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Apparato urinario, quale prevenzione?

Autore: Prof. Giuseppe Morgia

Alcune evidenze scientifiche mostrano un miglioramento dei sintomi urinari in soggetti che praticano abitualmente attività sportiva

Molte malattie dell’apparato urinario sono correlate a fattori di rischio noti e stili di vita non corretti, è dunque possibile adottare comportamenti utili ai fini della loro prevenzione per ridurne l’incidenza o, in secondo luogo, finalizzate ad eseguire una diagnosi precoce. Le attività di prevenzione rappresentano alcune tra le più importanti azioni da attuare in ambito sanitario.
Esistono tre livelli di prevenzione:

  • prevenzione primaria: è il primo strumento a nostra disposizione per preservare la nostra salute e si basa sulla modificazione del proprio stile di vita; mira a ridurre i fattori di rischio e quindi la possibile comparsa di malattie ad esse correlate;
  • prevenzione secondaria: viene attuata attraverso test di screening volti a individuare malattie allo stato iniziale, per permettere la cosiddetta “diagnosi precoce” che consente di intervenire tempestivamente e aumentare così la possibilità di guarigione;
  • prevenzione terziaria: è rappresentata dalla prevenzione delle complicanze, delle probabilità di recidive di una malattia o la gestione di una patologia cronica.

Prevenzione e attività fisica

Negli uomini dopo i 50 anni, principalmente a causa dello stimolo degli ormoni maschili, si può manifestare l’Ipertrofia prostatica (o Iperplasia prostatica benigna) che è caratterizzata dall’aumento di volume della ghiandola prostatica, localizzata al di sotto della vescica. Si manifesta con la comparsa di sintomi delle basse vie urinarie: getto urinario ridotto, aumento della frequenza minzionale, esigenza di svegliarsi di notte per urinare, e talvolta urgenza minzionale, causando un notevole disagio nella vita quotidiana. Recentemente è stata dimostrata la correlazione tra questi disturbi e fattori associati con le malattie cardiovascolari e disturbi metabolici tra i quali dieta, obesità e attività fisica. Il grasso corporeo infatti è ormai riconosciuto come un tessuto metabolicamente attivo in grado di produrre ormoni e citochine infiammatorie che hanno importanti ruoli nell’ambito del metabolismo. Alcune evidenze scientifiche mostrano un miglioramento dei sintomi urinari in soggetti che praticano attività sportiva rispetto ai soggetti che conducono uno stile di vita sedentario. Quale sia il livello di attività fisica adeguato in grado di prevenire i sintomi non è del tutto determinato. Basandoci su queste osservazioni è consigliabile supportare lo sviluppo di nuove strategie per la riduzione dell’adiposità, incoraggiando uno stile di vita che includa la pratica costante di attività fisica adeguata al fine di limitare la comparsa dei sintomi sopra descritti. Inoltre, adottare una dieta più sana (riducendo l’apporto dei grassi nocivi) può risultare efficace nel ridurre la massa grassa e la conseguente insorgenza dei disturbi delle basse vie urinarie.


 

Rischio Carcinoma

La neoplasia più comune nei paesi occidentali è il Carcinoma prostatico. Si colloca infatti al secondo posto tra le cause di mortalità tumorale negli uomini. Presenta un’origine multifattoriale ed è il risultato dell’interazione di fattori genetici (familiarità ed etnia) ed ambientali (fattori dietetici e cancerogeni ambientali). Per contrastare tali elementi di rischio possiamo ricorrere ad alcuni fattori protettivi come la vitamina A e D, oligoelementi e agenti antiossidanti, la cui esposizione può aiutare a ridurre l’incidenza di questa malattia. La bassa incidenza del Carcinoma prostatico nelle popolazioni asiatiche potrebbe essere messa in relazione a una dieta a basso contenuto lipidico e ad alto contenuto in fibre e fitoestrogeni. La dieta occidentale, ricca di grassi animali, sembra infatti avere un effetto promuovente la crescita tumorale.
Alcune sostanze presenti in natura presentano inoltre un’azione chemiopreventiva, come la vitamina E, il licopene, i polifenoli, il selenio, lo zinco. Nonostante queste evidenze, non siamo ancora in grado di eseguire un prevenzione primaria totalmente efficace sul Carcinoma prostatico, attraverso il cambiamento dello stile di vita e della dieta o tramite l’utilizzo di farmaci antiossidanti.
È stato inoltre suggerito da recenti studi che l’attività fisica sia in grado di ridurre il rischio di tumore prostatico. Quanto intensa e quanto frequente questa debba essere non è ancora stabilito, ma è certo che un sano movimento è in grado di aiutare il nostro organismo ed anche la nostra prostata.

Attenzione a fumo e idrocarburi

Il Tumore della vescica è il quarto più frequente nell’uomo e rappresenta l’ottava causa di morte per patologia oncologica. Esiste una predisposizione genetica nello sviluppo di questa patologia ma il fumo di tabacco rappresenta il più importante fattore di rischio. Si calcola infatti che circa il 50% dei casi sia correlato al tabagismo. Gli agenti del fumo influiscono negativamente sul tessuto che riveste la vescica se tale abitudine negativa si protrae per molti anni; è forse per questo che la comparsa del Carcinoma vescicale è più frequente tra i 60 ed i 70 anni, mentre solo raramente la neoplasia viene diagnosticata negli soggetti più giovani. Sembra inoltre che il fumo sia correlato ad un aumentato rischio di recidiva e di progressione della malattia, pertanto ad una maggiore probabilità d’intervento più aggressivo al fine di eradicare la malattia. È importante quindi smettere di fumare sia per prevenire la comparsa della patologia che per ridurre il rischio di recidiva. L’uso esclusivo della pipa e del sigaro (fumo non inalato), al contrario, non modifica il rischio di insorgenza del Tumore della vescica. L’esposizione professionale ad alcune sostanze chimiche quali amine aromatiche, idrocarburi policiclici e idrocarburi clorurati rappresenta il secondo fattore di rischio più importante per il tumore della vescica. Queste sostanze sono contenute nelle vernici, nei coloranti, e nei prodotti petroliferi. Negli ambienti professionali esistono programmi di sicurezza che riducono l’elevato rischio a cui si esporrebbero i lavoratori di queste sostanze altamente cancerogene, come l’uso di maschere e sistemi di depurazione dell’aria. L’associazione tra l’uso di tinture per capelli e il rischio di sviluppare un tumore vescicale rimane incerto.

Fattori alimentari

Per quanto riguarda i fattori alimentari, alcuni studi hanno evidenziato come il Tumore vescicale presenti una maggiore incidenza in presenza di una dieta ad alto contenuto di grassi e povera di frutta e verdura. Anche il consumo di frutta secca, per la ricchezza di vitamine, zinco e acidi grassi insaturi (soprattutto omega-3), riveste certamente un ruolo protettivo antinfiammatorio. Nella pratica clinica è raccomandata l’assunzione giornaliera di frutta e verdura per la prevenzione di numerose patologie tumorali ed esistono prove consistenti che supportano la loro azione protettiva sul Carcinoma vescicale. Sembrerebbe che l’assunzione di crucifere (cavoli, cavolini di Bruxelles e verdure a foglia verde) possa aiutare a prevenire questa patologia. Inoltre, in particolare melograno, agrumi e curcuma, sono tra i vegetali le specie più protettive in assoluto secondo gli studi più recenti.

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