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Tiroide, regola la salute delle donne

Autore: Dott. Tommaso Sacco

È importante essere sempre consapevoli del buon funzionamento della tiroide, soprattutto durante periodi particolari della vita femminile...

Le disfunzioni della tiroide, una delle più importanti ghiandole endocrine, sono molto più frequenti nelle donne che negli uomini, per alcune di esse il rapporto può essere anche di 8 a 1. Inoltre, nella vita di una donna ci sono periodi in cui è particolarmente importante che la tiroide funzioni al meglio. Si tratta di fasi che marcano importanti passaggi o cambiamenti fisiologici come quello dall’infanzia all’adolescenza, o come gravidanza e menopausa.
Per aiutare le donne a comprendere l’importanza di una tiroide sana, o ben curata, in queste fasi cruciali della loro vita, la Fondazione Cesare Serono, ente privato senza fini lucro, ha deciso di dedicare a questi argomenti la campagna “Tiroide, Meriti il Meglio”.
In occasione dello sviluppo della pubertà, della gravidanza e della menopausa, la funzione della tiroide subisce sollecitazioni e modificazioni, e l’attività dell’organo deve essere ben coordinata con quella di altre ghiandole e tessuti, che giocano ruoli rilevanti in queste fasi di cambiamento. Basti pensare che la tiroide deve “lavorare per due” nei primi tre mesi di gravidanza perché, in quel periodo, il feto non produce ormoni tiroidei. Quindi, se la consapevolezza dell’importanza del buon funzionamento della tiroide ci deve essere sempre, a maggior ragione deve attivarsi in questi passaggi della vita. A ciò si aggiunge che segni e sintomi delle disfunzioni tiroidee sono spesso generici e, in particolare in queste epoche della vita, possono essere confusi con i sintomi tipici del cambiamento in atto, diventando quindi più difficili da individuare.
Se poi un Ipertiroidismo (quando la tiroide produce ormoni in maniera eccessiva) o un Ipotiroidismo (carente funzione della tiroide) sono già stati diagnosticati, e questo può succedere seppure raramente anche negli adolescenti, è decisivo che la loro gestione sia particolarmente attenta e precisa.

Tiroide e adolescenza

Nell’organismo di un adolescente la tiroide svolge lo stesso ruolo cruciale che ricopre in tutte le altre età della vita, ma in questa fase è ancora più importante. Infatti nell’adolescenza il buon funzionamento della tiroide contribuisce al corretto completamento dello sviluppo fisico e mentale. D’altra parte, forme congenite di disfunzione della tiroide, se non riconosciute e trattate tempestivamente, possono provocare danni molto gravi poiché, nei neonati e nei bambini piccoli, gli ormoni secreti dalla tiroide sono determinanti per le prime fasi dello sviluppo. Non meno rilevanti sono negli anni successivi e durante lo sviluppo puberale, epoca in cui si integrano nei complessi e profondi cambiamenti che investono la secrezione di molti altri ormoni e modificazioni di vari organi e tessuti.
Un ulteriore esempio dei danni provocati da una carente funzione della tiroide nelle prime fasi della vita è quello di bambini e ragazzi che vivono in aree a rischio di carenza di iodio e non ricevono un’adeguata integrazione con specifici supplementi. Questa situazione, che in Italia è sempre più rara ma non va assolutamente sottovalutata, in altre aree del mondo continua a creare gravi problemi, e se in passato si rilevavano effetti come il Cretinismo, ancora oggi si osservano livelli di quoziente intellettivo molto più basso nei bambini e negli adolescenti con carente assunzione di iodio non trattata. Oltre alla carenza di iodio, di recente si è rilevato che anche la carenza di selenio può limitare l’efficienza della funzione tiroidea.


 

Tiroide e gravidanza

Durante la gravidanza la tiroide è chiamata a un impegno molto gravoso, volto a facilitare le modificazioni e gli adattamenti che avvengono nell’organismo della madre. Va ricordato che, ancor prima di cercare un concepimento, si dovrebbe verificare l’efficienza della funzione della tiroide, poiché essa può influenzare la fertilità.
In seguito, una volta conseguita la gravidanza, è opportuno eseguire alcuni controlli: nelle donne senza disfunzioni note della tiroide servono a verificare che tali problemi non compaiano. Può succedere, infatti, che un caso di Ipotiroidismo subclinico (che non si manifesta con segni e sintomi e che si rivela solo con esami di laboratorio) o latente peggiori e si mostri con alterazioni degli esami di laboratorio e con segni e sintomi dovuti alle sollecitazioni che la gravidanza comporta per la tiroide.
Nelle donne con Ipertiroidismo o Ipotiroidismo già diagnosticati, è bene verificare che le cure compensino adeguatamente la disfunzione o la mancanza stessa dell’organo o che l’eventuale sospensione delle terapie non crei potenziali ripercussioni negative sulla madre o sul nascituro.
Inoltre, nelle donne gravide con normale funzione della tiroide e positività degli autoanticorpi anti-tiroide, la misurazione degli auto-anticorpi anti-perossidasi e anti-tireoglobulina e del TSH andrebbe eseguita dopo la conferma del concepimento e ogni quattro settimane intorno al 4°-5° mese di gravidanza.
La rilevanza di tutti gli aspetti che pongono in relazione tiroide e gravidanza è tale che l’Associazione Americana della Tiroide (American Thyroid Association - ATA) pubblica periodicamente delle Linee Guida per la gestione delle malattie della tiroide durante la gravidanza e il puerperio.

