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Post-partum, come cambia il corpo femminile

Autore: Dott.ssa Immacolata BlasiDott. Lorenzo Aguzzoli

Dopo il parto il corpo della neomamma va incontro a numerosi cambiamenti fisici che, in alcuni casi, necessitano di un percorso riabilitativo attento e personalizzato 

Il periodo successivo al parto è un momento estremamente importante nella vita di ogni donna e la cura del nuovo nato dovrebbe andare di pari passo con la cura per se stesse; i cambiamenti del corpo che la donna deve affrontare si ripercuotono sulla sfera emotiva, intima, relazionale, sulla stima di sé, quindi sul rapporto con il partner e con il nuovo arrivato. Molto è cambiato rispetto al passato e finalmente le Società scientifiche e le organizzazioni sanitarie dedicano più attenzione alla cura e alla riabilitazione nel periodo del post-partum, necessaria anche come prevenzione di disturbi futuri.
Durante la gravidanza il corpo femminile va incontro a numerosi cambiamenti fisici che consentiranno di accogliere una nuova vita. Alcune di queste trasformazioni, insieme all’evento del parto, inducono cambiamenti nel corpo femminile.

Oscillazioni ormonali

Tra le modifiche, non visivamente evidenti, ma che pure hanno notevole importanza, ci sono le oscillazioni ormonali. Durante la gravidanza gli ormoni femminili, estrogeni e progesterone, aumentano notevolmente per poi crollare subito dopo il parto. Questo provoca sensazioni di malinconia, tristezza, facilità al pianto, umore instabile, riconosciute come “baby blues”, che tende a risolversi spontaneamente dopo due settimane.

La presenza del partner, di una rete familiare di supporto, insieme all’allattamento e alla stabilizzazione dei valori ormonali sono fondamentali per affrontare queste trasformazioni emotive, che possono in alcuni casi complicarsi, slatentizzando delle fragilità, tipiche della depressione post-partum, che invece richiede l’aiuto degli Specialisti.

Smagliature

Il post-partum è un momento delicato sotto tanti punti di vista; cambiamenti repentini del peso, infatti, possono favorire la distensione meccanica della pelle con la comparsa delle smagliature (striae distensae) sull’addome, cosce e sul seno materno. Le smagliature, che possono presentarsi già durante la gravidanza, inizialmente assumono un colore rosso e poi tendono a schiarire; sono vere e proprie cicatrici del derma, si formano infatti come conseguenza ad una rottura delle fibre elastiche del derma. Per quanto la formazione delle smagliature dipenda dall’elasticità cutanea, sicuramente una buona idratazione, una alimentazione sana ed equilibrata insieme all’uso di prodotti che mantengono la pelle idratata ed elastica costituiscono il modo più sicuro per ridurne se non evitarne la formazione.

La linea alba

Caratteristica della gravidanza e che persiste nei primi mesi dal parto per poi spontaneamente a scomparire, è la formazione della linea alba, una riga scura che può comparire sulla pancia. Questa Questa linea è legata all’effetto degli ormoni (estrogeni e progesterone) che stimolano la produzione di melanina e all’aumento di volume dell’utero.

Cambiamenti nei muscoli dell’addome...

L’aumento del volume uterino può provocare in alcune donne la comparsa della diastasi addominale, ossia il distanziamento dei muscoli retti dell’addome, che viceversa dovrebbero restare uniti tra loro proprio dalla linea alba. Nel post-partum la diagnosi di diastasi addominale viene fatta già con la visita, seppure l’ecografia rappresenti un importante supporto.
Non vi è un consenso assoluto sulla definizione di diastasi, che per alcuni studi è definita come una distanza di 1,5 cm fra i retti, mentre altri studi usano un cut-off di 2,5 cm. Durante la gravidanza la geometria dei muscoli retti dell’addome mantiene la sua funzione di contenimento dei visceri e stabilizzazione della postura, adattandosi contemporaneamente alla crescita del viscere uterino e alle conseguenti modifiche del baricentro; ne consegue un allungamento dei muscoli stessi con modifiche degli angoli di attaccamento delle fibre e della forza di contenimento e distanziamento degli stessi dalla linea alba.
La maggior parte degli studi riportano la risoluzione spontanea della diastasi nel corso delle otto settimane successive del post-partum, benché in altri studi sia riportato un periodo da sei mesi fino ad un anno. La persistenza della diastasi addominale nella donna dopo il parto è causa di dolori addominali, dell’alterazione della postura e della disfunzione del pavimento pelvico, nonché causa di inestetismi legati alla presenza del bulging (sporgenza) addominale, che può esitare in Ernie epigastriche e ombelicali.
Non esiste attualmente un percorso fisioterapico ben definito per la correzione della diastasi, se pure vi è consenso sul fatto che la Riabilitazione muscolare migliori il quadro clinico. Nei casi in cui il percorso fisioterapico non sortisca l’effetto voluto, si arriva alla correzione chirurgica.


