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Bambini e alimentazione

Autore: Dott.ssa Luisella Zanino

È importante educarli ad una corretta alimentazione e al rispetto per la terra ed i suoi prodotti

Il cibo è vita. Nelle popolazioni occidentali il cibo assume una valenza che supera la necessità e diventa abitudine: buona abitudine o cattiva abitudine? Inutile o forse utile ricordare che le buone (e le cattive) abitudini si formano con l’esempio. Il ruolo educativo dei genitori assume una importanza fondamentale in tutti i campi: morale, culturale e di stile di vita. Per ciò che riguarda la cura dei bambini, è assolutamente riduttivo limitarla alla consulenza pediatrica: la vera “cura”, nel senso più ampio dell’accudire, nasce dall'attenzione completa da parte dei genitori per il proprio bambino. Questo atteggiamento non solo contribuisce a prevenire le malattie ma permette ai bambini di diventare in futuro adulti responsabili per se stessi e per la società in cui vivranno.

Il Pediatra

Ciò detto, il ruolo del Pediatra è fondamentale non solo per le cure primarie ma anche per una corretta informazione ed educazione sanitaria che permetta ai genitori interventi preventivi sulla salute presente e futura dei propri bambini. Tra questi, la corretta alimentazione, particolarmente in età infantile, è senza dubbio il primo investimento. Tutti sappiamo che l’alimentazione, oltre allo stile di vita, costituisce la prima prevenzione nei confronti delle malattie, in particolare quelle metaboliche (Obesità, Ipertensione, Diabete, Arteriosclerosi, ecc.).

La fisiologia del bambino è diversa da quella dell’adulto

Il bambino non è un adulto in miniatura. Per i bambini il cibo ha una funzione non solo energetica, ma anche plastica: serve a costruire il corpo che sta crescendo. I bambini hanno un’immaturità funzionale complessiva degli organi e dei sistemi, in particolare un’immaturità degli organi che devono disintossicare l’organismo. Gli organi escretori come il rene, la pelle, i polmoni e l’intestino non sono ancora completamente efficienti e nei bambini possono verificarsi più facilmente accumuli di sostanze estranee o tossiche. Il corpo del bambino è inoltre più permeabile poiché anche le barriere fisiologiche (intestinale, cerebrale, cutanea) non sono mature e le proteine del sangue, che devono legare ed eliminare le sostanze tossiche, sono più scarse. Per questo il bambino è più suscettibile in generale alle intossicazioni e certamente più sottoposto all'accumulo nell'organismo di additivi, coloranti e conservanti, spesso presenti nei cibi industriali. Usare cibi con additivi non è assolutamente ammissibile, infatti queste sostanze, pur non essendo tossiche di per sé, sono difficilmente smaltibili dall'organismo e con l’assunzione sistematica nel corso degli anni vanno lentamente “accumulandosi” nell'organismo.


 

Le patologie da accumulo 

Le patologie da accumulo si instaurano subdolamente e lentamente, provocando sintomi dopo molto tempo, spesso dopo i quarant’anni di età, come ad esempio mal di testa senza cause apparenti o sindrome da affaticamento cronico. Il corpo lentamente si intossica e lentamente reagisce e si ribella. Il cibo assume comunque una valenza ben più ampia a livello sociale, e non solo, dal punto di vista sanitario. Il cibo è la vita e perciò non dovrebbe essere disgiunto dalla vita che ci circonda.
Culturalmente, l’uso frettoloso di prodotti alimentari commerciali “buoni per tutte le stagioni” depaupera la nostra società dai valori legati al significato del cibo come prodotto della terra, dalle nostre radici culturali, dal ritmo del tempo legato non solo al procedere lineare di “kronos” ma anche al ritmo circolare di “kairos”: il giorno che nasce e muore, la luna che cresce e cala, le stagioni che si susseguono e ritornano, i prodotti non sempre uguali che la terra ci offre. Una ricchezza che diventa un bagaglio perduto per i nostri bambini quando noi adulti ne diventiamo inconsapevoli e dunque incapaci di trasmetterla.Alimentarsi con consapevolezza e nel rispetto dell’ambiente può assumere il significato di trasmettere ai bambini e alle nuove generazioni l’amore per la natura, il rispetto per la terra e per i suoi prodotti, per i cibi semplici e sani, per i prodotti regionali. La cucina del territorio non è solo una moda ma è anche un evidente vantaggio per l’ambiente. Basti pensare al risparmio generale di risorse che si può ottenere utilizzando merci che non siano state trasportate in lungo e in largo per il nostro Paese, o addirittura per l’Europa o per il mondo. Il pasto dovrebbe essere un momento di gioia condivisa, di armonia, di riunione della famiglia, colloquio e scambio oltre che, scegliendo un’alimentazione corretta, rispetto per sé e per la propria salute. Il bambino che vede i genitori alimentarsi in modo frettoloso, distratto, poco attento alla qualità dei cibi, sarà in un primo tempo vittima della loro superficialità e poi, in età adulta, quasi sicuramente egli stesso riprodurrà le cattive abitudini apprese, con danni prevedibili per la propria salute e per i figli dei figli.
Dovere del Pediatra è educare le famiglie a un’alimentazione il più naturale possibile, tornando alle sane merende: il pane casereccio con l’olio extravergine, il pane con la marmellata, il miele, la frutta, i frullati, le spremute e le torte casalinghe. Dedichiamo dunque all’alimentazione uno spazio quotidiano e torniamo a consumare i piatti regionali anche “poveri”, i piatti legati alla stagione, le proteine dei dimenticati legumi e soprattutto i cibi biologici, privi di conservanti e additivi.

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