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Viaggiare sicuri all'estero

Autore: Dott. Silvio Caligaris

Per evitare il rischio di contrarre malattie infettive è essenziale conoscere la situazione sanitaria del luogo di destinazione e attuare le necessarie misure preventive

In un classico viaggio di due settimane un viaggiatore perde in media tre giorni per problemi di salute, il 20% si ammala dopo il rientro a casa e un ulteriore 10% necessita di cure mediche. Tutto ciò può invece essere evitato se al momento di progettare un viaggio all’estero, almeno 4-6 settimane prima della partenza, assumiamo le adeguate informazioni sulle particolari vaccinazioni necessarie e sugli eventuali rischi legati al viaggio.
Il grado di rischio sanitario dipende comunque da numerosi fattori: itinerario, tipologia del viaggio, età del viaggiatore, stagionalità, situazione politica, condizioni igieniche e, da ultimo, malattie endemiche. Proprio mentre alcune di queste ultime, come la Poliomielite, sono scomparse e altre, come l’Epatite A, sono diventate molto rare nei Paesi industrializzati, altre ancora come Malaria, Febbre Gialla o Dengue sono quasi esclusivamente presenti nelle regioni subtropicali e tropicali. Queste infezioni possono causare malattie gravi, se non addirittura mortali ma, mettendo in atto buone regole di prevenzione, talvolta anche molto semplici, può diminuire enormemente il rischio di contrarle.

Prevenire i rischi

I viaggiatori sono dunque esposti a rischi sanitari legati sia al luogo di destinazione che, soprattutto, al periodo del soggiorno. Per ogni rischio esiste una precauzione. Ad esempio, per il colpo di calore è importante la protezione dai raggi solari (uso di cappello e crema solare), per evitare infortuni e traumi è bene moderare gli sforzi eccessivi, per ridurre il rischio di aggravamento di patologie preesistenti è opportuno valutare le condizioni sanitarie della nostra meta e prevedere una “farmacoteca” da viaggio; infine per prevenire le malattie infettive è fondamentale considerare l’opportunità delle vaccinazioni, delle profilassi e delle corrette misure comportamentali (igienicoalimentari, sessuali, ecc.).
In genere si tende a prevenire i rischi di natura infettiva ma è molto importante sottolineare che i principali pericoli del viaggio hanno natura accidentale e traumatica.  


 

Le vaccinazioni

È fondamentale conoscere la situazione sanitaria del luogo di destinazione per verificare le necessarie misure preventive sia vaccinali che di profilassi, molte delle quali devono essere effettuate alcune settimane prima per permettere ai viaggiatori di risultare già immuni al momento della partenza. Presso le AUSL territoriali sono attivi Centri di vaccinazione e prevenzione per il viaggiatore.
I viaggi all’estero sono una buona occasione per verificare la validità delle vaccinazioni come quelle contro Tetano, Poliomielite, Difterite e Epatite B.
Le vaccinazioni devono essere previste in funzione della località e delle condizioni del soggiorno: la vaccinazione contro l’Influenza e anti-pneumococco sono di particolare importanza. La vaccinazione contro l’Epatite A è essenziale, questa malattia può infatti essere particolarmente grave anche se è presente un’alta frequenza di soggetti naturalmente immuni, soprattutto se in età avanzata.
Anche le vaccinazioni contro le malattie caratteristiche della meta del viaggio, come Febbre Gialla, Meningite meningococcica, Tifo e Rabbia, devono essere prese in considerazione. Alcune vaccinazioni, come ad esempio l’anti febbre-gialla, sono addirittura obbligatorie per alcuni Paesi africani o dell’America latina, mentre altre, come l’anti-epatite A o l’anti-tifica, vengono fortemente raccomandate per la maggior probabilità di esposizione a cibi e bevande contaminate. Tuttavia la vaccinazione anti-febbre gialla non può essere effettuata fino al nono mese di vita ed è sconsigliata nei soggetti con più di 65 anni di età.

La profilassi antimalarica

È fortemente raccomandata nelle aree endemiche ad alto rischio. Due sono i cardini della protezione dalla Malaria: la Chemioprofilassi e la protezione nei confronti degli insetti vettori. Un’adeguata protezione nei confronti delle zanzare resta tuttora la pietra miliare nelle difese contro l’infezione malarica, consentendo di ridurre del 90% il rischio di contrarre la malattia.
Nella maggior parte dei casi le zanzare tendono a pungere all’imbrunire quando l’intensità dei raggi solari si riduce. È soprattutto in questi momenti che è essenziale che i viaggiatori mettano in atto tutte le misure per impedire il contatto con l’insetto. Per i pernottamenti vanno preferite camere con aria condizionata o dotate di reti alle finestre oppure utilizzare zanzariere possibilmente impregnate con insetticidi da sistemare accuratamente sopra al letto.
I repellenti possono essere applicati direttamente sulla cute, sugli indumenti o usati per irrorare le zanzariere. Nelle zone altamente endemiche per Malaria è fortemente raccomandata la Chemioprofilassi antimalarica per la quale sono a disposizione farmaci sicuri da somministrare prima della partenza e dopo il rientro.  


 

Cosa fare in caso di dissenteria?

È la causa più frequente di malattia nei viaggiatori: può insorgere nel 20-50% di coloro che si recano in Paesi con standard igienicosanitario minore rispetto a quello della zona di partenza. A scatenarla contribuiscono il cambio di alimentazione ed una serie di numerosi agenti patogeni (virus, batteri, parassiti) molto diffusi in quei Paesi. I sintomi, che possono durare da 3 a 7 giorni, sono costituiti da diarrea (con almeno 3 scariche di feci, liquide o semiliquide al giorno), nausea, vomito, dolori addominali, talvolta febbre e sangue nelle feci. Il trattamento dovrebbe limitarsi all’assunzione di liquidi, come succhi di frutta, bibite o tè leggero, e di soluzioni reidratanti per impedire la disidratazione.
L’uso di antibiotici ad assorbimento sistemico deve essere breve e preferibilmente su prescrizione medica.


Le più recenti epidemie

Infine, vorrei ricordare le principali epidemie che continuano a diffondersi in giro per il mondo: tra quelle da tenere sotto controllo vi sono sicuramente quella del virus Ebola, che ancora colpisce la Sierra Leone, Liberia e la Guinea Conakry, aree tuttavia normalmente non interessate dai flussi turistici, e quella di virus Chikungunya che da ottobre 2013 colpisce alcune isole caraibiche. Un richiamo particolare anche alle precauzioni da contatto respiratorio per chi si reca in Medio Oriente, dove serpeggia l’infezione dovuta al nuovo coronavirus MERSCoV. Infine è opportuna una particolare attenzione al contatto con gli animali selvatici, soprattutto nel sub-continente indiano e a Bali, dove è stato segnalato un incremento dei casi di Rabbia anche mortali conseguenti al morso di cane. 

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