Ipotiroidismo e Infertilità nella donna

Un’altra problematica è relativa alla possibile associazione tra un’alterazione della funzione della tiroide e l’l’Infertilità nella donna. In tutte le donne che richiedono cure per l’Infertilità, le Linee Guida dell’ATA raccomandano di valutare la concentrazione nel sangue del TSH, un ormone prodotto dall’ipofisi e che ha un’influenza diretta sul funzionamento della toroide. Inoltre, lo stesso documento raccomanda l’utilizzo di levotiroxina (principio attivo analogo dell’ormone tiroideo FT4) nelle donne infertili, con Ipotiroidismo confermato, che desiderino un concepimento. I dati disponibili non sono però sufficienti a stabilire se la somministrazione di levotiroxina migliori la fertilità nelle donne con Ipotiroidismo subclinico, che cercano di ottenere un concepimento naturale. Comunque, la somministrazione di levotiroxina può essere presa in considerazione in queste situazioni per prevenire un’evoluzione verso un Ipotiroidismo più grave, una volta conseguita la gravidanza.

Se lo iodio è carente

Durante il periodo della gravidanza non deve essere trascurato l’apporto di iodio, poiché una sua carenza può portare ad una inadeguata produzione di ormoni della tiroide da parte dell’organismo della madre e di quello del feto. Basse concentrazioni nel sangue di ormoni tiroidei provocano un’aumentata produzione di TSH e questo può indurre la comparsa di gozzo (aumento di volume e peso della tiroide).
Inoltre, lo stato di carenza di iodio aumenta la frequenza di aborti e di decessi di neonati e può determinare problemi neurologici nei bambini (alterazioni delle funzioni cognitive, riduzione dello sviluppo mentale e problemi di movimento). Per prevenire queste situazioni, le Linee Guida raccomandano l’assunzione di sale arricchito di iodio.


 
Disfunzione della tiroide in menopausa

Gli studi sulla relazione fra la menopausa e la funzione della tiroide sono pochi e non forniscono informazioni conclusive circa il fatto che la menopausa influenzi la tiroide al di là delle modificazioni, a carico di questo organo, dovute all’invecchiamento e che si verificano in ambedue i sessi. Queste modificazioni consistono in una riduzione della captazione dello iodio da parte dell’organo, in una diminuzione della sintesi degli ormoni tiroidei FT4 ed FT3 e nell’eliminazione dell’FT4. A fronte di questi cambiamenti, le concentrazioni nel sangue del TSH rimangono normali, pur tendendo ad avvicinarsi al valore massimo della norma.
Alcune ricerche epidemiologiche hanno raccolto dati sulla diffusione delle disfunzioni della tiroide nella menopausa. In uno studio eseguito in Colorado si è rilevata una tendenza all’aumento della concentrazione media nel sangue del TSH, in rapporto all’età, fino al 20%. Tale tendenza si manifesta in maniera più marcata negli individui di sesso femminile. In una casistica di donne in menopausa, si è registrata una frequenza di malattie della tiroide evidenti da un punto di vista clinico del 2%, mentre quella delle forme subcliniche era del 23%. L’Ipotiroidismo costituiva il 74% di queste ultime forme e l’Ipertiroidismo il 26%. Se la prevalenza generale dell’Ipotiroidismo, a prescindere dall’età, varia dal 4 al 10%, in età avanzata l’intervallo di frequenza diventa del 7-26%.
Da quanto sopra riportato si può concludere che, se non ci sono prove scientifiche che la menopausa favorisca lo sviluppo di malattie della tiroide, resta il fatto che esse sono frequenti in questo particolare periodo della vita. A ciò si aggiunge che la menopausa può modificare l’andamento di alcune malattie della tiroide, soprattutto delle Tiroiditi autoimmuni, e che i danni alle arterie coronarie e l’Osteoporosi, indotti dalla menopausa, possono peggiorare in presenza di Ipertiroidismo o di Ipotiroidismo. Infine, la somministrazione di estrogeni può richiedere un adeguamento delle dosi di levotiroxina nelle donne in menopausa. 

Il sito della fondazione Cesare Serono

Il sito della Fondazione Cesare Serono è stato arricchito di nuovi contenuti informativi: all’indirizzo www.tiroidemeritiilmeglio.it sarà infatti possibile trovare schede di approfondimento sulle disfunzioni tiroidee in adolescenza, gravidanza e menopausa. In alcune video-interviste, Specialisti esperti della tiroide riportando la loro esperienza e indicazioni utili. Infine, in quest’area dedicata, è possibile trovare un questionario di autovalutazione. Tutto ha l’obiettivo di guidare gli utenti al corretto riconoscimento di sintomi che potrebbero essere dovuti a disfunzioni della tiroide. Queste informazioni aiuteranno il Medico curante o lo Specialista a valutare eventuali approfondimenti, per arrivare a una diagnosi precisa e tempestiva.