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Vertigini, come curarle?

Autore: Dott. Antonio Napolitano

Per contrastare questa fastidiosa sensazione è necessario analizzare in modo attento le sue caratteristiche e determinarne le cause

Quando si parla di Vertigine bisogna innanzi tutto sottolineare che questo termine identifica un sintomo e non una malattia, un sintomo che deve essere ben analizzato per essere poi adeguatamente curato. La Vertigine viene spesso vissuta con paura, angoscia e, se associata a importanti sintomi quali nausea, vomito, sudorazione e tachicardia, viene in molti casi interpretata dal Paziente come dovuta a gravi malattie. Per questo motivo rappresenta una delle cause che più frequentemente portano alla consultazione del Medico di famiglia con un’incidenza che aumenta con l’età.

Le possibili cause

Le Vertigini più frequenti (50-70% del totale) sono quelle da causa labirintica come la Vertigine Posizionale Benigna (VPPB), le Neuroniti Vestibolari e la Malattia di Menierè; secondo alcuni studi, ogni anno circa il 5% della popolazione sarebbe colpita da Vertigini Labirintiche, Vestibolari, Periferiche. Il 30% sono causate invece da patologie internistiche (Ipertensione arteriosa, Tossicosi, Dismetabolismi, Ipotensione ortostatica, Cardiopatie, ecc.), patologie neurologiche o da cause non identificabili.

Che cos’è la Vertigine

La Vertigine è la sensazione di movimento e rotazione dell’ambiente che ci circonda o del nostro corpo nello spazio, senza che si verifichi nessun movimento rispetto alla forza di gravità. Si parla di Vertigine oggettiva, se ci girano le cose attorno e di Vertigine soggettiva, se abbiamo noi la sensazione che sia il nostro corpo a muoversi. Esiste anche una generica sensazione di instabilità chiamata “dizziness”. C’è da puntualizzare, infine, che la “vera” Vertigine non si associa mai a perdita di coscienza.
Al mantenimento dell’equilibrio del nostro corpo contribuiscono impulsi provenienti da diversi apparati periferici: occhi, labirinti posti nell’orecchio, propriocettori dislocati nei muscoli cervicali e sotto la pianta dei piedi. Questi apparati inviano al cervello i loro messaggi (impulsi nervosi) sulla posizione del nostro corpo nello spazio; sarà poi il cervello ad impartire i comandi per farci mantenere l’equilibrio nelle più svariate posizioni e situazioni in cui ci possiamo trovare, essenzialmente attraverso la contrazione e il rilasciamento dei muscoli chiamati in causa.

Le pseudo-Vertigini

La frequenza della Vertigine dipende innanzitutto dal fatto che sono numerose le condizioni patologiche che possono causarla, ma anche dal fatto che buona parte di esse possono simularla (pseudo- Vertigini). Quando si affronta il problema è necessario partire dalla comprensione approfondita della sensazione percepita dalla persona, frequentemente vengono infatti interpretate e riferite come Vertigini tutta una serie di sintomi che in realtà non corrispondono alla “vera” Vertigine. Spesso si tratta di condizioni para-fisiologiche come la sensazione di testa vuota o leggera, legata spesso a disagi psicologici o a vere crisi d’ansia o, in altri casi, la sensazione di quasi svenimento o l’Emicrania.
Una condizione che viene riferita come Vertigine è la cosiddetta Agorafobia, disturbo che colpisce persone affette da crisi d’ansia o nevrosi. Questo disturbo consiste in una paura irrazionale nei confronti di grandi spazi, specie se affollati. Altra condizione riferita di sovente come Vertigine è la paura di guardare in basso da grandi altezze oppure la Cinetosi (mal d’auto, il mal di mare, o la difficoltà a guardare un oggetto in rapido movimento, come ad esempio un treno, mentre si è fermi), tutti fenomeni legati ad una eccessiva stimolazione del sistema labirintico periferico.
Difficoltà e ritardi diagnostici nel capire da cosa è causata la Vertigine derivano spesso sia dalla imprecisione del Paziente nel riferire il sintomo che dalla incapacità del Medico ad interpretare subito il sintomo in modo corretto. Da qui la necessità di una minuziosa anamnesi a partire dall’attenta e dettagliata descrizione del sintomo da parte del Paziente.  

I fattori scatenanti

È importante definire quali sono i fattori che possono scatenare la Vertigine. Ad esempio, nel caso dell’Ipotensione ortostatica, in cui il Paziente sembra perdere l’equilibrio nel passare dalla posizione seduta o distesa a quella eretta, che viene anch’essa spesso riferita come Vertigine, la sintomatologia non è labirintica ma è dovuta ad un non rapido adattamento della pressione sanguigna, ciò porta ad un ridotto afflusso di sangue al cervello. Non di rado l’origine del disturbo è multifattoriale e si può verificare in persone senza alcuna patologia dei sistemi di equilibrio, con una pressione arteriosa tendenzialmente bassa (può verificarsi, alzandosi dal letto di notte o al risveglio, in persone anziane o sottoposte a terapie anti-ipertensive o allettate oppure in chi sta per lungo tempo in piedi o a seguito di abbondanti pasti). Vanno, però, escluse altre cause patologiche, soprattutto cardiache.
È inoltre opportuno valutare le condizioni in cui la Vertigine si verifica: stando in piedi, distesi a letto ruotando il capo da un lato o dall’altro, distendendosi o alzandosi dal letto, ruotando o alzando il capo, ecc.; così come è importante la durata dell’episodio vertiginoso, che può essere di pochi secondi o di alcuni minuti o di ore.


