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Musica come terapia

Autore: Dott. Alfredo Raglio

La Musicoterapia utilizza la musica come strumento terapeutico per promuovere il benessere psico-fisico

La Musicoterapia ha origini molto lontane, ma è solo nel corso dei secoli, e in particolare negli ultimi decenni che, con il progredire del pensiero scientifico, si configura come una disciplina codificata e una ricca letteratura che ne documenta gli effetti.
Come ogni giovane disciplina la Musicoterapia offre uno scenario ancora in via di definizione, caratterizzato da una notevole varietà di interventi e di ambiti applicativi. Tutto ciò varia anche in rapporto all’evoluzione della disciplina stessa che in alcuni Paesi viene riconosciuta dal punto di vista accademico e professionale, mentre in altri (tra cui l’Italia) non ha ancora raggiunto un riconoscimento istituzionale sia in ambito formativo che in ambito professionale. 

La musica come terapia

Volendo dare una definizione di Musicoterapia ci si trova di fronte a una molteplicità di interventi con la musica che non sempre assumono caratteristiche che possiamo definire terapeutiche. È utile, perciò, indicare quali sono gli elementi imprescindibili affinché un intervento con la musica possa assumere una valenza terapeutico-riabilitativa. Questi sono:

  • un Musicoterapeuta con una formazione musicale, relazionale, ma anche clinica;
  • un modello di riferimento che costituisce il background teorico-metodologico, generalmente di natura psicologica o neuroscientifica a seconda che l’approccio sia relazionale o riabilitativo;
  • un setting (contesto) terapeutico che può essere definito come il contenitore mentale, relazionale e materiale che favorisce il processo terapeutico;
  • degli obiettivi terapeutici che possano essere ricondotti ai concetti di prevenzione secondaria o terziaria, cioè alla riduzione e/o stabilizzazione dei sintomi o delle complicanze che derivano dagli stessi, con cambiamenti che possono riguardare gli aspetti intrapsichici, interpersonali ma anche cognitivi, motori, fisiologici, a seconda degli approcci e dei destinatari dell’intervento;
  • la replicabilità e la verifica dell’intervento, quest’ultima effettuata attraverso precisi strumenti.

La Musicoterapia, dunque, è una pratica ben definita, con precisi destinatari e obiettivi e con la possibilità di valutare gli effetti prodotti.

L’approccio relazionale

Vediamo ora quali sono le tipologie di intervento con la musica in ambito clinico che trovano riscontro nella letteratura scientifica. Occorre innanzitutto dire che storicamente e culturalmente la Musicoterapia si contestualizza nell’ambito degli interventi a sfondo psicologico, quindi nel contesto delle Scienze umane e sociali. Ciò si deve innanzi tutto alla sua prevalente connotazione relazionale. L’approccio attivo, cioè il fare musica con il Paziente attraverso la proposta di tecniche improvvisative o di interazioni più strutturate, costituisce la modalità più diffusa nell’ambito della Musicoterapia relazionale.
Le tecniche recettive sono invece basate sull’ascolto di brani scelti dal Paziente e dal Terapeuta che possano attivare vissuti interiori, emozioni, ricordi e facilitare l’introspezione. Solitamente l’ascolto è accompagnato da verbalizzazioni che sono finalizzate all’elaborazione dei contenuti emersi durante l’esperienza di fruizione musicale. La Musicoterapia recettiva viene utilizzata con Pazienti che presentino una sufficiente integrità psichica e un adeguato livello cognitivo. Anche in questo caso la componente relazionale assume una valenza fondamentale nel processo terapeutico.


