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Stress e cuore

Autore: Dott. Maurizio Giuseppe Abrignani

Le situazioni di Stress e i fattori che lo determinano possono contribuire allo sviluppo di malattie a carico del sistema cardiocircolatorio

È ormai risaputo e convalidato che lo Stress può avere gravi conseguenze per la salute, giocando un ruolo determinante nell’insorgenza di alcune malattie. In questo articolo ci occuperemo di come lo Stress possa influenzare il funzionamento del sistema cardiocircolatorio, contribuendo allo sviluppo di patologie come Infarto e Ischemia, e alterando la qualità della vita dei soggetti colpiti.
Occorre innanzitutto dire che, di fronte a un evento stressante, l’organismo umano ha sviluppato dei meccanismi che, a partire da un fattore di Stress o da uno stimolo di pericolo percepito dalla corteccia cerebrale, provocano l’attivazione del sistema nervoso simpatico e dell’asse ipotalamo-ipofisi-ghiandole surrenaliche, con produzione di cortisolo, ormone che mette a disposizione energia e attiva meccanismi immunitari che riducono il rischio di infezioni alle ferite, ed emostatici, per favorirne la cicatrizzazione. Questo “sistema di allarme”, caratterizzato da un’intensa produzione di adrenalina e una rapida accelerazione del ritmo cardiaco, è un meccanismo di difesa naturale che rende la persona più reattiva in caso di Stress o pericolo. In un secondo tempo si determina un adattamento cronico, ma quando l’individuo è sottoposto ad una sollecitazione eccessivamente elevata o per un periodo troppo prolungato, i sistemi adattatori falliscono.
Le circostanze della vita ottengono lo status di “stressor psicosociali”, se l’individuo percepisce un insieme di pericolo e cambiamento dell’ambiente circostante che sopraffà le proprie capacità di controllarlo o affrontarlo.

Stress, fattore di rischio per il cuore

Noi Medici abbiamo ormai ben compreso l’importanza degli stimoli negativi ambientali e dei fattori psicosociali, come lo Stress, nella patogenesi delle malattie. Oggi è noto che le Malattie cardiovascolari, specie la Cardiopatia ischemica, hanno origine multifattoriale, dipendendo da una serie di fattori di rischio coronarico, compresi anche una particolare concentrazione di eventi stressanti esistenziali ed altri fattori psicosociali, catalogabili in tre categorie, correlate all’ambiente sociale, ai tratti di personalità e all’affettività negativa. Questi fattori, che possono coesistere tra loro, giocano un ruolo rilevante anche nella progressione della malattia, alterando la qualità di vita e la prognosi dei Pazienti con Cardiopatia ischemica, Scompenso cardiaco, Ictus o sottoposti a bypass aortocoronarico o impianto di defibrillatore. Episodi traumatici acuti come lutti, rapine, violenza sessuale, perdita del partner, licenziamenti, cambi di residenza o di lavoro, guerre, attentati terroristici, catastrofi naturali o attacchi di rabbia possono scatenare eventi acuti come Infarto miocardico e Aritmie letali in Pazienti già coronaropatici. È inoltre noto che il rischio cardiovascolare aumenta di lunedì e durante le vacanze natalizie (periodo di spese per regali e viaggi, eventi sociali, ricongiungimenti familiari).

Stress mentale e Ischemia

Il meccanismo attraverso il quale lo Stress causa l’insorgenza di Ischemia miocardica, cioè la riduzione della quantità di sangue e ossigeno che arriva al cuore, può essere ricondotto principalmente all’attivazione del sistema nervoso simpatico, attraverso il rilascio di catecolamine (adrenalina e noradrenalina), determinando vasocostrizione e aumento della pressione arteriosa e incremento della frequenza e della gittata cardiaca, tutte variazioni in grado di indurre un repentino aumento della richiesta di ossigeno. Un secondo meccanismo è costituito dal verificarsi di uno spasmo coronarico, ossia da un restringimento dei muscoli delle arterie coronarie. La combinazione dell’aumentata domanda cardiaca e della concomitante riduzione dell’apporto di sangue può determinare l’insorgenza di Ischemia dopo Stress mentale. Inoltre, un improvviso aumento della pressione arteriosa può contribuire alla rottura di una placca aterosclerotica, seguita da una Trombosi coronarica, il meccanismo più comune di Infarto miocardico (peraltro lo Stress favorisce la coagulazione del sangue).

La Sindrome di Takotsubo

Lo Stress acuto può essere molto dannoso anche per il cuore di chi è sano. Da qualche anno, grazie al ricorso sempre più frequente della Coronarografia in emergenza nelle sospette Sindromi coronariche acute, conosciamo una nuova patologia, descritta da Sato nel 1990 come Sindrome di Takotsubo, caratterizzata da dolore toracico e anomalie elettrocardiografiche come nell’Infarto miocardico acuto, e da una disfunzione del ventricolo sinistro come conseguenza della necrosi dell’apice cardiaco, che modifica la forma del cuore. Questa Sindrome si verifica per lo più in donne dopo la menopausa colpite da un intenso Stress fisico o emotivo. A differenza dell’Infarto, le anomalie cardiache si risolvono dopo giorni o settimane, ma si possono comunque verificare gravi complicanze acute come Scompenso cardiaco, Aritmie o morte. Tra i meccanismi ipotizzati ci sono spasmi coronarici multipli, disfunzione microvascolare, tossicità da alti livelli di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) circolanti.


