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Voce e respiro, un soffio di vita

Autore: Dott. Marco Galignano

Lavorando sulla respirazione e la capacità di ascolto è possibile migliorare l’armonia e l’espressività della nostra voce

Nell’antichità e nei secoli scorsi abbiamo vissuto una contraddizione incantantoria riguardo la conoscenza della fonazione e della respirazione umane. L’importanza di questi temi, da sempre, è indiscussa. L’alito di vita e il respiro della natura, nelle religioni e nella filosofia di molti popoli, sono addirittura qualcosa di primigenio, concetti fautori di tutto l’esistente; in particolare, quando questo soffio viene connaturato alla voce. La contraddizione sta nel fatto che solo da alcuni decenni conosciamo scientificamente il funzionamento dell’apparato fonatorio, intrinsecamente costituito anche dall’apparato respiratorio. Inoltre, fino a una quindicina di anni fa, in Italia, questi studi erano relegati nei settori strettamente scientifici, specialistici della voce o della Pneumologia. Negli ultimi anni, invece, la ricerca nel vasto campo della nuova Scienza della Voce, tra Audiologia, Posturologia e Fonazione, sta approfondendo la conoscenza della funzione vocale, rendendola disponibile alle persone più attente alla salute, o ai professionisti impegnati realmente nello sviluppo del potenziale del proprio capitale umano. Un bell’esempio operativo di riscoperta di queste verità è il biennale Convegno Internazionale di Foniatria e Logopedia “La Voce Artistica”, diretto da Franco Fussi, responsabile anche del Centro Audiologico e Foniatrico di Ravenna. 

Foniatri e Logopedisti

Recentemente, la figura del Medico Foniatra si è affermata anche tra i non addetti ai lavori, in particolare in territori tecnico-artistici. Chi ha un problema vocale o vuole sviluppare il fascino della propria voce, può andare dal Logopedista per motivi articolatori, oppure dal Foniatra per disturbi come: Afonia, Astenia vocale, bruciori, raucedine o temporanei malesseri nell’apparato laringeo e fonatorio, oppure per Noduli cordali, Edemi o infiammazioni, Granulomi da contatto forzato delle corde vocali, Polipi vocali. Ma ci si può rivolgere al Foniatra anche per problemi di ordine respiratorio, insofferenze croniche (Faringite, Laringite, Tracheite, allergie), per il fastidiosissimo Reflusso gastroesofageo e ancora per le malattie del naso, delle ghiandole salivari, e altro ancora. In realtà, si dovrebbe andare regolarmente, almeno una volta ogni anno o due, a fare una visita foniatrica di controllo.


 

La voce aria

Al di là della Foniatria, però, esiste una possibilità, in parte legata alla Logopedia, in parte all’arte e al canto: l’attivazione funzionale e terapeutica del sistema che crea la voce. Se vogliamo ricostituire la naturalezza e l’efficienza del meccanismo vocale, dobbiamo prima conoscerlo e averne un’immagine mentale precisa, quindi, con l’esercizio costante e un’attenzione auditiva eufonica (improntata alla ricerca di un suono gradevole e armonioso), radicare nella sfera del benessere e della libera espressività la nostra voce. Prima di tutto, la voce e il respiro sono simbiotici. La voce è aria, la voce è respiro, perché l’aria espirata ad ogni momento, se decidiamo, può diventare un suono, può creare la voce. Sembra scontato, ma negli esseri umani il principio si complica, in quanto la sfera emotiva è strettamente collegata al respiro e alla fonazione, oltre che alla psicologia di una persona. Ad esempio, quando siamo agitati, la voce si altera.
L’accordo “pneumofonatorio”, così chiamato, è un momento cruciale della vita del corpo, quando l’aria espirata dai polmoni sale nei bronchi, nella trachea e quindi incontra l’adduzione coordinata delle due corde vocali (ossia il loro avvicinamento reciproco). Il “benessere” di una voce dipende in gran parte dalla naturalezza e dalla pulizia/precisione con cui il nostro apparato nervoso gestisce questo accordo. La coordinazione avviene tramite micromovimenti della fine muscolatura che muove le cartilagini e i tessuti del sistema laringeo, il quale, insieme al sistema respiratorio e a quello risonatore, costituiscono l’apparato vocale: il “sistema pneumofonorisonatorio”.

La bolla di suono

La vibrazione delle corde vocali, sul nascere presso la laringe, è flebile e trattenuta, di basso volume. Perché diventi suono pieno e udibile, ovvero per esistere nello spazio interno ed esterno al corpo, è fondamentale il dispiegamento delle forze di risonanza sovralaringee che avviene nelle cavità di risonanza e consonanza della faringe, della bocca fino al naso. 
La connessione efficiente dei tre sistemi che, coordinandosi, creano il suono (sistema respiratorio, laringeo e risonatore) e la libertà dell’aria che si muove dai polmoni alla faringe, è amministrata dalla diade cosciente/incosciente, che possiamo anche chiamare attenzione/ riflesso. Il sistema respiratorio fornisce e indirizza la sostanza della voce, l’aria; il sistema laringeo crea l’accordo pneumofonatorio coordinando la vibrazione delle corde vocali; il sistema risuonatore ha il ruolo di rendere “ampia” la voce e aiuta a trasformarne armonicamente il suono. Nei cunicoli della faringe (il canale che collega la laringe alla cavità nasale), con risonanze e consonanze fino al naso e alla bocca, si crea uno spazio plasmabile e, all’occorrenza, pieno di aria sonora.