Quale tipo di Vertigine?

La Vertigine” vera” da causa periferica, labirintica, che è quella che interessa principalmente l’Otorinolaringoiatra, è più spesso oggettiva, rotatoria, più raramente soggettiva e va distinta dalle sensazioni di instabilità, ondeggiamento, mancamento, annebbiamento visivo e stordimento, che invece sono più frequentemente dovute a patologie generali o neurologiche.
Le Vertigini periferiche, labirintiche, sono molto intense; si possono associare a sintomi dell’orecchio, come il calo dell’udito e gli acufeni; si accompagnano più spesso ad intensi sintomi neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione e tachicardia).
Le Vertigini da cause centrali, neurologiche, invece, sono spesso meno intense, sub-continue, frequentemente ingravescenti e solitamente senza sintomi neurovegetativi intensi e non si associano a sintomi dell’orecchio. Queste sono dovute a malattie spesso importati come Ischemie acute dell’encefalo (TIA), del tronco dell’encefalo, Sclerosi multipla, Neuropatie endocraniche, Neoplasie, ecc.
Esiste, poi, una particolare forma di Vertigine centrale, la Vertigine emicranica, in cui la sintomatologia vertiginosa, associata a sintomi neurovegetativi, precede o accompagna un attacco di Emicrania.

Arrivare alla diagnosi

L’Otorinolaringoiatra è il primo Specialista da consultare, seguito dal Neurologo. La diagnosi si effettua per l’80% al “letto del Paziente” attraverso attenta anamnesi, esame clinico generale, esame clinico vestibolare e studio del nistagmo (il movimento involontario degli occhi che si verifica durante le crisi vertiginose); solo nel 20% dei casi sono necessari esami strumentali: l’esame vestibolare calorico (stimolazione dell’orecchio con acqua calda e fredda), l’esame audiometrico ed eventualmente dei potenziali evocati acustici e vestibolari. In casi dubbi e selezionati e, soprattutto nel sospetto di una patologia centrale neurologica, si potrà eseguire una TAC e la RMN.

Le Vertigini periferiche

La Vertigine Parossistica Posizionale Benigna è la più frequente in assoluto (60-70% del totale); è scatenata da posizionamenti del capo, si verifica spesso a letto, di notte; ha una durata breve (pochi secondi) ed è molto intensa; la sensazione è rotatoria, oggettiva ed ha un andamento definito benigno in quanto tende a guarire generalmente da sola o con manovre riabilitative. Per cause per lo più non identificabili, avviene un distacco prematuro degli otoliti, cristalli di carbonato di calcio posti nel sacculo e nell’utricolo (organuli del labirinto che partecipano al mantenimento dell’equilibrio). Questi otoliti “scivolando” in uno dei tre canali del labirinto determinano la Vertigine. La Malattia di Menierè, dovuta ad un verosimile aumento della pressione dei liquidi labirintici, è invece associata ad un calo progressivo dell’udito e ad acufeni, con gli anni tende ad autolimitarsi.
Frequente è anche la Vertigine da Neuronite vestibolare, spesso virale e meno frequentemente vascolare; è dovuta ad un interessamento selettivo del labirinto posteriore, quello dei canali dell’equilibrio. Molto più raramente la Vertigine è dovuta a patologie tumorali dell’orecchio ed in particolare del nervo acustico; anche qui però si associa quasi sempre ad un calo progressivo dell’udito e ad acufeni monolaterali, che fanno porre il sospetto.
Nel caso della persona anziana la Vertigine può spesso diventare un sintomo molto invalidante, poiché spesso è accompagna ad altre patologie e può portare frequentemente alla caduta a terra. In questo caso si parla di Disequilibrio senile o di Presbiatassia, patologia multifattoriale, dovuta a più cause patologiche, vascolari e degenerative legate alla età.

Le terapie

Poiché il disturbo da curare è attribuibile a cause molto diverse, inizialmente la terapia dovrà essere sintomatica, per alleviare l’intensa sensazione vertiginosa ed i sintomi neuro-vegetativi associati, come nausea e vomito. Successivamente si indirizzerà la terapia alla patologia che ha determinato la Vertigine.
La terapia sintomatica si baserà su farmaci anti-emetici, per contrastare la nausea e il vomito; farmaci tranquillanti minori, come le benzodiazepine; e farmaci “tranquillanti maggiori” che bloccano gli stimoli dai sistemi periferici dell’equilibrio. Questi farmaci devono però essere usati per un periodo limitato e solo fino a quando la sintomatologia sarà intensa.
I farmaci diuretici osmotici vengono usati nelle forme di Vertigine dovute ad un aumento della pressione dei liquidi labirinti, come nella Malattia di Menierè. Nelle forme di Vertigine da sospette cause circolatorie, in Pazienti con chiari fattori di rischio cardio-vascolari, vengono usati farmaci vasoattivi, anti-coagulanti o anti-aggreganti piastrinici. Vengono, infine, usati farmaci antivirali ed antibiotici solo nel chiaro sospetto di una patologia infettiva. Per quanto riguarda la Vertigine Parossistica Posizionale Benigna, la terapia è essenzialmente fisica: dopo una iniziale e necessaria terapia sintomatica, graduata secondo l’intensità della Vertigine, si effettua una terapia fisica, riabilitativa vestibolare, con alcune manovre “liberatorie”; superata la fase acuta e indirizzata più correttamente la diagnosi, si procede ad una terapia mirata alle cause.

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