Se lo Stress si manifesta in ritardo

Gli Stress acuti possono avere anche effetti non immediati. Si è osservato un significativo aumento dell’incidenza di Infarto miocardico e morte improvvisa in soggetti sottoposti ad eventi stressanti nei mesi precedenti. Il lutto, per esempio, aumenta la mortalità entro due anni dalla morte del coniuge. Il rischio di attacchi cardiaci aumenta in coloro che da bambini hanno sofferto abusi fisici, sessuali o emotivi o sono stati trascurati dai genitori. Per spiegare questi fenomeni, si pensa che gli effetti sulla coagulazione o sull’Aterosclerosi siano persistenti nel tempo. Inoltre, negli individui esposti ad eventi traumatici (sia occasionali sia correlati alla loro professione, come in militari evigili del fuoco) si può verificare un disturbo d’ansia chiamato Disordine da stress post-traumatico, caratterizzato da sintomi come rivivere l’evento con pensieri ossessivi, incubi, rimozione di quanto riguarda l’evento. Questi Pazienti hanno un ridotto controllo parasimpatico, con disregolazione del sistema nervoso autonomo.

Quando lo Stress è cronico

Se lo stress acuto può essere dannoso, anche lo Stress cronico è associato ad un rischio di eventi cardiaci. Nello studio “Interheart”, condotto in ben 52 Nazioni, i Pazienti con storia di Infarto miocardico avevano un’alta prevalenza di tutti i tipi di Stress (lavorativi, familiari, economici e legati ad eventi importanti della vita). In particolare, sembrano giocare un ruolo più significativo lo Stress cronico in ambito familiare (una vita coniugale spiacevole, litigi, responsabilità di caregiver di Pazienti con Demenza o Malattie degenerative) e quello lavoro correlato, quest’ultimo riconosciuto concausa di servizio di Infarto.
Sono stati ipotizzati diversi meccanismi che correlano lo Stress cronico e Cardiopatie.
I meccanismi relativi alla produzione di adrenalina e la produzione di cortisolo dalle ghiandole surrenaliche possono provocare Ipertensione e, nel tempo, ispessimento delle arterie e delle pareti del ventricolo sinistro. La produzione di cortisolo induce inoltre una disfunzione del metabolismo dei lipidi (Dislipidemie) e dei glucidi (Diabete mellito).

Personalità e salute del cuore

Alcuni studi suggeriscono un effetto protettivo dell’ansia, perché la maggiore attenzione alla salute porta alcune tipologie di Pazienti, come per esempio quelli affetti da Obesità, a cercare precocemente aiuto sanitario. Anche la personalità definita di tipo A, caratterizzata da impazienza, aggressività, spinta al raggiungimento di obiettivi sempre più elevati, desiderio di avanzamento e riconoscimento sociale, eccessiva competitività, forte ambizione, diffusa ostilità e frequenti accessi di collera (“malattia dei manager”), non è più considerata un fattore di rischio.
Potenzialmente responsabile nella predisposizione alle malattie coronariche appare invece la personalità di tipo D o “Distressed”, caratterizzata dalla combinazione di due dimensioni: affettività negativa (tendenza ad esprimere emozioni negative, tra cui umore depresso, ansia, rabbia) e inibizione sociale (tendenza ad evitare i potenziali pericoli presenti nelle interazioni sociali, come la disapprovazione ed il mancato riconoscimento da parte degli altri). Resta comunque il fatto che tutti i suddetti fattori favoriscono, in vari modi, l’Aterosclerosi e la Trombosi e quindi un maggior rischio di malattie cardiovascolari.

Come gestire lo Stress

Nei soggetti colpiti da un evento cardiovascolare, specie con specifici fattori di rischio psicologici, i programmi di Cardiologia riabilitativa comprendono efficaci interventi di counseling e sulle caratteristiche comportamentali.
Anche nelle persone sane è possibile gestire lo Stress potenziando i tratti protettivi (ottimismo, allegria) e gli stati (felicità, gioia, entusiasmo) di affettività positiva. Ridere o almeno percepire il lato umoristico della vita quotidiana con una buona dose di autoironia modera gli effetti immunodepressivi dello Stress, attiva le endorfine, ha effetti positivi sul cortisolo plasmatico, migliora l’equilibrio vago-simpatico, attivando le risorse auto-guaritrici che ognuno possiede. Recuperare la capacità di esternare i propri sentimenti e dar voce alle proprie emozioni è fare opera di sana prevenzione.
Inoltre, si può individuare un periodo della propria giornata da dedicare al relax, a un’attività fisica rilassante e piacevole, e al sonno, rifiutando gli impegni non necessari. Se non modificabili, gli agenti stressanti possono però essere accettati.

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