 

Riflessi e respiri

Come sappiamo, il corpo umano attua, gestisce e controlla molte funzioni inconsce tramite il raffinato lavoro dei due sistemi nervosi collegati, centrale e periferico. Nei grovigli neuronali della mente, i percorsi sinaptici si illuminano e si spengono costantemente, creando pensieri coscienti oppure riflessi neurovegetativi inconsapevoli. Le funzioni basilari del corpo umano funzionano in modo inconscio: la pulsazione cardiaca, la rigenerazione linfatica e lo scorrimento dei fluidi, il lavoro incessante del sistema nervoso stesso, la digestione, la respirazione, e anche l’audizione, a pensarci. La respirazione è una funzione involontaria ma, allo stesso tempo, se concentriamo l’attenzione su noi stessi, può essere controllata o modificata. Questo è il fulcro della questione: la respirazione è un riflesso e dovrebbe essere sempre un meccanismo inconscio, neurovegetativo, non compromesso dalla sfera mentale ed emotiva.
Ma la respirazione può essere soggetta ad alterazioni provocate da nevrosi, turbamenti o sofferenze, oppure da agenti disturbanti (fumo, inquinamento, vita sregolata) che possono creare patologie come Asma, Bronchiti, infezioni, neoplasie, disturbi umorali o di regolazione del sonno.
La naturalezza dovrebbe essere la base organica. La spontaneità del respirare, tra l’altro, è anche il punto di partenza per un eventuale utilizzo virtuoso delle favolose potenzialità della voce. Per le performance artistiche, come fanno gli attori o i cantanti; oppure per altre professioni: Docenti, Avvocati, Speaker, Giornalisti e chiunque usi la voce a livello relazionale o pubblico per adempiere nel miglior modo al proprio lavoro.


 

Ascoltare e plasmare la voce

All’inizio del percorso di riscoperta del proprio potenziale fonatorio, è importante ascoltarsi, ascoltare la voce, la propria e quella degli altri; sensibilizzare la dimensione d’ascolto secondo diversificati punti di vista. In principio è inconsueto. Perché sentiamo costantemente i rumori o le voci intorno a noi, siamo immersi nei suoni, ma non lo facciamo con attenzione, non “sentiamo” profondamente, ascoltiamo poco o non ascoltiamo la qualità e la reale frequenza dei suoni.
Secondo le ricerche di Alfred Tomatis (Audio-fonologia e Audiopsicofonologia), il sistema fonatorio è direttamente collegato, per via nervosa, al sistema auditivo.
Nell’insieme è un circuito audiovocale, un sistema al contempo di controllo e di emissione. Per riassumere con semplicità il principio di base funzionale: basta capire che noi possiamo emettere soltanto i suoni che riusciamo ad ascoltare. Le implicazioni di questo semplice concetto sono delicate e multiformi, perché riguardano gli aspetti fisiologici ma anche quelli psicologici, relazionali e professionali dell’utilizzo della voce.
Lo studio della vocalità per fini professionali o di salute è realmente complesso, multiforme, condizionato dal contesto e dai Terapeuti o Maestri, esperti o presunti tali, a cui ci rivolgiamo per dedicarci al “ri-apprendimento” della dimensione vocale nelle relazioni private o professionali.
Ho trattato l’Audiopsicofonologia di Tomatis nel volume “Pedagogia e Scienza della Voce” (Omega Edizioni, 2013): in questa pubblicazione di ordine interdisciplinare, insieme al Metodo Tomatis sono argomentati altri 10 metodi all’avanguardia sulla abilitazione o la riabilitazione vocale. Lo studio accademico della voce umana è una ricerca intensa, nuova, “in progress”, che vorrebbe colmare un vuoto d’integrazione nelle ricerche scientifiche. Nel volume appena citato ho trattato sia il livello strettamente scientifico di necessaria conoscenza, dalla respirazione all’articolazione delle parole, sia la sfera della Psicologia della voce, oltre che la sua Pedagogia. Nell’insieme ho cercato di proporre una sorta di manuale operativo, sfaccettato, utile.
In conclusione, non bisogna mai dimenticare che lo studio della propria voce è qualcosa di strettamente personale, che ognuno di noi può prendersi in carico in autonomia, provando ad attivarsi nella vita di tutti i giorni attraverso alcune attenzioni sul proprio corpo:

  • provare a respirare correttamente, ovvero con naturalezza;
  • provare a emettere la voce liberamente, senza costrizioni;
  • infine provare a parlare con una buona articolazione e un giusto coordinamento “psicoaffettivo”: cercando di armonizzare al meglio voce, salute, personalità e cultura.
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