...e di quelli pelvici

La nascita è un evento miracoloso, fonte di grandi gioie, ma il corpo femminile affronta grandi cambiamenti ed è proprio nel post-partum che la donna deve fare i conti con queste modifiche. La gravidanza e il parto indeboliscono i muscoli e i legamenti pelvici.
Si stima che quasi il 50% delle donne che hanno affrontato più gravidanze presenta un quadro di prolasso e/o di disturbi urinari. Molto poche sono ancora le donne che ricorrono a percorsi di Riabilitazione del piano perineale.
Il pavimento pelvico è un sistema integrato di muscoli, legamenti, fasce e nervi, compreso fra la sinfisi pubica e il coccige, che chiude in basso la cavità addomino-pelvica. Queste strutture circondano e sostengono insieme al tessuto connettivo la vescica, la vagina e l’ano, che di per sé non hanno forma o resistenza propria, ma grazie alle fasce, alle strutture muscolari circostanti ottengono volume, forma e resistenza.
Il normale funzionamento degli organi pelvici dipende infatti dall’integrità dei muscoli e del tessuto connettivo circostante, che rappresenta però l’elemento più vulnerabile e suscettibile di eventuali danneggiamenti.
Durante la gravidanza il tessuto connettivo presente nel piano perineale viene depolimerizzato dall’azione degli ormoni placentari e il rapporto fra i suoi componenti si modifica rendendo la membrana vaginale più distendibile, proprio per consentire la dilatazione del canale vaginale durante il parto. Contemporaneamente per lo stesso motivo si assiste alla perdita di resistenza strutturale dei legamenti sospensori, questo riduce la forza elastica di chiusura portando alla fuga di urine sia nei mesi avanzati di gravidanza che nel post-partum. La lassità, che può essere responsabile anche di dolore pelvico e che fisiologicamente il corpo crea per accogliere la gravidanza, in assenza di lacerazioni, si riduce, ripristinando l’integrità del tessuto connettivo, con la rimozione della placenta.
Ippocrate definiva l’equilibrio come segno di salute e lo squilibrio foriero di malattia: ovviamente un danno strutturale legato anche alla presenza di lacerazioni conseguenti il parto può ripercuotersi nel post-partum come un momento di dolore pelvico, nonché di perdita di funzione, ossia la comparsa di disturbi urinari, come l’incontinenza, sia da sforzo che da urgenza.

Il percorso riabilitativo

La riabilitazione del pavimento pelvico e prima di tutto la consapevolezza del proprio perineo fanno parte di un percorso fondamentale, che dovrebbe essere offerto a tutte le donne dopo il parto e non solo in presenza di gravi disfunzioni.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2017 ha definito l’incontinenza urinaria come uno dei dieci problemi, che maggiormente colpiscono tutte le donne, con una maggiore incidenza nel periodo del post-partum dal 15-30%.
Uno studio pubblicato nel 2008 mostra come la conoscenza del piano perineale e l’esecuzione routinaria di esercizi durante la gravidanza e nel post-partum riducano significativamente la comparsa di incontinenza urinaria. Lo stesso studio pone l’attenzione sull’esecuzione della Riabilitazione del piano perineale nelle donne che erano andate incontro a lacerazioni spontanee o episiotomie; anche in questo gruppo l’esercizio pelvico riduce l’incontinenza urinaria.

I disturbi urinari

I disturbi urinari, nonché i tipi di lacerazioni sono molteplici e presentano tempi e modalità di trattamento diverse, pertanto è fondamentale l’aiuto di un Professionista esperto.
Nelle prime settimane dopo il parto a causa delle modifiche dei tessuti vaginali, del parto stesso, delle oscillazioni ormonali e anche dell’allattamento la donna può presentare una maggiore secchezza vaginale, pertanto è consigliato ricorrere all’uso di lubrificanti.

Congestione mammaria

Nel periodo successivo al parto le mammelle possono ingrossarsi, tendersi e provocare dolore poiché si riempiono di latte. La congestione si verifica durante le prime fasi della produzione del latte (lattazione). È pertanto molto importante che la donna porti avanti un regolare allattamento. In molti casi l’applicazione di impacchi caldi e freddi può essere molto utile. Durante la poppata è necessario riuscire a rilassarsi, trovando una posizione comoda e riducendo ogni distrazione. Anche un delicato massaggio delle mammelle, eseguito con dei movimenti concentrici in direzione del capezzolo, può favorire l’efflusso latteo.

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