Fin dall’infanzia il linguaggio è la base del pensiero e del ragionamento, assume il ruolo di protagonista per la comunicazione, per le relazioni sociali, per gli stati emotivi e per l’apprendimento scolastico. Nella scuola dell’infanzia il 7% dei bambini presenta un deficit linguistico, in tutti questi casi, quando i bambini non parlano, parlano poco o articolano male le parole, il professionista sanitario a cui dobbiamo rivolgerci è il Logopedista. Comunicazione, linguaggio, voce, masticazione e deglutizione sono infatti i processi di cui si occupa la Logopedia in età evolutiva.
Come nasce il linguaggio
Lo sviluppo del linguaggio inizia molto prima delle parole, con il sorriso, il pianto, i primi vocalizzi e la lallazione (a sette mesi). Dai nove ai dodici mesi il bambino impara a capire le prime parole, i gesti e le espressioni del volto di chi si occupa di lui. A dodici mesi le bambine e i bambini iniziano a parlare e producono le prime parole, a ventiquattro mesi iniziano a utilizzare le prime frasi, a tre anni i bambini iniziano ad esprimersi compiutamente.
Fattori biologici e ambientali
La letteratura scientifica ci riporta una grande variabilità di sviluppo fino ai 3 anni, sappiamo che i responsabili delle difficoltà di linguaggio sono fattori biologici o ambientali; quello che fa la diffe- renza è la stimolazione dell’ambiente che circonda i bambini: leggere o farli frequentare il nido è molto utile, al contrario esporli a video e supporti tecnologici non li aiuta. I parlatori tardivi (“late talkers”) sono quei bambini che iniziano a parlare in ritardo ma che a tre anni raggiungono tutte le tappe attese. Se il ritardo del linguaggio non si risolve spontaneamente è indispensabile l’intervento del Logopedista.
Quando rivolgersi al Logopedista
Molto spesso una difficoltà di linguaggio è il primo campanello di allarme e può farci scoprire difficoltà uditive, relazionali o cognitive. Un consulto e una valutazione con lo Specialista va sempre fatto per chiarire ogni dubbio. Dobbiamo andare dal Logopedista se ci sono difficoltà persistenti nell’acquisizione e nell’uso del linguaggio: difficoltà nella produzione di suoni, vocabolario ridotto, struttura della frase limitata o difficoltà nel generare un discorso. In particolare è bene attivarsi quando il bambino dai 12 mesi di età:
- non presenta la lallazione;
- non dice nemmeno una parola;
- non impara il linguaggio gestuale (per esempio dire “no” con la testa oppure fare “ciao ciao” con la mano);
- non indica oggetti o immagini.
A 24 mesi di età:
- dice meno di 10 parole;
- ha difficoltà di comprensione.
A 30 mesi di età:
- dice meno di 50 parole;
- non fa frasi di due parole (ad esempio “mamma acqua”);
- ha difficoltà di comprensione.
A 36 mesi di età:
- articola un linguaggio incomprensibile alle persone non familiari.