 

Nella Riabilitazione

Accanto agli approcci relazionali sopra menzionati, gli studi neuroscientifici hanno facilitato l’emergere di applicazioni nell’ambito riabilitativo che poggiano su basi di natura neuroscientifica. Cito fra tutte la “Neurologic  Music Therapy” che può essere definita come un utilizzo codificato della musica finalizzato al recupero dei deficit sensoriali, cognitivi e motori dovuti a una patologia solitamente neurologica. Le tecniche utilizzate nella Musicoterapia riabilitativa si basano su un approccio interattivo in cui la musica è proposta sotto forma di esercizio musicale volto a stimolare e riabilitare le funzioni cognitive, motorie e sensoriali. Oltre all’uso diretto degli strumenti musicali da parte del Paziente viene impiegata anche musica pre-registrata (opportunamente selezionata) o suonata dal vivo dal Terapeuta, soprattutto a supporto della Riabilitazione neuromotoria.

L’ascolto musicale

Esistono anche esperienze di ascolto musicale codificato che in alcuni contesti vengono fatte rientrare nell’ambito musicoterapeutico, poiché si presentano con modalità strutturate, rispondono a specifici criteri applicativi e vengono sottoposti spesso a rigorose verifiche. Il ruolo del Musicoterapeuta in questi casi consiste nell’individuare gli ascolti musicali sulla base di specifici criteri.
Il momento dell’ascolto musicale, invece, avviene senza la presenza del Professionista. Tali approcci sono sintetizzabili in “Ascolto Individualizzato” e approccio “Music Medicine”. Nel caso dell’Ascolto Individualizzato il Paziente, supportato dal Musicoterapeuta, predispone una playlist contenente brani che risultino essere significativi per lui dal punto di vista emotivo o personale. Spesso si ricorre all’ascolto musicale quando le condizioni del Paziente non permettono un’interazione diretta. L’utilizzo di tale approccio è finalizzato generalmente a ridurre i sintomi, spesso momentanei, e quindi ad avere un’azione immediata sulla persona.
In alcuni contesti patologici, come ad esempio nelle Demenze o in caso di Ictus, la proposta di ascolto si protrae, con l’idea che possa incidere significativamente sui disturbi psico-comportamentali e su alcune funzioni cognitive. Nel caso della “Music Medicine”, che si fonda su presupposti analoghi, l’ascolto musicale viene proposto direttamente dal Musicoterapeuta che individua brani finalizzati ad avere un’azione sulla persona, volta a regolare i parametri psicologici e fisiologici.

Per stimolare la socializzazione

Accanto alla Musicoterapia propriamente detta e alle esperienze di ascolto musicale, la musica viene utilizzata anche in senso più generico. In questi casi vengono proposte esperienze riconducibili al fare o ascoltare musica, la cui finalità è quella di incrementare il benessere della persona, di migliorare l’umore e la motivazione, di promuovere la socializzazione e di stimolare gli aspetti motori e cognitivi. Si tratta solitamente di attività di gruppo in cui non esiste un vero e proprio setting terapeutico e gli obiettivi sono a-specifici. Le attività proposte consistono nell’interazione musicale (accompagnamento ritmico di un brano, canto, movimento associato alla musica, ecc.) ma anche in esperienze di ascolto in cui la musica risulta essere un mezzo per stimolare verbalizzazioni, ricordi o per proporre momenti di rilassamento.

Il contributo delle Neuroscienze

Ad oggi la letteratura offre dati significativi che pongono l’attenzione sui possibili effetti degli approcci terapeutici con la musica nei diversi contesti clinici. Ad arricchire il valore degli studi hanno certamente contribuito le Neuroscienze; da queste, e in particolare dalle Neuroimmagini (metodica estremamente dettagliata per la rappresentazione del sistema nervoso, e in particolare del cervello), viene proprio la dimostrazione del fatto che il suono e la musica agiscono su vaste aree del nostro cervello, in particolare sulle aree motorie, limbiche e paralimbiche. Questo crea quindi le premesse scientifiche dell’utilizzo della musica e della Musicoterapia in ambito terapeutico e riabilitativo.
Anche dal punto di vista neurochimico sono stati dimostrati gli effetti della musica su alcuni sistemi, quali ad esempio quello della dopamina, della serotonina, degli oppioidi, del cortisolo e dell’ossitocina, regolando quindi la percezione del piacere e incidendo sulla motivazione, sul livello di attivazione, ma anche sullo Stress, sul sistema immunitario e sulla nostra attitudine sociale.


