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Terza età, i consigli per vivere in salute

Autore: Dott. Giuseppe MuscaDott. Andrea SaccoDott. Emanuele Paolicelli

Un’alimentazione equilibrata rappresenta un efficace strumento di prevenzione  

L’alimentazione della terza età (le persone che hanno più di sessantacinque anni) ha assunto in questi ultimi anni un’importanza sempre più rilevante in campo sanitario e socio-economico per il progressivo aumento del numero delle persone appartenenti a questa fascia di età. I progressi scientifici e le nuove conoscenze nel campo della Bio- Nutrizione hanno dimostrato che una corretta alimentazione riveste un ruolo importante in tutte le età della vita per il mantenimento di uno stato di salute ottimale.
Utilizzare una nutrizione bilanciata come medicina preventiva è un concetto relativamente nuovo nei paesi occidentali e il significato dell’alimentazione si è gradualmente evoluto, perdendo il senso originario di mezzo necessario per la sopravvivenza.

Il ruolo dell’alimentazione

Mangiare in modo corretto ed equilibrato soddisfa due funzioni:

  • fornire energia, ossia le calorie per sostenere il funzionamento dell’organismo stesso, l’attività fisica e la vita di relazione, in pratica possiamo dire che il cibo sia un po’ come “la benzina per l’automobile”;
  • dare sostanza a pelle, muscoli, ossa, dare impulso all’attività cognitiva e psichica; consentire anche l’auto-riparazione delle strutture dell’organismo umano, in altre parole gli alimenti svolgono lo stesso ruolo dei “mattoni per la casa”.

I bisogni nutrizionali delle persone anziane non sono molto diversi da quelli dei soggetti più giovani, tuttavia, bisogna considerare che durante la fase dell’invecchiamento subentrano alcune modificazioni fisiologiche dell’organismo come ad esempio la riduzione progressiva della massa “magra“, dovuta alla riduzione della muscolatura scheletrica; la riduzione del metabolismo basale, cioè di quella quota energetica necessaria per lo svolgimento delle funzioni vitali a riposo e del fabbisogno energetico giornaliero, la riduzione delle capacità di digestione e di assorbimento dei micro-nutrienti (sali minerali e vitamine) e la riduzione della funzionalità di organi e apparati (reni, fegato, intestino, ecc.), oltre alle modificazioni patologiche tra cui ad esempio:

  • alterazioni dentarie;
  • disturbi della deglutizione;
  • disabilità mentale e fisica, con incapacità o difficoltà nella preparazione dei cibi;
  • assunzione di farmaci.

Regole generali

  • Quando fate la spesa leggete le etichette riportate sulle confezioni degli alimenti per conoscere il contenuto, la provenienza, il modo di preparazione e conservazione e la relativa scadenza. Evitate i cibi che contengono conservanti artificiali, grassi trans idrogenati, additivi e coloranti (sale, ecc.). Acquistate cibi freschi e sfusi più che i prodotti confezionati, cercando di scegliere quelli locali, tipici e di stagione.
  • Cucinate in modo semplice e preferite sempre la varietà e la qualità dei cibi, piuttosto che la quantità.
  • Sedetevi a tavola almeno 3 volte al giorno, preferibilmente in compagnia, senza saltare la prima colazione; è importante masticare bene gli alimenti per migliorarne la digestione. Se avete disturbi della masticazione controllate la salute dei denti e consumate quindi alimenti morbidi, quali purè, minestre, uova, pesci, carni tritate, formaggi freschi, yogurt.
  • In caso di dimagrimento e/o mancanza di appetito consultate sempre il Medico per una valutazione nutrizionale, considerando che dimagrire, così come ingrassare, rappresenta un fattore di rischio per la salute.

Cosa portare a tavola

  • Carboidrati: variatene il consumo, ad esempio alternando al grano, riso, farro, orzo, miglio, nelle giuste quantità e preferibilmente integrali (più ricchi in fibre). Per quanto riguarda il pane è preferibile consumare quello tenero o, in alternativa, grissini e fette biscottate.
  • Verdura: mangiatela tutti i giorni, fresca o surgelata, cruda o cotta.
  • Frutta: mangiate almeno un frutto di stagione ben maturo al giorno (aiuta anche ad evitare la stipsi), facile da masticare come banana, pesca, pera, fragole; in alternativa preparate frullati con frutta più dura o spremute di agrumi.
  • Carne: riducete il consumo di carne rossa, portandolo ad una o al massimo due porzioni a settimana, sostituendo a volte la carne rossa con legumi, pesce o carni bianche.
  • Condimenti: riducete l'uso del sale, nemico di molte patologie, e fate attenzione, non solo al sale che aggiungiamo nelle pietanze ma anche a quello contenuto nei cibi conservati, nei formaggi e nei salumi; nei condimenti, sfruttate al meglio le risorse di gusto e aroma degli odori e dei sapori mediterranei (alloro, cipolla, finocchio, rosmarino, basilico, prezzemolo, aglio, timo, peperoncino, menta, sedano, scalogno, carote, ecc.).
  • Privilegiate il consumo di olio extravergine di oliva, possibilmente crudo, sostituendolo agli altri grassi vegetali e animali (oli di semi, margarina, burro, strutto).
  • Bevande: bevete frequentemente acqua, anche se non avvertite lo stimolo della sete. In caso di Cardiopatia e di alcune malattie del fegato, il Medico vi darà maggiori indicazioni al riguardo. Usate moderazione nell’assunzione degli alcolici, un buon bicchiere di vino è comunque consigliato. Evitate i superalcolici.
  • Dolci: consumateli con moderazione.
  • Integratori alimentari, vitamine e sali minerali: concessi ma solo se il Medico ve li prescrive.

