenziarne e completarne l’azione antiandrogena e tricostimolante. E’ poi opportuno associare anche una terapia per via generale, anch’essa studiata “su misura” per il singolo soggetto, che si avvale di integratori o di sostanze in grado di contrastare l’azione del diidrotestosterone (ad esempio la finasteride). 
In genere la terapia medica, locale e sistemica, è in grado di arrestare la caduta e prevenire il diradamento. Nei casi particolarmente gravi, o qualora l’intervento terapeutico sia stato tardivo e non abbia consentito il recupero delle unità follicolari, è possibile ricorrere a Tecniche Chirurgiche di Autotrapianto che, in mani esperte, infoltiscono le zone diradate in maniera naturale e permanente; i capelli vengono prelevati dalla regione occipitale, che contiene follicoli insensibili all’azione dell’ormone diidrotestosterone e quindi non predisposti alla Calvizie, e successivamente impiantati nelle zone diradate.

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