 

Musicoterapia in ambito psichiatrico e neurologico

La Musicoterapia ha mostrato la sua efficacia nella Schizofrenia, sulle condizioni psichiche e mentali in  generale e soprattutto sui sintomi negativi. Anche nella Depressione ha evidenziato significativi risultati nel miglioramento del tono dell’umore.
Esiti interessanti sono stati riscontrati nell’applicazione della terapia musicale nell’Autismo, migliorando l’interazione sociale, la qualità della relazione con le figure genitoriali, la comunicazione verbale ma anche la reciprocità sociale ed emotiva, e aumentando le capacità adattive a livello sociale. Anche nell’ambito delle Demenze sono emersi risultati significativi principalmente nella riduzione dei disturbi psichici e comportamentali che accompagnano il declino cognitivo, soprattutto nella fase moderato-severa della malattia. L’approccio musicoterapeutico riabilitativo ha evidenziato risultati significativi soprattutto nella riabilitazione neuromotoria. L’utilizzo del ritmo facilita infatti il recupero dei deficit motori in patologie quali la Malattia di Parkinson e l’Ictus, così come il canto viene utilizzato attraverso l’impiego di specifiche tecniche di intervento nella riabilitazione del linguaggio.

Utile supporto in ambito oncologico e medico

La musica e la Musicoterapia hanno mostrato anche rilevanti effetti nell’ambito oncologico riducendo la componente ansiosa, la percezione del dolore e migliorando il tono dell’umore. Nell’ambito delle cure palliative la musica può incidere positivamente sul livello della qualità di vita così come l’ascolto musicale individualizzato produce interessanti effetti sul piano cognitivo e psicologico. L’ascolto musicale, secondo l’approccio Music Medicine, viene frequentemente impiegato nelle fasi pre-operatorie per ridurre l’Ansia e lo stress oppure in altre condizioni in cui siano presenti sintomi quali il dolore acuto e cronico al fine di ridurne la percezione.  

Studi e ricerche: cosa accade in Italia

Nonostante l’assenza di un riconoscimento formale della Musicoterapia sul piano istituzionale, sono presenti in Italia numerose esperienze applicative, di ricerca e formative che coinvolgono l’ambito accademico e importanti Istituti di ricerca. Vediamo quali sono.

  • Nell’ambito delle Malattie neurologiche, sono in atto studi e progetti di ricerca presso l’IRCCS Fondazione S. Maugeri, in collaborazione con il Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina Sperimentale e Forense dell’Università di Pavia, e presso l’Istituto Auxologico Italiano e l’Istituto Neurologico Carlo Besta.
  • Anche il Dipartimento di Scienze Biomediche e Chirurgico-Specialistiche, Sezione di Clinica Neurologica dell’Università di Ferrara, sta sperimentando l’utilizzo della musica a supporto della Riabilitazione neuromotoria.
  • Tra le Istituzioni private, la Fondazione Sospiro da oltre vent’anni applica la Musicoterapia nell’ambito delle Demenze, finanziando studi che hanno prodotto pubblicazioni internazionali di rilievo.
  • Nell’ambito delle Neuroscienze e della Musica, la Fondazione Mariani promuove esperienze di ricerca, e l’IRCCS Ospedale S. Raffaele va citato per importanti contributi scientifici in collaborazione con altre Istituzioni nazionali e internazionali.
  • Nell’ambito della Terapia Intensiva Neonatale, segnaliamo esperienze significative presso il Reparto di Terapia Intensiva Neonatale e Neonatologia dell’Ospedale Filippo del Ponte di Varese e presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Materno Infantili e dell’Adulto dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
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