I fattori socio-ambientali

Sono inoltre da tenere presente una serie di condizionamenti di natura sociale e culturale che rappresentano di frequente un ulteriore problema nell’attuazione di un’alimentazione adeguata:

  • abitudini alimentari errate;
  • mancanza di conoscenze alimentari, pregiudizi alimentari;
  • stato economico;
  • situazione domestica sfavorevole, inadeguate attrezzature di cucina;
  • isolamento e solitudine;
  • mancanza di aiuto;
  • scarsa vita all’aperto, inadeguata attività fisica, ambiente di vita malsano;
  • negativismo e apatia, conseguenti all’isolamento sociale o a stress familiari (lutti);
  • ospedalizzazione o istituzionalizzazione recente.

Tali modificazioni rendono la persona anziana a rischio di errori alimentari. Pertanto la ricerca dei bisogni nutrizionali della persona che ha superato i sessantacinque anni non può prescindere dalla considerazione di tali aspetti. Inoltre le persone anziane spesso si alimentano non soltanto sulla spinta di pregresse abitudini alimentari, ma a volte per preconcetti rigidi, basati su concezioni errate o su opinioni personali talora discutibili; ciò lo pone in una condizione a rischio di malnutrizione. Tale condizione si verifica sia per eccesso, che comporta Sovrappeso e Obesità, che per carenze alimentari, causa di Denutrizione.


Obesità e Sovrappeso

Per Obesità si intende quella situazione patologica caratterizzata dall’incremento del peso corporeo, per eccesso di tessuto adiposo, oltre i valori medi di una popolazione. Uno stato di Obesità (peso reale superiore del 20% del peso ideale) è riscontrabile nel 27% dei maschi e 44% delle femmine di età compresa 60 e i 69 anni. L’Obesità costituisce un fattore di rischio per le principali malattie croniche, Malattie Cardiovascolari, Diabete, Ictus, e riduce l’aspettativa di vita con aumento della mortalità. Nello stesso tempo il sovrappeso e l’Obesità aggravano le eventuali malattie presenti, soprattutto quelle cardiovascolari. L’unica terapia proponibile per una persona anziana obesa è la stimolazione all’attività fisica adeguata ed appropriata, insieme ad una alimentazione ipocalorica.

La Denutrizione

È relativamente rara nel mondo occidentale; gli anziani sono l’unica classe di età a vero rischio di denutrizione; infatti la prevalenza della denutrizione calorico-proteica aumenta in funzione dell’età in entrambi i sessi, in misura differente rispetto alla situazione della situazione abitativa: nel proprio domicilio (0-8 %), in ospedale (20-50%), in strutture residenziali (30-83 %). Il problema si instaura lentamente ed il suo riconoscimento, spesso, può essere tardivo.
Alcuni studi evidenziano che lo stato di salute si correla allo stato nutrizionale; è dimostrato che gli anziani malnutriti presentano un maggior numero di problemi vascolari, respiratori, gastrointestinali, metabolici e psichiatrici, rispetto agli anziani ben nutriti. E’ importante la valutazione nutrizionale come momento preventivo della malnutrizione. Attraverso strumenti di valutazione si individuano i soggetti a rischio così da poter intervenire prima dell’instaurarsi di situazioni irreversibili.

L’importanza dell’idratazione

Un cenno a parte merita la carenza di acqua in quanto le modificazioni fisiologiche facilitano notevolmente la disidratazione. Inoltre il precario equilibrio può essere rotto da cause tipo: vomito, diarrea, febbre o da farmaci: diuretici, lassativi, sedativi, ecc. Il riconoscimento e la sua correzione tempestiva evitano dannose conseguenze.

Educazione e assistenza

L’intervento educazionale alimentare in età senile deve essere rivolto alla persona anziana, ai suoi familiari ed alla struttura che li ospita. In caso di Obesità bisogna renderlo consapevole, informandolo sui rischi dell’eccesso e indurlo a una dieta ristretta e al movimento. Invece per l’anziano in condizione di insufficienza nutrizionale è necessario porre attenzione oltre alle patologie organiche, alla solitudine e all’isolamento, ai problemi mentali, alla situazione economica, all’età molto avanzata, ad un eventuale stato depressivo e alle condizioni del cavo orale. Per particolari condizioni che causano una nutrizione carente quali scarso appetito, alterazione della masticazione, alterazione della vista, deficit neuromuscolari esistono interventi assistenziali atti a prevenire il deficit nutrizionale. L’assistenza domiciliare può migliorare la qualità dell’alimentazione dell’anziano con varie iniziative come per esempio pasti a domicilio, diete definite con il Paziente, proteine a basso costo ed infine eliminazione di elementi negativi e della monotonia del menù. 

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