Stress e tumori, quale relazione?

Autore: Dott.ssa Luisa Merati

La risposta individuale allo stress

Ammesso che lo stress possa agire come concausa, attraverso quali meccanismi biologici può rendersi possibile un’azione dello stress sull’organismo? Probabilmente attraverso l’interazione tra sistema nervoso centrale, sistema neuroendocrino, sistema immunitario e neoplasia.
Perché allora solo alcuni individui sviluppano una malattia in risposta allo stress? La risposta individuale allo stress media in maniera evidente la patogenicità dell’evento stressante, la personalità individuale e i meccanismi di reazione e di difesa agli avvenimenti stressanti assumono quindi un ruolo fondamentale.
Ma quando la reazione di stress diventa potenzialmente dannosa? Quando l’organismo è impossibilitato a reagire a eventi o situazioni stressanti troppo intensi, ripetuti o prolungati. L’impossibilità a fronteggiare o neutralizzare la minaccia, porta ad una persistente attivazione dei sistemi neurovegetativo e neuroendocrino. Stress intenso, protratto, subìto, con ridotta possibilità di reagire questo è il quadro che sembra spesso ritrovarsi in soggetti che hanno subìto eventi di perdita e presentano vissuti di disperazione, mancanza di speranza, impossibilità o incapacità a reagire.
La perdita può riguardare non solo la perdita oggettiva di una persona cara per morte o separazione, ma anche la perdita improvvisa del proprio ruolo, identità o potere nella rete delle relazioni sociali, come nel pensionamento, nei fallimenti, in certi procedimenti giudiziari che spesso si accompagnano allo stravolgimento della propria immagine e status.
Se ciò viene subito nell’impotenza, nel senso di ingiustizia patita e non ci sono vie di fuga reali o mentali, le conseguenze possono essere negative.

Stress e risposte immunitarie

L’evidenza di interazioni molto strette tra sistema nervoso e sistema immunitario è una delle rivoluzioni scientifiche degli anni 80. Il sistema immunitario è sensibile agli stimoli stressanti non solo fisici ma anche emozionali: la produzione degli anticorpi, le reazioni anafilattiche, le risposte cellulomediate, la produzione di interferon, l’attività delle cellule “natural killer” sono tutte attività che possono essere ridotte o soppresse in seguito all’esposizione a stress emozionale sia negli animali che nell’uomo.
Risultano emblematici gli studi sulla “immunodepressione da lutto”: coniugi di soggetti deceduti per malattia terminale mostrano normale funzionalità dei linfociti T prima della morte del coniuge, e valori significativamente ridotti nelle settimane successive e un ripristino della normalità a distanza di alcuni mesi dopo la morte.

Psiconeuroimmunologia, stress e tumori

Nel caso delle Malattie infettive è ormai riconosciuto che condizioni di stress fisico ed emozionale possono indurre un’aumentata fragilità verso agenti patogeni, virali, batterici e fungini. Nel caso delle Neoplasie esiste una buona evidenza derivata da studi sperimentali che l’esposizione a condizioni di stress è in grado di influenzare nell’organismo animale sia l’insorgenza che il decorso dei tumori.
Dopo un’attenta revisione della letteratura inerente la relazione tra stress e diffusione delle metastasi, Bammer ha concluso che lo stress produce una riduzione della resistenza dell’organismo animale al Cancro, approssimativamente con il doppio delle metastasi negli animali stressati rispetto ai controlli, mentre Vogel e Bower ritengono che il fatto che lo stress possa modulare la formazione e la crescita dei Tumori e la loro trasformazione in metastasi, offra oggi un altro approccio alla comprensione della formazione e della crescita neoplastica attraverso una maggiore comprensione del meccanismo delle modificazioni chimiche indotte dallo stress.